Sébastien Japrisot (Marsiglia, 1931 – Vichy, 2003), a lungo ignorato dal pubblico per quanto apprezzatissimo da Sartre e Carrère, viene riscoperto oggi con la ripubblicazione de “La cattiva strada”, un romanzo che racconta la storia d’amore tra il quattordicenne Denis, uno scapestrato alunno di una scuola di gesuiti, e la ventisettenne Claudette, una suora che non ha mai conosciuto l’amore… L’approfondimento

Nella letteratura francese della prima metà del Novecento si respirava una forte carica di ribellione giovanile, facile da riscontrare nelle opere di alcuni enfant prodige “scandalosi” e passati alla storia come Raymond Radiguet (autore del classico Il diavolo in corpo, scritto a soli diciannove anni nel 1923) e Françoise Sagan, al debutto diciottenne con Bonjour Tristesse (1920).

A questi giovanissimi, spregiudicati autori si aggiunge Sébastien Japrisot, pseudonimo di Jean-Baptiste Rossi, a lungo ignorato dal pubblico per quanto apprezzatissimo da Sartre (che gli conferì il Prix de l’Humanité nel 1966) e Carrère, e riscoperto solo oggi.

Lo si riscopre grazie ad Adelphi che ha recentemente pubblicato in edizione italiana, con la traduzione di Simona Mambrini, il suo esordio del 1950, La cattiva strada, scritto dall’autore a soli diciassette anni. Chi mastica regolarmente letteratura francese non faticherà a notare assonanze con altri autori coevi o del suo recente passato, e non a torto.

Japrisot La cattiva strada

Leggendo il testo, è impossibile togliersi dalla testa proprio quel Radiguet diventato culto e non solo per la giovane età di chi scrive: entrambi i romanzi trattano un amore viscerale e impossibile da vivere, tra un adolescente e una donna più grandeLa differenza tra Il diavolo in corpo e La cattiva strada risiede, però, nel fatto che alle riflessioni di Radiguet legate alla guerra come distruzione delle speranze giovanili, Japrisot predilige sondare gli scontri tra pulsioni e etica, religioni e libertà, spingendo il lettore a continue riflessioni legate a quanto sia lecita la natura dell’amore.

L’amore impossibile qui narrato, francese e classico nei più chiari dei termini, è quello che lega il quattordicenne Denis e la ventiseienne Claudette. Lui è uno scapestrato alunno di una scuola di gesuiti, ancora immaturo e ricco di energie; un ragazzo che mai ha provato l’amore e che ne accoglie i primi brividi “come la prima vera”, lasciandosi travolgere. Lei è una suora. Anche lei non ha mai provato l’amore prima di conoscere Denis. Cerca di reprimerlo, lo vede come un male che si impossessa di lei, un dolce demonio che la consuma dall’interno.

L’amore scroscia come un fiume in piena e pregna ogni singola pagina di forza pericolosa. Quando nasce, il lettore lo percepisce come se fosse un virus. Quando viene accettato, diventa forza d’opposizione. A chi legge si chiede un patto non facile, ma che Japrisot sa gestire con destrezza: guidandolo nei cambi di punti di vista, rendendolo partecipe al sentimento e negandogli ogni possibilità di giudizio su quella che è, a tutti gli effetti, un’unione illecita. La prosa dell’autore è scorrevole e allo stesso tempo capace (ed è notevole considerando la giovanissima età) di fotografare nell’intimo i suoi personaggi, estremamente credibili

Melodrammatico, estremo e allo stesso raffinato, La cattiva strada è un piccolo classico moderno da riscoprire. Una lettura struggente che apre la mente e accende la riflessione sulle sfaccettature torbide dei legami umani.

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