Una graphic novel firmata da Paolo Nori, autore dei testi, insieme al disegnatore russo Tim Kostin, che racconta un viaggio attraverso sei città…

Sei città (Marcos y Marcos) è una graphic novel firmata da Paolo Nori, autore dei testi, insieme al disegnatore russo Tim Kostin, autore delle illustrazioni, che racconta un viaggio attraverso sei città, ognuna con i suoi abitanti, e le loro particolarità.

Il viaggio si rivelerà fin da subito surreale, in bilico fra realtà e fantasia, dotato di molti sensi diversi e ricco di metafore.

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“Lì, quando sei un bambino, che son le due del pomeriggio, che esci dal portone, dall’androne buio del condominio dove abitano i tuoi genitori, e apri il portone e entri nella luce, che è tempo – dalle due di pomeriggio fino a sera – e spazio – da via Montebello in qua, tutto il quartiere – lì, tutti i giorni la promessa è così grande che ti vien da piangere, a pensarci.” Sei città è un viaggio che ha per protagonista un omino con baffi e cappello, che somiglia a Nori stesso, e di tavola in tavola si muove tra memoria e presente, realtà e fantasia, testi ricchi di metafore verbali, opera di Nori, e vigorosi disegni, opera dell’illustratore russo Kostin.

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In una città gli abitanti è difficile trovarli, si son barricati, non si sa a far cosa, a tener dietro ai conti, dicono. In una, a certe ore del giorno, se hai un umore che i pensieri ti permetton di guardare, ti sembra di nuotare nella luce. E in un’altra, se chiedi “Scusi, posso chiederle un’informazione?”, ti rispondono “Dipende”. In un’altra ancora, una volta, gli abitanti, sembravano tutti convegnisti. Ce n’era una che c’è un ristorante che paghi una bistecca, ne puoi mangiare quindici, se riesci. E l’ultima era intera ma da poco, dieci anni, e faceva pensare a un’altra città che, a andarci in giro dentro, ti sembrava di non esser niente, e questi giri, per trovar la strada dove si sente odore di pettinatrice.

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O, nelle parole di Sergio Pent su TuttoLibri, Sei città è “un viaggio mentale da interpretare, più che una storia di cui scoprire la trama, un viaggio terapeutico tra le provvisorietà del nostro mondo, dove si incontrano piccoli treni pieni di bambini e barboni servizievoli, labirinti di torri fra cui districarsi e città nelle quali gli uomini sono anime spente, soldati impegnati in un eterno cambio della guardia e metropoli racchiuse dentro un raccordo anulare, da cui non si riesce a fuggire se non per penetrare nei disagi eterni della metropoli stessa.”

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