“La strega incarna la donna”, scrive Mona Chollet nel saggio “Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali a #MeToo”. La giornalista francese analizza la storia e l’evoluzione di questa figura, dal Rinascimento fino ai giorni nostri, dando anche spazio al movimento femminista e alla cultura pop – L’approfondimento

La strega incarna la donna… Libera da ogni dominio, da ogni limitazione; è un ideale cui tendere, e ci indica il cammino”, scrive la giornalista e saggista francese Mona Chollet in Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali a #MeToo (Utet, traduzione di Eleonora Marangoni).

Nel saggio analizza la storia di questa figura, a partire dal Rinascimento, quando si è scatenata “la grande caccia alle streghe”, passando per i secoli successivi in cui “le esecuzioni sono proseguite”, fino ai giorni nostri.

Oggi le donne “scomode” non vengono accusate di stregoneria e messe sul rogo, ma in alcuni casi sono ancora oggetto di una sorta di demonizzazione mediatica e sociale.

streghe copertina

Negli ultimi anni, dopo la campagna elettorale di Trump nel 2016 e il #metoo, le streghe sembrano tornate più che mai in voga: “Nel febbraio 2017, un gruppo di streghe, fra cui la cantante Lana Del Rey, si è dato appuntamento ai piedi della Trump Tower a New York per invocare le dimissioni del presidente”.

E ancora, “in Francia e negli Stati Uniti, giovani femministe ma anche gay e trans rivendicano tranquillamente il ricorso alla magia”. Oppure, nella cultura pop, pensiamo al remake in chiave femminista della sitcom anni Novanta Sabrina Vita da Strega fatto da Netflix e che ha originato le due stagioni (per ora) de Le terrificanti avventure di Sabrina (da cui è tratta l’immagine in apertura all’articolo, ndr).

Ma torniamo alla streghe nella storia: erano donne che si dedicavano all’erboristeria, facevano le guaritrici e le levatrici, ma anche le professioni più disparate, ed erano iscritte alle corporazioni. Spesso si trattava di individui liberi di godere di una vita pubblica, fuori dalle mura domestiche, magari perché vedove o non sposate. “Erano sempre state membri rispettati della comunità, fino a quando le loro attività furono assimilate a pratiche diaboliche”.

lana del rey streghe

Lana Del Rey/Facebook

All’inizio del Rinascimento, infatti, la medicina non vedeva di buon occhio le pratiche femminili e nello stesso periodo le donne vennero escluse dalle corporazioni. In questo modo, molte di loro si trovarono senza la possibilità di lavorare e mantenersi, anche a causa di una società che voleva impedire alle donne una vita pubblica.

In contrasto, il legame con un uomo e con i figli diventa il più alto ideale a cui una donna possa aspirare.
Le donne che non si adattano alle nuove regole diventano un pericolo; religiosi, studiosi e predicatori iniziano ad additarle come streghe, con il supporto di una letteratura, sviluppatasi proprio in quegli anni, morbosamente focalizzata sulla figura del diavolo tentatore che trova nelle donne – indicate come esseri umani inferiori e quindi più facili da manipolare – le prede perfette.

“Tra le accuse mosse contro le streghe figurava spesso quella di aver ucciso dei bambini e si diceva che durante il sabba ne divorassero i cadaveri. La strega è l’antimadre”, scrive sempre Mona Chollet nel suo saggio.

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Nei capitoli che compongono il volume c’è spazio per le “streghe moderne”, femministe che come Gloria Steinem hanno deciso di non avere figli; ma anche per riflessioni sulla cultura pop, come l’analisi di film e serie tv che hanno al centro una strega.

La sitcom degli anni Sessanta, Vita da Strega, in cui una strega si sposa con un mortale e asseconda la richiesta del marito di abbandonare il mondo della magia, è un esempio di come nella cultura mainstream la strega/donna per essere “buona” debba abbracciare gli ideali di una società patriarcale, e “addomesticarsi”.

streghe

Nel libro non mancano quindi i riferimenti alla società contemporanea e vere e proprie curiosità legate al femminismo. Ad esempio, la lotta nel mondo anglofono per l’uso del Ms, come termine neutro per indicare le donne. Quello di Mona Chollet, infatti, è un saggio che va ben oltre il mondo delle streghe e, in modo prorompente, entra in quello delle donne.

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