Una lista di personaggi letterari dai comportamenti odiosi, ma comunque amati da molti lettori, forse proprio per questo… Tra gli scrittori citati, Dostoevskij, Conrad, DeLillo, Houellebecq e Natalia Ginzburg (nella foto, John Malkovich nel film tratto da “Le relazioni pericolose”)

Come ha raccontato la pagina Libri del Post, il Guardian ha chiesto allo scrittore tedesco Heinz Helle (è in uscita in Inghilterra il suo primo libro, Superabundance) di elencare i personaggi più odiosi della letteratura, allo stesso tempo apprezzati e amati da molti lettori nonostante si comportino male, anzi a volte, forse proprio per questo

Ecco le sue dieci scelte:

Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclo: il visconte Sébastien de Valmont. Interpretato al cinema da John Malkovich, (nella foto) è un impressionante esempio di eleganza, unica dote accettabile che compensa una completa mancanza di carattere. Alla fine del suo gioco spietato, che consiste nel sedurre donne per poi umiliarle pubblicamente, muore in un duello, innamorato senza speranze di una delle donne che ha distrutto. Per questo alla fine lo perdoniamo;


Dostoevskij

I demoni di Fëdor Dostoevskij: Nikolaj Vsevolodovič Stavrogin. È ricco, bello e dalla maniere squisite. E cattivo. La combinazione tra la sua curiosità e l’abilità nell’influenzare gli altri lo rende freddo, osservatore impietoso delle manipolazioni e dei loro risultati. Alla fine Nikolaj si uccide impiccandosi, nello stesso modo in cui era morta la ragazza che aveva sedotto e abbandonato. Dostoevskij non rivela mai se Nikolaj volesse davvero ferire la ragazza o se, semplicemente, non sapeva cosa stava facendo… e se si uccide per senso di colpa o per curiosità. Non importa. Perché comunque vada, rimane l’osservatore errante di un oscuro mondo, combattuto tra indifferenza e impulso. Un bambino, confuso e solo;

L’agente segreto di Joseph Conrad: il professore. Lo chiamano il Professore ed è il perfetto anarchico. Con l’esplosivo nascosto sotto il cappotto, una quantità sufficiente per annientare qualunque isolato gli capiti di incontrare, e con il detonatore artigianale nella mano è al riparo dalla polizia. Tuttavia ha due problemi. Il primo: il tempo che intercorre tra la detonazione e l’esplosione, un difetto su cui sta lavorando, è di appena 20 secondi. Il secondo: ha paura, paura che la folla che lo circonda, occupata e brulicante come un formicaio, e che minaccia di attaccare, possa essere insensibile alla paura;

Paesaggio lacustre con Pocahontas di Arno Schmidt: il narratore. La storia di due amici che incontrano due donne in un hotel nei pressi di un lago nella Germania del dopoguerra costò quasi la galera all’autore, accusato di blasfemia e di scene erotiche esplicite. Ma sotto il linguaggio sperimentale da avanguardia degli anni ’50 si nasconde una toccante storia d’amore. Sorpreso di essere sopravvissuto al massacro e alla distruzione della Seconda Guerra Mondiale, il narratore manca totalmente di sentimenti. Tutte le parole fredde e irrispettose che dice a proposito delle donne, che usa per soddisfazione fisica e intrattenimento, sono espiate dalla profonda tristezza che il narratore prova quando se ne separa;

Lessico familiare di Natalia Ginzburg: Giuseppe Levi. Professore di anatomia a Torino, Giuseppe ama criticare le persone che lo circondano. Il padre del narratore del libro di Natalia Ginzburg, la biografia di una famiglia e della sua storia durante l’avvento del Fascismo e del Nazismo, è famoso per i suoi scoppi d’ira. Considera stupido chiunque non condivida le sue passioni e i suoi gusti. Spesso nei suoi detti – piccoli mantra che formano la struttura del libro – mostra lo stesso desiderio di rassicurazione che condividono tutti i membri della famiglia. È ciò che diciamo che ci porta a credere che esistiamo realmente. E anche ciò che ricorderemo;

End Zone di Don DeLillo: l’allenatore della squadra di football. Nel secondo romanzo di DeLillo, un team di football del college, da qualche parte in Texas, è allo sbando. Quando le cose si fanno più difficili, Creed, l’allenatore, la cui autorità divina è indiscussa, si ritira in un seminterrato e, facendolo, priva i suoi giocatori di quello di cui hanno più bisogno: istruzioni. In una delle sue rare apparizioni, verso la fine del libro, è chiaro che non è l’indifferenza che lo porta a comportarsi così: si preoccupa davvero per i propri giocatori e sta seguendo un piano, ma solo lui sa qual è;


Houellebecq

 L’estensione del dominio della lotta di Michel Houellebecq: il narratore senza nome. Il narratore del primo romanzo di Houellebecq non ha alcun rispetto per le donne. È solo ossessionato dai loro corpi. Per lui le donne sono oggetti acquistabili in cambio di denaro. È una delle prime vittime letterarie del consumismo e la sua storia può essere una delle migliori espressioni poetiche del vuoto totale che segue l’atto dell’acquisto. Ma la sua misoginia è troppo fredda e troppo perfetta per essere vera. Quello che è solo un vago sospetto all’inizio del romanzo diventa chiaro avvicinandosi alla fine: il suo disprezzo non è altro che la conseguenza della delusione per essere stato respinto. E la sua condizione principale è quella più comune per gli esseri umani: la tristezza;

Senność di Wojciech Kuczo (inedito in Italia): il criminale Sweetie. Il giovane studente di medicina Adam è innamorato di Sweetie, un giovane delinquente che abita nel quartiere più pericoloso della città dove studia Adam. Il problema: Sweetie è un criminale brutale che odia gli omosessuali. Adam cerca di attirare la sua attenzione e in qualche modo riesce ad attirarlo nella sua prima esperienza omosessuale. Ma la punizione di Adam per aver spinto Sweetie a confessargli i suoi desideri più segreti è violenta e spietata. Ciò che rende Sweetie più dolce, anche se in un modo triste e perverso, è il fatto che sia disperato perché il mondo in cui vive lo costringe a negare i suoi sentimenti;

Unternehmer di Matthias Nawrat (inedito in Italia): il padre. Un padre e i suoi due figli vivono nella discarica di Black Forest e sopravvivono frugando tra gli scarti di metallo provenienti da fabbriche abbandonate. Questo romanzo distopico post-industriale è narrato nel linguaggio ingenuo della figlia di 12 anni. E la bambina è contenta perché crede alle storie che il padre le racconta sulla natura del lavoro. Racconti epici di coraggiosi combattenti che fanno quello che va fatto per aumentare i ricavi dell’azienda. Quando il fratellino perde il braccio in una vecchia macchina, si prendono due giorni di vacanza. Tuttavia, è difficile accusare il padre: perché è il primo a credere nelle bugie capitaliste;

Máglya di György Dragomán (inedito in Italia): la nonna. Una vecchia signora si reca al collegio per prendere una ragazzina i cui genitori sono morti in un incidente stradale. È la nonna, di cui la madre della ragazzina non le hai mai raccontato. Perché arrivi solo adesso e perché per anni le sia stato impedito di frequentare la nipote viene rivelato molto lentamente nel procedere del libro. Ma possiamo sentire fin da subito la tensione interna alla nonna, ancora addolorata per l’allontanamento dalla figlia, che vuole ripagare prendendosi cura della nipote. Ambientato nella Romania del dopo Ceausescu, il personaggio della nonna e il suo atteggiamento verso la bambina riflettono le caratteristiche della nazione: una terra con un passato negativo che sta per cambiare in meglio. Ma qua e là, le cose possono precipitare di nuovo nell’odio.

Anche voi siete affascinati dai personaggi “odiosi” della letteratura? E  qual è il vostro “odioso” preferito? Scrivetelo nei commenti…

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