Il dibattito sul nuovo regolamento. Quello generato dalla candidatura di Elena Ferrante (non mancano, tra l’altro, le false lettere pubblicate a suo nome…). Le novità sui nomi in gara… IlLibraio.it fa il punto della situazione sul premio Strega. E si fa spiegare da Stefano Petrocchi come sarà risolto il problema della firma dell’autrice (che ha scelto l’anonimato), necessaria per confermare la candidatura… – Interviste, particolari e retroscena

Nuovo meccanismo di voto, salvaguardia dei piccoli e medi editori, spazio agli autori stranieri che scrivono in italiano e alle diverse forme di narrazione: pluralità, bibliodiversità e accoglienza sono le parole che riassumono lo spirito delle norme introdotte dal Comitato direttivo del Premio, che si è riunito lunedì 23 febbraio”. Ieri, in serata, la Fondazione Bellonci ha annunciato le nuove regole dello Strega (qui tutti i dettagli). E, inevitabilmente, sono arrivati i primi commenti.

Le novità, ad esempio, rendono ottimista il direttore editoriale di Feltrinelli Gianluca Foglia: “Mi pare che vadano nella giusta direzione”, ha dichiarato a Repubblica. Mentre il candidato Bompiani Mauro Covacich ha ammesso: “Non è piacevole incarnare il Sistema corrotto dei grandi gruppi…”.

A proposito di grandi gruppi, dopo che lo stesso Umberto Eco aveva sottolineato i rischi per un premio come lo Strega in caso di acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori, anche il presidente della Fondazione Bellonci Tullio De Mauro ha ammesso che “i premi ne risentirebbero”.

Ancora in vista della sempre più probabile (e sempre più discussa – è intervento anche l’ex segretario del Pd Bersani) acquisizione, con una battuta su Twitter Stefano Mauri, presidente e Ad di GeMS (editore de IlLibraio.it, ndr), stamattina ha fatto notare alla Fondazione: “Dovreste anche vietare che ci siano tre opere dello stesso gruppo in cinquina”. Sì perché con il nuovo regolamento i giurati in semi-finale potrebbero votare ben tre libri pubblicati da quello che diventerebbe il futuro “super-gruppo”.

Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, a cui abbiamo girato il quesito, ci ha risposto così: “Il rischio c’è. Ma se dicessimo ai giurati di non votare tre libri dello stesso gruppo, sarebbe una forzatura nei loro confronti. Un’imposizione. Non possiamo dire agli Amici chi votare e chi no”.

Sempre a proposito delle nuove regole, come ha fatto notare il Corriere della Sera stamattina, regolamento alla mano occorrerebbe la firma di Elena Ferrante nella lettera in cui accetta la candidatura. Un problema, visto che, com’è noto, l’autrice (molto apprezzata dalla critica letteraria Usa) ci tiene a mantenere l’anonimato. Problema confermato anche dall’editore di E/O Sandro Ferri. Come se ne esce, quindi? IlLibraio.it lo ha chiesto allo stesso Petrocchi, che ci ha spiegato: “Ci siamo consultati in Fondazione. Intendiamo rispettare in tutto e per tutto la scelta dell’anonimato dell’autrice, nota non certo da oggi. Gli adempimenti richiesti dal regolamento per l’accettazione della candidatura nel suo caso verranno assolti dall’editore”. Un’eccezione alla regola, dunque.

Il “caso” Ferrante (che, com’è ormai noto, sarà presentata da Roberto Saviano e Serena Dandini) ogni giorno ha nuove puntate: in rete, ad esempio, oggi si è discusso della lettera pubblicata dal quotidiano Il Mattino a suo nome, che si è ben presto rivelata un falso (Linkiesta ha fatto il punto). E a proposito di “falsi”, sempre questa mattina il Secolo XIX ha pubblicato un’intervista immaginaria dello scrittore Marco Cubeddu alla “collega”…

Nel frattempo, in tanti stanno prendendo posizione sulla (vera) lettera (pubblicata da Repubblica) con cui la Ferrante ha accettato la candidatura. Tra questi anche Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 che, riferendosi a un passaggio della lettera stessa, conclude così un articolo pubblicato dal sito di Internazionale dal titolo “Elena Ferrante, l’Amica degli Amici”: “Quando (la Ferrante, ndr) scrive che se non entrasse nemmeno nella cinquina dei finalisti ‘si potrà dire definitivamente, senza ombra di dubbio, che lo Strega così com’è è irriformabile e che quindi va buttato per aria’ ripete quello che da anni sostiene qualunque candidato a questo come ad altri premi. La sua umana, troppo umana reazione alla implausibile possibilità di essere esclusa ci consente di misurare quanto possa essere normale questa scrittrice speciale e che dunque sì, Elena Ferrante esiste”.

E veniamo ai nomi in gara: oltre alla Ferrante, ci saranno sicuramente Covacich, con la raccolta di racconti La sposa (Bompiani), Marco Santagata, già vincitore del premio Campiello nel 2003 con Il maestro dei santi pallidi (con Come donna innamorata, Guanda) e Clara Sereni (con Via Ripetta 155, Giunti). Più che probabile anche la presenza di Wanda Marasco, autrice, per Neri Pozza, de Il genio dell’abbandono.

Quanto al gruppo Mondadori, a Segrate alla fine hanno deciso di puntare su Fabio Genovesi (Chi manda le onde) con l’obiettivo di entrare in cinquina, mentre Einaudi dovrebbe puntare alla vittoria con Nicola Lagioia (La ferocia).

Non resta che attendere le prossime puntate…

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