Il congiuntivo è un vero e proprio osso duro, un modo verbale che mette in crisi numerosi parlanti, terrorizzati all’idea di commettere errori. Per questo abbiamo preparato una breve guida che vi aiuterà a non fare più (o quanto meno a limitare) brutte scivolate linguistiche

Il congiuntivo è un vero e proprio osso duro. Tra chi sostiene che stia lentamente morendo, e chi invece lo difende fino allo stremo, questo modo verbale ha messo e continua a mettere in crisi numerosi parlanti, terrorizzati all’idea di commettere errori.

Questo perché, in effetti, utilizzare correttamente il congiuntivo non è sempre semplicissimo. La buona notizia però è che non è mai tardi per imparare, e che a volte bastano pochi e facili accorgimenti per evitare di sbagliare. Per questo abbiamo preparato una breve guida che vi aiuterà a non fare più (o quanto meno a limitare) brutte scivolate linguistiche.

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Il significato del congiuntivo

Partiamo dal principio e dal senso profondo del congiuntivo, perché, si sa, la lingua è fatta di regole ma anche (e soprattutto) di significati. Dunque “congiuntivo” vuol dire letteralmente “che congiunge“, ovvero è un modo che viene usato frequentemente nelle proposizioni subordinate alla principale.

Il suo scopo è quello di esprimere un dubbio, un’ipotesi, un’incertezza, una possibilità, un’esortazione.

Dunque per capirci, se siete in dubbio o se desiderate comunicare una sfumatura di potenzialità nella vostra frase, il congiuntivo è il modo che dovrete utilizzare.

Facciamo qualche esempio per sicurezza: “se leggessi in una settimana tutto Infinite Jest di David Foster Wallace, sarei un fenomeno della lettura?”; “Se potessi tornare indietro nel tempo, vorrei scambiare due chiacchiere con Shirley Jackson“.

Vedete, l’utilizzo del congiuntivo esprime un’eventualità di cui non si ha alcuna certezza (del resto, chi mai potrebbe finire Infinite Jest in una settimana?), oppure un evento che non potrebbe mai verificarsi (ahinoi, la maestra dell’orrore è scomparsa nel lontano 1965).

Attenzione! Quando si parla di congiuntivo, uno degli errori più comuni è quello di confonderlo con l’indicativo imperfetto (che invece è un modo verbale che esprime certezza). Quindi attenti a non pronunciare frasi come: “Non pensavo che questo libro era così noioso”, piuttosto provate a dire: “Non pensavo che questo libro fosse così noioso”. ”

Bene, tutto chiaro?

I tempi

Rapido ripasso strettamente grammaticale. Per vostra informazione il congiuntivo è un modo finito del verbo che ha quattro tempi: presente, imperfetto, passato, trapassato (due semplici e due composti).

Presente: “che io legga”.

Imperfetto: “che io leggessi”.

Passato: “che io abbia letto”.

Trapassato: “che io avessi letto”.

E ora veniamo a qualche suggerimento pratico da tenere a mente per non sbagliare a utilizzare il congiuntivo, fermo restando che come dice Altieri Biagi, riportato dal sito dell’Accademia della Crusca: “se, […] dopo aver studiato il congiuntivo, e sapendolo usare, voi deciderete di «farne a meno», di sostituirlo con altri modi, questa sarà una scelta vostra. Ciò che importa, in lingua, non è scegliere il modo più elegante, più raffinato, ma poter scegliere, adeguando le scelte alle situazioni comunicative“.

Quando usare il congiuntivo

  • Con tutti i verbi che esprimono un ordine, una preghiera, un permesso, un desiderio, un’aspettativa, un dubbio, una domanda…: “Non so davvero come tu possa preferire i film ai libri di Harry Potter“; “Mi auguro che tu abbia ordinato la tua libreria, era un disastro!”.
  • Con il lei di cortesia per esprimere comandi, ordini, o richieste: “Per favore, mi faccia saltare la fila, voglio assolutamente l’autografo del mio scrittore preferito!”
  • Con congiunzioni subordinanti come: sebbene, qualora, affinché, benché, a meno che, nel caso che, prima che, senza che…: “Sebbene debba lavorare tutto il giorno, non rinuncerò a leggere questa notte”
  • Con espressioni impersonali come: è necessario che, bisogna che, è probabile che, è bene che…: “È necessario che tu legga al più presto I fratelli Karamazov. Come hai potuto vivere fino a questo momento senza averlo fatto?”
  • Con aggettivi o pronomi indefiniti come qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque…: “Chiunque riesca a dedicare alla lettura almeno un’ora al giorno, può dirsi felice”.

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