Racchiudere in un’unica definizione Colette (28 gennaio 1873 – 3 agosto 1954) è pressoché impossibile. Scrittrice, sceneggiatrice, attrice di teatro e giornalista, è conosciuta dai più per il romanzo “Chéri”, ma la sua influenza culturale nella società francese dello scorso secolo va ben oltre. In occasione dell’anniversario della sua nascita, e della nuova pubblicazione di alcuni suoi romanzi, approfondiamo la sua vita e la sua carriera…
A più di 150 anni di distanza dalla sua nascita, Sidonie-Gabrielle Colette (28 gennaio 1873 – 3 agosto 1954), meglio conosciuta solo come Colette, resta un simbolo di libertà ed emancipazione.
Un’artista a 360 gradi, che ha saputo innovare, anticipare le mode e oltrepassare i limiti; non solo trovando uno spazio in un mondo prettamente maschile, ma creandone uno proprio, inimitabile, che ha segnato la società francese della prima metà del XX secolo.
Colette oggi è ricordata per le opere letterarie, per i personaggi di Chéri e di Claudine in particolare, ma è stata anche un’attrice di teatro e di music-hall, ha lavorato a sceneggiature e come critica, e non di meno è stata giornalista durante gli anni della Prima guerra mondiale. Un’autrice che incarna lo spirito cosmopolita ed eclettico della Parigi di inizio Novecento e che, allo stesso tempo, ha imposto un cambio culturale.
In occasione dell’anniversario della sua nascita, ricostruiamo alcuni momenti chiave della sua vita e del suo percorso.
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I libri di Colette
Due sono i grandi titoli che riconoscono il valore di Colette nella letteratura francese, prima, e mondiale, poi. Da un lato la serie di Claudine, dallo stile brillante e moderno, dall’altro Chéri, in parte autobiografico e per l’epoca scandaloso, un romanzo apprezzato ancora oggi.
Tra le altre opere, però, dobbiamo citare anche Il grano in erba (Adelphi, 1991), titolo metaforico che rimanda all’adolescenza e al periodo delle prime pulsioni sessuali, La gatta (di cui Passigli e Mondadori propongono ora una nuova edizione), opera breve e brillante, e Gigi (Adelphi, 1992), da cui è stata tratta una commedia a Broadway (nel 1951) in cui ha recitato una giovanissima Audrey Hepburn.
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La serie di Claudine
La serie di Claudine è composta da cinque titoli: di questi, Claudine a scuola, Claudine a Parigi, Claudine sposata e Claudine se ne va compongono il primo ciclo di romanzi, scritti tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Rappresentano il primo grande lavoro letterario dell’autrice, anche se, negli anni delle prime pubblicazioni, questi libri sono firmati con lo pseudonimo del marito, Willy (Henry Gauthier-Villars, giornalista e scrittore che è noto ancora oggi per essersi appropriato dei lavori dei collaboratori della sua officina letteraria) e probabilmente da lui modificati.
La protagonista è Claudine, non la “solita” eroina dei romanzi rosa dell’epoca, ma una ragazza intelligente e disinibita, che ci racconta i suoi amori saffici (e platonici) e ci svela i vizi degli uomini per bene della borghesia. Parliamo di quattro romanzi che seguono la crescita di Claudine e, di conseguenza, la diversa testimonianza dell’ambiente che la circonda. Colette racconta tanti momenti della vita di Claudine senza moralismi e, anche per questo, ottiene sin da subito un grande successo. Parallelamente, alcune delle scene raccontate suscitano sconcerto e scandalo per il desiderio saffico esplicito.
Ai libri iniziali, oggi pubblicati in un’unica raccolta da Mondadori (I romanzi di Claudine, con la nuova traduzione di Dario Gibelli), segue il romanzo Il rifugio sentimentale (oggi disponibile nell’edizione di Le trame di Circe). Pubblicato nel 1907, finalmente con il nome della sua autrice, rappresenta una cesura con gli ideali di coppia e di amore presentati fino a quel momento. Non a caso, proprio intorno al 1906-1907 avviene la definitiva rottura con il marito Willy e l’inizio della relazione con Missy, la marchesa Mathilde de Morny, nota nel demi-monde parigino per i suoi atteggiamenti ritenuti scandalosi.
Soffermandosi su Claudine, è da notare che questo personaggio è uno dei primi a oltrepassare il confine delle pagine: se da un lato ispira delle trasposizioni teatrali di successo – diverse delle quali interpretate dalla stessa Colette -, è anche vero che Willy creò un vero e proprio marchio da vendere a diversi fabbricanti, e ciò diffuse ancora di più l’anti-eroina di Colette.
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Chéri e la sua fine
È il 1920, invece, quando appare Chéri, prima a puntate e poi come romanzo. Un testo oggi ritenuto un classico, che prende il nome dal suo protagonista maschile, Fred Peloux detto appunto Chéri, un giovane ricco e altezzoso, figlio di una cortigiana, madame Charlotte Peloux. Fred, anzi Chéri, è l’amante ventenne di Léa, la protagonista femminile, a tratti alter ego di Colette, una cortigiana molto ricca che nella storia ha tra i 45 e i 50 anni.
La loro è una relazione non ufficiale, che si sviluppa come molte altre relazioni dell’epoca ma che, inevitabilmente, è destinata a fallire: Fred è costretto a sposarsi e Léa subisce il dolore della perdita del suo amante.
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Colette, che proprio intorno al 1920 inizia una relazione con il genero diciassettenne (figlio del secondo marito dell’autrice, Henry de Jouvenel), entra nei pensieri e nelle emozioni dei suoi personaggi, e attraverso di loro descrive ipocrisie e tendenze della società parigina degli anni Dieci.
In un’estrema sintesi di questo libro (a cui fa seguito La fine di Chéri, ambientato quasi dieci anni dopo), si potrebbe dire che Chéri è un libro d’amore che coglie a pieno la dimensione erotica e sensuale della relazione. È una testimonianza della capacità di Colette di indagare i suoi personaggi che, pur disprezzando la moralità convenzionale, accettano di seguirne le regole, mostrando la dimensione del corpo al di sopra di quella psicologica.
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Una prova di ciò la fornisce la scrittrice statunitense Judith Thurman, che nella biografia Una vita di Colette (pubblicata da Feltrinelli nel 2001) inserisce nel sottotitolo “I segreti della carne”. E, a distanza di 105 anni, proprio Feltrinelli pubblica Chéri e il suo seguito, in un volume unico, con la traduzione di Angelo Molica Franco.

Chéri ha avuto sin dai primi anni diverse trasposizioni, tra cui un’opera teatrale e un balletto, musicato da Maurice Ravel nel 1925.
Colette, artista eclettica…
Tra le attività artistiche di Colette, una delle principali fu il teatro. Nel 1907 porta in scena al Moulin Rouge lo spettacolo Rêve d’Égypte, interrotto dal prefetto dopo la seconda rappresentazione per un bacio appassionato tra Colette e la marchesa Missy. Colette si esibisce in tournée interpretando Claudine; nel frattempo scrive la commedia En camarades e collabora con Sacha Guitry, regista e sceneggiatore francese.
Durante molti spettacoli Colette si esibisce come danzatrice e mima, nuda e avvolta da gioielli. Esprime un’arte completamente libera, colta e trasgressiva; scandalosa ma esempio della vitalità parigina di quegli anni.
Nel corso dei decenni successivi Colette scrive diverse opere teatrali, tra le quali anche Mitsou ovvero come le fanciulle diventano sagge (1919), un ibrido tra una pièce e una novella epistolare che fu apprezzata da Marcel Proust.
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…e attenta giornalista
Oltre ai testi più narrativi, non era strano imbattersi in articoli e riflessioni di Colette sui giornali. Questa attività si intensifica intorno agli anni Dieci e Venti: nel 1911 inizia una relazione con Henry de Jouvenel, che la avvicina al giornale Le Matin (di cui l’uomo è redattore capo). Nel 1914, con l’incedere della Guerra, Colette raggiunge il marito a Verdun e invia una serie di reportage a Parigi (poi censurati), viaggia anche in Italia per raccontare l’ingresso in guerra: gli articoli di questi anni verranno poi raccolti nel volume Les Heureus longues. Sebbene il matrimonio viva alcuni alti e bassi, nel 1919 Colette diventa caporedattrice della sezione letteraria del giornale del marito, occupandosi di critica letteraria e teatrale.
Un successo sempre più evidente che negli anni porta l’artista nata in Borgogna a essere insignita della Legion d’onore con il grado di Cavaliere.
Gli ultimi anni di Colette
Già dal 1939, anno in cui alla scrittrice viene diagnostica un’artrosi all’anca, Colette riduce i suoi spostamenti e gli impegni letterari. Durante gli anni della Seconda guerra mondiale continua a scrivere e a pubblicare. Nel 1945 viene eletta membro dell’Académie Goncourt (seconda donna a ottenere il riconoscimento) mentre nel 1949 ne diventa Presidente.
Colette muore nel 1954, a 81 anni, dopo una lunga carriera, durante la quale ha ottenuto tanti riconoscimenti ma ha anche suscitato numerose polemiche. Significativo, infatti, è il rifiuto da parte della Chiesa di concedere i funerali religiosi all’autrice di Chéri. In risposta, fu la prima donna a ricevere i funerali di stato in Francia.
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Fotografia header: Colette (Bettmann/Getty images 26-01-2025)