“Uccidi i tuoi amici” di John Niven, originariamente pubblicato nel 2008 (e pubblicato in Italia per la prima volta in questi giorni), ci scaraventa nei favolosi anni ’90, più precisamente nel 1997. Il protagonista del romanzo, Steven, è il talent scout di un’importante major discografica, immerso nel suo ambiente, tra selvagge feste innaffiate di sesso e cocaina, interminabili serie di concerti e insopportabili colleghi. Tutto questo, per Steven, significa soldi, soldi e ancora soldi. Il che si traduce in puntare alla cima eliminando tutto ciò che lo impedisce, arrivando persino a uccidere… – L’approfondimento

Il prezzo per il successo? Seguire la filosofia feroce di cane-mangia-cane. Questo è almeno quello che emerge in Uccidi i tuoi amici.

Il libro, uscito originariamente pubblicato nel 2008 e disponibile nel nostro paese solo recentemente grazie a Einaudi Stile Libero nella traduzione di Marco Rossari, è l’esordio dello scozzese John Niven. Conosciuto per il suo humor irriverente e sboccato, incline alla satira feroce, Niven è esploso con A volte ritorno, la sgangherata epopea di un Cristo hippie e rock trapiantato nel mondo di oggi, mal sano e privo di valori.

john niven

L’essenza dell’autore, però, è già tutta presente in questo suo primo titolo. Uccidi i tuoi amici ci scaraventa nei favolosi anni ’90, più precisamente nel 1997, scandagliato di mese in mese attraverso lo sguardo del suo protagonista respingente e, allo stesso tempo, irresistibile.

Steven è il talent scout di un’importante major discografica e sa bene che, nell’industria dell’intrattenimento, si può rimanere tagliati fuori da un momento all’altro: imboccare una hit comporta inevitabilmente una lunga serie di flop. Ma Steven, per quanto disgustato dal suo stesso ambiente, ne è assuefatto: è immerso nella sua parte più superficiale e disumana, tra selvagge feste innaffiate di sesso e cocaina, interminabili serie di concerti e insopportabili colleghi.

Il 1997 segna uno degli anni più proficui dal punto di vista economico per il mercato musicale. Gli Oasis, reduci dal best seller (What’s the story) Morning Glory stavano per pubblicare il must Be Here Now. I Radiohead pubblicano Ok Computer, ora un classico della storia del rock. Le Spice Girls conquistano il mondo a colpi di girl power. I Prodigy e i Massive Attack condividevano le chart con Robbie Williams che, uscito dai Take That, aveva dimostrato di non essere affatto l’ombra di Gary Barlow

Tutto questo, per Steven, significa soldi, soldi e ancora soldi. Il che si traduce in puntare alla cima eliminando tutto ciò che lo impedisce, arrivando persino a uccidere. 

Se la sola sinossi può ricordare American Psycho di Bret Easton Ellis, non è un caso. Se Ellis univa la sete di denaro al sangue per accoltellare a colpi di satira il mondo dei broker, Niven fa letteralmente a fette l’industria discografica dove regnano ipocrisia, sogni distrutti e fame di potere. 

La scrittura è agile e cinematografica, capace di tenere inchiodato il lettore divertendolo anche quando ci si addentra nel politicamente scorretto. Sa tratteggiare personaggi capaci di catturare subito l’attenzione: Steven, in questo senso è respingente (arrogante, egocentrico, superficiale, misantropo e misogino) quanto sempre coerente a sé stesso e irrimediabilmente affascinante. 

Il vero successo del libro, però, è la capacità di tratteggiare quel periodo d’oro musicale, ancora immacolata dalla minaccia Napster, e capace di stringere e sciogliere un infinito numero di contratti ogni giorno.

Ci si diverte leggendo i pronostici degli addetti al lavori su artisti che sono scomparsi o sono arrivati, anni dopo, alla gloria. Si legge, ad esempio, di Steven che, ascoltando la demo di Ok Computer, annuncia il futuro fallimento dei Radiohead, giudicando il disco inascoltabile. Allo stesso tempo, si parla della stellina dell’eurodance (definitivamente scomparsa dopo un singolo) Gina G. come l’erede assoluta di Madonna.

Artisti realmente esistenti (di successo o meno) si alternano a musicisti immaginari che, curiosamente, sembrano plasmati su personaggi in carne ed ossa (il dj drum ’n’ bass che arriva al successo e poi se ne esce con un singolo da 64 minuti ricorda pericolosamente Goldie, così come la cantautrice rock da milioni di copie Ellie Crush sembra palesemente Alanis Morrissette).

Per un appassionato di musica (o semplicemente per tutti i nostalgici), anche solo queste cose sono chicche imperdibili in quello che è uno dei migliori libri d’intrattenimento usciti in questi mesi. 

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