Non è facile essere genitori di figli pre-adolescenti. “L’età dello tsunami” di Alberto Pellai e Barbara Tamborini, psicologi e a loro volta genitori di quattro ragazzi, è un manuale ricco di consigli che spiega come “sopravvivere” a questa fase complicata

L’età dello tsunami (DeAgostini) di Alberto Pellai e Barbara Tamborini è un saggio dedicato alla pre-adolescenza, raccontata e indagata da due psicologi, esperti dell’età evolutiva, con rigore scientifico e tono divulgativo.

Non è facile essere genitori, quando i figli crescono sembrano spesso cambiare carattere, all’improvviso diventano ribelli, le loro emozioni cambiano di continuo e le mamme e i papà non sanno più come prenderli: ma con i consigli giusti è possibile sopravvivere a un figlio pre-adolescente, mantenere aperta la comunicazione e restare per lui un punto di riferimento.

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Tutto è iniziato con l’ingresso alle scuole medie. Fino a ieri vostro figlio era un bambino angelico, e ora di colpo è pronto a darvi battaglia su tutto, pensa solo a divertirsi e vive di emozioni intense e improvvise, come sulle montagne russe. Lo tsunami che vi sta travolgendo si chiama pre-adolescenza, e sappiate fin da subito che non c’è cura; ma un segreto per sopravvivere, sì: capire cosa sta succedendo in un cervello in piena evoluzione, che funziona in modo diverso rispetto a quello di un adulto.

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Barbara Tamborini, psicopedagogista e scrittrice, e Alberto Pellai, medico, ricercatore e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ne sanno qualcosa: esperti di psicologia dell’età evolutiva e genitori di due figli pre-adolescenti (e di altri due che stanno per diventarlo), hanno scritto L’età dello tsunami per introdurre i lettori alle meraviglie di quest’età e dare i consigli giusti per ritrovare un canale di comunicazione, anche quando sembra proprio che sia impossibile. Un saggio che vuole aiutare a guardarsi dentro, perché ciascuno possa capire che tipo di genitori è e che tipo di genitori vorrebbe diventare, per essere mamme e papà “sufficientemente buoni”, capaci di riflettere sui propri errori e aggiustare il tiro. Senza prendersi troppo sul serio, perché la perfezione non è di questo mondo.

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