Non c’è solo “L’amica geniale” di Elena Ferrante. In queste settimane è protagonista in classifica anche “Perduti nei Quartieri Spagnoli”, il romanzo dell’americana Heddi Goodrich, arrivata in Italia per la prima volta a 16 anni. Ecco cosa racconta…

In queste settimane Napoli è protagonista nella top ten dei libri più venduti: non solo con L’amica geniale di Elena Ferrante, rilanciata dalla serie tv, ma anche con Perduti nei Quartieri Spagnoli (Giunti). L’autrice del romanzo è Heddi Goodrich, americana, classe 1971. È arrivata in Italia per la prima volta a 16 anni per uno scambio culturale. Pur avendo vissuto poco nel nostro Paese, Goodrich ha scritto Perduti nei Quartieri Spagnoli direttamente in italiano.

Il libro, che ha fatto parlare alla Fiera del libro di Francoforte, come ha raccontato La Lettura ha colpito anche Antonio Franchini, scrittore e direttore editoriale della Bompiani, napoletano a sua volta.

Perduti nei Quartieri Spagnoli

Ma cosa racconta Perduti nei Quartieri Spagnoli? La protagonista del libro è proprio una ragazza americana a Napoli, ma non una delle tante: Heddi, studentessa di glottologia all’Istituto Universitario Orientale, non è venuta per un rapido giro nel folclore, ma per un’immersione che la porta ad avere della città, della lingua, del dialetto una conoscenza profonda, impressionante, che nasce dall’empatia, da un bisogno di radicamento e dall’entusiasmo della giovinezza.

Con una colorata tribù di studenti fuorisede e fuoricorso, Heddi vive ai Quartieri Spagnoli, dove la vita nelle case antiche costa poco, si abita su piani pericolanti che sembrano calpestarsi l’un l’altro, in fuga dalla folla e dai vicoli inestricabili, costruzioni affastellate che sbucano aprendosi sul cielo e sul vulcano, in balconi e terrazzi dove è bello affacciarsi a rabbrividire, fumare e discutere.

Il romanzo di Heddi Goodrich racconta una doppia storia d’amore: per una città e per un giovane uomo. Pietro è studente di geologia, figlio di una famiglia contadina della provincia di Avellino, gente avvinta alla terra da un legame ostinato, arcaico. A Napoli, benché il suo paese sia distante solo cento chilometri, Pietro è straniero tanto quanto Heddi. Il coinvolgimento sentimentale non vela però lo sguardo della narratrice, che considera con sguardo affettuoso ma lucido la personalità di Pietro, al tempo stesso sognatore e velleitario, diviso tra l’emancipazione rappresentata dall’amore per una ragazza così lontana dal suo mondo e il richiamo agli obblighi ancestrali della terra. Anche il ritratto della madre di lui, apparentemente fragile e depressa, in realtà custode feroce dell’ordine familiare, è interessante.

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