Un direttore d’orchestra, uno storico palazzo romano, le Br: che cosa tiene insieme questo strano triangolo? Ne parla il libro-inchiesta “La storia di Igor Markevič”, firmato da Giovanni Fasanella e Giuseppe Rocca, che sarà presentato a Roma il 28 gennaio

Il caso Moro continua a far parlare di sé perché ancora troppe verità sono state negate. E La storia di Igor Markevič (Chiarelettere), libro firmato da Giovanni Fasanella e Giuseppe Rocca, prova a offrire una pista inedita eppure ampiamente verificata attraverso le storie di personaggi in apparenza lontani, in realtà collegati dalla medesima catena di eventi.

presentazione

Seguendo la storia del direttore d’orchestra Igor Markevič e dei grandi personaggi del Novecento (Cocteau, Berenson, Nižinskij, Nabokov, Chaplin, Béjart, Ben-Gurion, Vlad), si intravede un filo rosso che dalla Parigi degli anni Trenta arriva dritto fino all’omicidio Moro, passando per salotti brulicanti di spie, diplomatici internazionali, avventurieri, regine della mondanità e regine vere, grandi massoni e banchieri, politici potenti e faccendieri. Francia, Stati Uniti, Unione Sovietica, Israele, Inghilterra, Spagna, e finalmente l’Italia, Firenze e Roma. Qui la storia di Markevič si incrocia con quella della famiglia Caetani e del loro palazzo. Qui è stato trovato il cadavere di Aldo Moro.

Secondo Giovanni Pellegrino, presidente della Commissione stragi, e sulla base dell’indagine condotta dai due autori, proprio Markevič potrebbe essere l’intermediario delle trattative tra Brigate rosse e servizi segreti di vari paesi che avvennero in quei drammatici giorni per la liberazione di Moro. L’autopsia rivelò che lo statista fu praticamente ucciso sul posto, perciò la sua ultima prigione doveva trovarsi a non più di cinquanta metri.

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