Alexis Manzano è il poeta delle piccole cose che ha deciso di vivere la propria passione per i versi: si è trasferito con il suo tavolino e una vecchia macchina da scrivere su una strada dell’Upper East Side, nel cuore di New York, per scrivere poesie a partire dalle parole e dalle emozioni suggerite dai passanti…

Un tavolino e una sedia da campeggio, una macchina da scrivere rimediata a un mercatino delle pulci e un cartello giallo con due semplici parole: “Free poetry“. Come racconta Cultura, pochi oggetti bastano per riassumere la vita che Alexis Manzano, trent’anni e una spiccata capacità di apprezzare le piccole cose. La passione per la bellezza lo ha portato a lasciare Harlem, quartiere di New York in cui è nato e ha passato l’infanzia, per trasferirsi nell’Upper East Side – precisamente sul tratto della 5th Avenue che dal Met porta al Guggenheim Museum.

Con i piedi scalzi e una copia di Foglie d’erba di Walt Whitman a portata di mano, Alexis trascorre le proprie giornate seduto al suo banchetto, sul marciapiede di una strada su cui si affacciano appartamenti da milioni di dollari. Aspetta.

Poi un passante si siede di fronte a lui e gli affida una parola, una qualsiasi. E allora Alexis si anima, entra nel suo vortice artistico fatto di rime e passione per una poesia a tema libero che però non ha mai potuto permettersi di approfondire all’università. Poco male, Alexis ha deciso di viverla quella poesia delle piccole cose, regalandole il proprio tempo giorno dopo giorno – con i mezzi che ha a disposizione: la propria fantasia e quella macchina da scrivere su cui d’improvviso prende a digitare freneticamente.

Il risultato è un foglietto di carta con versi ispirati dalla tematica ricevuta, inchiostro nero su carta bianca. Qualche parola è cancellata, corretta a penna a posteriori – il che incrementa il fascino della poesia. Alexis confeziona la lirica smussando con cura gli angoli del biglietto, e lo consegna al passante con un sorriso.

C’è chi lascia una mancia. Sempre gradita, mai obbligatoria.

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