35 anni fa, il primo libro pubblicato da Marcos y Marcos fu una raccolta di poesie. Negli ultimi dodici mesi, nonostante di recente molto sia stato detto a proposito della crisi della poesia italiana, la casa editrice milanese ha puntato con forza sui poeti, giovani e non. Con risultati positivi, come racconta su ilLibraio.it l’editor Claudia Tarolo: “In un mondo in cui si scrive, in realtà, molto più di un tempo, ma tutto scorre molto più veloce, chissà che non sia proprio la poesia a riprendere terreno, ad avere il giusto respiro, a riprendere il posto d’onore che anche in Occidente aveva e poi ha perso…” – L’intervento

La numero Uno di Marcos y Marcos è stato un piccolo libro di poesia, E da segrete scale, di Georg Heim: si può ben dire, quindi, che noi la poesia ce l’abbiamo nel sangue. Trentacinque anni dopo, ci rallegriamo di averla coltivata a modo nostro, mettendo sempre al centro la scommessa e la ricerca.

Siamo fieri di aver lanciato poeti del calibro di Fabio Pusterla e Umberto Fiori, ma anche di aver tenacemente sostenuto, per vent’anni, il generoso progetto di Franco Buffoni di offrire sistematicamente un porto ai giovani esordienti.

Siamo arrivati così al Dodicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea, che racchiude come sempre sette nuovi poeti, selezionati, tra centinaia di proposte, con impegno e cura certosina, dallo stesso Buffoni, Fabio Pusterla e Umberto Fiori; e stiamo già lavorando al tredicesimo, con il nuovo apporto di Massimo Gezzi.

Negli ultimi dodici mesi ci siamo fatti prendere la mano; sono state ben sei le uscite di poesia, e di nuovo, accanto a un poeta “laureato” come Umberto Piersanti, abbiamo proposto due magnifici esordienti: Mariagiorgia Ulbar con Gli eroi sono gli eroi e Gabriele Belletti con Krill.
Nessun condizionamento di fama o provenienza; l’unico criterio è il valore di una poesia vicina alla vita che trova la purezza di una voce.
È vero, la poesia di solito non vende, ma qualche volta sì: le raccolte di Fabio Pusterla hanno tirature paragonabili a un testo di narrativa, e anche il bellissimo Come non piangenti di Cristina Alziati, abbiamo dovuto ristamparlo.
Ci siamo trovati, la settimana scorsa, a Pordenonelegge: quattro poeti di quest’anno – Gabriele Belletti, Stelvio Di Spigno, Umberto Piersanti, Mariagiorgia Ulbar – con me per una serata di poesia Marcos y Marcos. È stata per noi una piccola consacrazione, accresciuta dall’assegnazione del premio Stephen Dedalus 2015 a Fabio Pusterla e dalle presenza di ben due autori Marcos nella terzina dei finalisti al premio Dessì 2015 (e domenica sera abbiamo saputo che la vittoria è andata a Mariagiorgia Ulbar). Mancava solo Luca Mengoni, pittore ticinese che ha offerto magnifiche incisioni alle copertine di Argéman di Fabio Pusterla, Nel folto dei sentieri di Umberto Piersanti e di Krill di Gabriele Belletti. La cosa più bella, a Pordenone, nella magnifica loggia del municipio, è stato vedere tante persone che ascoltano incantate.
La poesia è viva, quindi, risuona ancora; i festival che si moltiplicano per l’Italia sembrano dimostrarlo. Il desiderio di un momento sacrale intorno alla parola è tutt’altro che spento. Ritorna, anzi, più forte, dopo giornate davanti agli schermi. In un mondo in cui si scrive, in realtà, molto più di un tempo, ma tutto scorre molto più veloce, chissà che non sia proprio la poesia a riprendere terreno, ad avere il giusto respiro, a riprendere il posto d’onore che anche in Occidente aveva e poi ha perso. Noi ci crediamo, e facciamo la nostra parte.
L’AUTRICE – Claudia Tarolo (nella foto) è editore di Marcos y Marcos, casa editrice milanese che, da sempre, dà grande spazio alla poesia.

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