Chi ricorda con nostalgia i pomeriggi trascorsi in attesa degli episodi di “Sabrina, vita da strega”, la serie del 1996 con Melissa Joan Hart, resterà sorpreso di fronte alla versione ultradark del reboot proposto Netflix, “Le terrificanti avventure di Sabrina”, che si presenta come un incrocio ben orchestrato tra “Harry Potter” e “Streghe”, il telefilm che vedeva come protagoniste le tre sorelle Halliwell. Il successo della serie è dato soprattutto dalla presenza di un personaggio femminile forte e dal ritorno della figura della strega, in particolare nelle narrazioni seriali e cinematografiche… – L’approfondimento

Chi ricorda con nostalgia i pomeriggi trascorsi in attesa degli episodi di Sabrina, vita da strega, la serie del 1996 con Melissa Joan Hart, resterà sorpreso di fronte alla versione ultradark del reboot proposto Netflix, Le terrificanti avventure di Sabrina, con Kiernan Shipka, la Sally Draper di Mad Man, nei panni della giovane strega di Greendale. E non solo perché in questi anni il linguaggio della serialità si è trasformato, non solo perché le due serie appartengono a generi molto distanti, ma anche perché trattano temi completamente diversi.

Bisogna dimenticare il teen drama in cui un’adolescente magica affronta problemi di vita quotidiana – tra questioni scolastiche e sentimentali – consultando un libro degli incantesimi e affidandosi ai consigli del gatto parlante Salem, per lasciare spazio a una serie che si presenta come un incrocio ben orchestrato tra Harry Potter e Streghe, il telefilm che vedeva come protagoniste le tre sorelle Halliwell.

Le terrificanti avventure di Sabrina si avvicina a quest’ultima serie in particolare non solo per la presenza di mostri e demoni da sconfiggere, ma anche per la struttura. Come tutti i prodotti seriali contemporanei, la nuova versione di Sabrina nasce per essere fruita “in blocco”, durante una lunghissima sessione di binge watching, ma è anche vero che potrebbe essere tranquillamente guardata come una vecchia serie tv, una volta ogni tanto, senza dover per forza seguire tutta la storia dall’inizio alla fine.

Per intenderci, c’è sicuramente una trama cosiddetta “orizzontale” che si sviluppa episodio dopo episodio, ma ogni puntata presenta anche singoli casi “verticali” (esorcismi da effettuare, demoni del sonno da uccidere, streghe da salvare dal cannibalismo della congrega), che cominciano e si concludono all’interno della stessa e che permettono allo spettatore di guardare un episodio anche svincolato da tutto il resto.

Oltre all’originalità della struttura, però, la serie presenta un altro importante punto di forza: semplicemente, Sabrina è un bel personaggio. Prima di tutto perché è un personaggio spaccato: figlia di un potente e stregone e di una donna mortale, Sabrina è una mezza strega e per questo presenta una natura doppia nella quale convivono due aspetti contraddittori e inconciliabili, che rendono il conflitto sempre alto e forte, come ha spiegato Kiernan Shipka in un’intervista al Corriere della Sera. Inoltre, la protagonista ha tutte le caratteristiche che la fanno rientrare nel profilo dell’eroina tradizionale: è forte, coraggiosa, leale, determinata. È pronta a sacrificare se stessa e la sua libertà pur di salvare i suoi amici, il suo ragazzo e la sua famiglia. Obbedisce solo ai suoi principi e non si lascia piegare da nessuno.

Proprio in questo consiste il suo fascino, nella sua indipendenza e nella sua tensione verso il potere. Sabrina lo desidera, e lo dichiara apertamente sin dalla prima puntata. Ottenere il potere oscuro per una mezza strega di 16 anni sembra un obiettivo impossibile, anche perché perfino Satana è maschilista e nel regno delle tenebre, proprio come nel mondo dei mortali, vige una società sessista.

Tantissimi hanno già messo in luce il femminismo della serie, evidente non solo per il carattere della protagonista, ma anche per i numerosi dialoghi che ribadiscono quanto sia proprio questo il centro di tutta la narrazione. Dopotutto, una serie che parla di streghe non poteva che essere una serie femminista, dato che questa figura rappresenta l’emblema della donna che scardina e minaccia l’autorità dominante maschile.

E infatti sempre di più le storie di streghe stanno avendo successo. Come riportato dal Guardian, molti credono che quest’ondata sia legata alla politica contemporanea: in un mondo che sembra regredire e andare in direzioni che non vorremmo, la stregoneria, ma in generale l’occulto e l’esoterismo, sono delle forme attraverso cui è possibile esercitare un controllo. Paradossalmente, in un mondo sottosopra, il soprannaturale sembra essere l’unica fonte di stabilità. Prova di questa tendenza sono serie come Hill House, la serie Netflix basata sul romanzo di Shirley Jackson, la scrittrice americana che diceva di essere lei stessa una strega, o Suspiria, il remake del film di Dario Argento del 1977, diretto da Luca Guadagnino e in uscita a novembre, ambientato in una scuola di ballo dove si nasconde una congrega di streghe. Inoltre, tra le tante altre produzioni, sembra che sia prevista anche una nuova stagione di Buffy l’ammazzavampiri e in Italia è già stato annunciato il prossimo progetto di Netflix, Luna nera, una serie incentrata proprio sui processi delle streghe.

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