Su ilLibraio.it un estratto dal nuovo romanzo di Mario Fortunato

Se il vostro partner vi invitasse per un weekend a Parigi e, mentre siete insieme nella ville lumière, magari davanti a una tela di Paul Gauguin, se vi capitasse di comprendere – grazie a un’allusione, a un accenno, a un silenzio – che lui è già stato lì e ha fatto le stesse cose che ora sta facendo con voi, ma in compagnia di qualcun altro, cosa accadrebbe? E che ne direste se questo qualcuno si rivelasse – sempre grazie a un’allusione, un accenno, un silenzio – del medesimo sesso del vostro partner? E se infine la chiave di questa piccola catastrofe sentimentale fosse racchiusa nel quadro di Gauguin appena ammirato, come reagireste?

Tre giorni a Parigi

In libreria per Bompiani Tre giorni a Parigi di Mario Fortunato. Autore di numerosi libri, ha diretto l’Istituto italiano di cultura di Londra, da molti anni è critico letterario per “L’Espresso” e collabora con varie testate europee.

Su ilLibraio.it un capitolo (per gentile concessione dell’editore)

(…)

È un inverno particolarmente buio, a Milano. Il cielo appare grigio e scuro come l’asfalto delle strade, e sembra che tra il sopra e il sotto non ci sia differenza alcuna. Abita in via Buonarroti, in una palazzina inizio Novecento che conserva il decoro di altri tempi. Le scale ampie, squadrate: raramente si incontra qualcuno. L’unica presenza è quella del portiere, un uomo anziano, piccolo di statura e dall’umore indecifrabile.
Proprio davanti a quella palazzina, un pomeriggio di novembre, ha conosciuto Davide. Di quel giorno, rimane la luce offuscata dallo smog, in lontananza, e l’espressione neutra di lui – neutra come tutto ciò che vuole essere sfuggente. Nessuna foto.
Lara ha finito l’università, tuttavia vive ancora come una studentessa. L’appartamento di tre stanze e servizi, più il lungo, freddo corridoio che ne è la spina dorsale, lo divide con altre due ragazze più o meno coetanee: anch’esse laureate e meridionali, in attesa di un primo impiego duraturo, ma intanto occupate nei mille lavori insicuri e vaghi di quegli anni difficili. Delle tre, Lara è la più fortunata, e non solo perché ha alle spalle una famiglia solida dal punto di vista economico, ma perché già in novembre ha ottenuto una supplenza di quattro mesi, appena fuori città.
Insegna Scienze integrate in un istituto tecnico. La sua laurea, conseguita non esattamente con il massimo dei voti, è in Scienze biologiche, ma la sua passione è un’altra, la letteratura. Una passione scoperta tardi, dopo il primo anno a Milano, quando ha già dato tre esami del suo corso. A quel punto, non se l’è sentita di cambiare facoltà. Ha deciso che leggere diventerà il suo passatempo.
Una delle coinquiline di Lara è amica di Emma, la sorella maggiore di Davide. Un pomeriggio Lara è uscita per la spesa al mercato di piazza Wagner.
Ne ha approfittato per fare un salto nella libreria di un po’ livida di quando le cose vanno storte. È allora che Lara ha fissato un punto lontano in fondo alla strada, per sfuggire allo sguardo neutro di lui.
Senza dubbio, i suoi occhi la attraggono, però vi sente qualcosa di incompiuto e inaccessibile: sono seducenti proprio per questo. piazza Piemonte. Tornando a casa, proprio di fronte all’ingresso di via Buonarroti, ha incontrato la coinquilina con Emma e Davide, un ragazzo dall’aria scontrosa, che dimostra qualche anno in più di quelli che ha. Lara crede da principio che lui sia il fidanzato di Emma. Poi non solo scopre che Davide è il fratello più giovane, ma capisce pure che Emma se lo è portato appresso per presentarlo all’amica.
Spera che fra i due nasca qualcosa. Ma non nasce proprio niente, e tutti e tre hanno l’aria indecisa e un po’ livida di quando le cose vanno storte. È allora che Lara ha fissato un punto lontano in fondo alla strada, per sfuggire allo sguardo neutro di lui. Senza dubbio, i suoi occhi la attraggono, però vi sente qualcosa di incompiuto e inaccessibile: sono seducenti proprio per questo.

(continua in libreria…)

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