La tendenza a migliorarsi tipica della nuova generazione dei millennial si riflette in un filone di manuali di self-help che ricordano quelli degli anni ‘90, ma con tutta un’altra attitudine

Chi sono i millennial in tanti provano a definirlo. La verità è che la generazione dei nati tra metà anni ‘80 e il 2000, che comprende oltre intero decennio di giovani adulti, è difficile da inquadrare. Perché crede in valori diversi da quelli dei propri genitori, non è legata al denaro come i suoi predecessori e ha una consapevolezza maggiore di sé e un istinto costante al migliorarsi, forse in virtù delle maggiori possibilità che ha avuto. Studiare per ottenere titoli accademici, viaggiare e vivere all’estero per periodi più o meno lunghi e non avere vincoli lavorativi che, laddove non viene subita come una condizione di precarietà, ma diventa una scelta, può trasformarsi in una risorsa di rinnovamento. Quella del lavoro non è più la ricerca di identità più importante, ma al tempo stesso i millennial si possono concedere la libertà di concepire il lavoro come realizzazione personale dei propri talenti e inclinazioni.

Come sopravvivere al mal d'amore

La percezione dei disturbi mentali è cambiata e non costituisce più uno stigma e l’uso della psicologia come supporto per una più alta qualità della vita è stato sdoganato e accettato. La concezione di felicità passa da valori diversi, più umani e più fallibili. Anche per questo tra i millennial statunitensi (e non solo) sta tornando la moda dei libri di self-help, in gran voga negli ‘90 e simbolo di quell’America tesa verso il miglioramento di sé e il successo personale. Il successo come lo intendono i millennial, però, non prevede affermazione lavorativa, amorosa o sociale. Per questo non si può giudicare il libro di Amalia Andrade Come sopravvivere al mal d’amore (Fabbri editore, 2016) senza considerare tutta questa premessa.

adolescenti

I millennial mettono il benessere fisico e emotivo prima di tutto, ma sanno che per farlo non bisogna ambire alla felicità a tutti i costi: essere tristi è normale e giusto (come insegna il blockbuster Disney Inside Out). Come sopravvivere al mal d’amore (titolo originale Uno siempre cambia el amor de su vida [por otro amor o por otra vida]) è un manuale di auto-aiuto illustrato e scritto interamente a mano, che Andrade ha concepito per sopravvivere in prima persona a una delusione d’amore. Il libro diventa un metodo per curare attraverso l’esperienza e i consigli vissuti sulla propria pelle. Pianto, autodistruzione, rabbia e vendetta, depressione, accettazione e reinvenzione di se stessi: questi sono i capitoli che compongono il testo, alternati da racconti spesso e volentieri autobiografici (più un capitolo extra dedicato a Joao Pedro de Almeida Santos Abreu, compositore della Lambada, straziante quanto ispirante). Il libro si fa forte di questa inequivocabile verità: tutti, in un modo o nell’altro, hanno attraversato il lutto da disamore e l’universalità di questo sentimento ci accomuna molto più che l’innamoramento, vissuto in molti modi diversi. Quello che impariamo, oltre a come attraversarlo indenni e con il minimo danno alla nostra dignità, è che il mal d’amore si può vivere anche in ambiti diversi, come la fine di un’amicizia o la morte di un animale domestico. Il libro di Andrade è un mano tesa di supporto per qualsiasi stadio di tristezza profonda e di azzeramento di autostima. Sono i consigli che tutti vorrebbero avere a disposizione alla prima vera delusione amorosa, come arrivassero dall’amica più onesta e più empatica che possiamo sognare. Ci insegna che va bene cantare a squarciagola Tiziano Ferro e Laura Pausini (da buona sudamericana) e che i migliori cantanti riescono a fare palate di soldi con questi infami sentimenti (Adele e Taylor Swift).

“Va bene stare male”: la saggezza pratica e semplice di questo libro ci insegna che avere il cuore spezzato è un dolore come tanti altri e investe soprattutto il nostro corpo. In casi come questi è facile perdersi nei pensieri ossessivi e dimenticarsi di essere soprattutto un corpo di cui prendersi cura: uno dei migliori insegnamenti che questi millennial stanno interiorizzando e che Amalia ci restituisce nel suo libro.

Quindi, in ultima istanza, i nuovi self-help non vogliono dare facili soluzioni per ottenere la versione migliore di te, ma sfruttano quella buona psicologia che ti permette di attraversare la tristezza, non evitarla. Anche altri bestseller della manualistica come Il magico potere del riordino di Marie Kondo e la Donne che corrono coi lupi di Pinkola Estes in un certo senso dicono molto di questa tendenza: i millennial non credono all’illusione della perfezione, ma lavorano continuamente per essere degli essere umani migliori e stare bene con quello che hanno.

Altri titoli amati dai millennial americani:

L’anno del sì. Non avere paura, vivi con gioia e diventa la tua persona
di Shonda Rhimes (autrice di Grey’s Anatomy)

#girlboss. Come ho creato un impero commerciale partendo dal nulla
di Sophia Amoruso

Cambiare è facile. Come liberarsi delle cattive abitudini e vivere felici
di Gretchen Rubin

Radical Self love
di Gala Darling

Yes please
di Amy Poehler

I can’t believe it’s not better. A woman’s guide to coping with life
di Monica Heisey