“Il solo fatto che tra i semifinalisti allo Strega ci siano solo tre autrici donne su dodici la dice lunga sul maschilismo in letteratura”: Valeria Parrella, in libreria con la sua “Enciclopedia delle donne”, intervistata da ilLibraio.it riflette sul femminismo, il rapporto delle donne con il loro corpo e la sessualità, i pregiudizi e i tabù alimentati da “un imbigottimento della società”. E riconosce che “le donne sono la forza propulsiva della nazione, ma la loro energia è ancora soffocata…”

Arriva in libreria Enciclopedia della donna di Valeria Parrella (Einaudi): è la storia di Amanda che crede nel detto nomen omen e che quindi non si tira mai indietro se si parla di ars amatoria. Anzi, come dice lei stessa nell’opera, di “fica”.

Valeria Parrella

Argomento a cui, l’Enciclopedia della donna originale, pensata per insegnare a essere la padrona di casa, la moglie e la madre perfetta, non dedica alcuno spazio. Per fortuna ci pensa Amanda, la quale, libera da ogni inibizione, accompagna il lettore attraverso una sua giornata: dalla visione di film pornografici, al lavoro come insegnante universitaria.

Valeria Parrella, autrice di romanzi, racconti e testi teatrali, intervistata da ilLibraio.it ha raccontato il personaggio di Amanda, ma soprattutto il rapporto delle donne con il loro corpo e la sessualità, e ha parlato anche di maschilismo in letteratura.

Valeria Parrella

In libreria sono numerosi i volumi che già nel titolo si riferiscono a “bambine”, “ragazze” e “donne”. In qualche modo questa centralità dei personaggi femminili si riflette anche nella realtà che ci circonda?
“La nostra società ha vissuto un ‘imbigottimento di ritorno’ che ha invalidato i progressi dei decenni precedenti. Le ragazze oggi faticano ad appropriarsi del proprio corpo: i femminicidi sono all’ordine del giorno ed è un dato allarmante, perché significa che molti uomini credono che le donne appartengano a loro. Inoltre, non abbiamo un Presidente del Consiglio donna e in politica abbiamo bisogno delle quote rosa. Le donne sono la forza propulsiva della nazione, ma la loro energia è ancora soffocata dal maschilismo”.

Anche un letteratura possiamo parlare di maschilismo?
“Devo dividere la mia esperienza personale da quello che vedo accadere ad altri. Nel mio caso io scrivo i libri e il mio agente, Roberto Santachiara, si gioca la partita con gli editori, il che mi rende meno vulnerabile. Il solo fatto che oggi tra i semifinalisti allo Strega ci siano solo tre autrici donne su dodici la dice lunga sul maschilismo in letteratura. Io tifo per Teresa Ciabatti e, visto che posso esprimere tre voti, li userò per sostenere le tre autrici. Sarà una votazione per genere”.

Qual è il rapporto delle donne con la loro sessualità?
“Il bello della letteratura è che non c’è una tesi. Ho deciso di raccontare di Amanda, donna che vive spudoratamente la propria sessualità. Si tratta della storia di una donna raccontata da una donna. La particolarità di Amanda è che si rapporta al sesso come lo fanno molti uomini: le piace e non si vergogna a dirlo. E quindi ne risulta una distorsione di quello che solitamente leggiamo riguardo alla sessualità. Inoltre, con il mio libro ho sdoganato la parola ‘fica’, che si trova stampata anche nella quarta di copertina”.

Amanda ha ormai superato la soglia dei cinquanta, ma non si fa fermare dagli stereotipi che ruotano attorno alle donne che invecchiano…
“Parliamo di una distorsione occidentale, perché non credo che nessuna società più spirituale della nostra riconosce la vecchiaia come un declino, anzi sono proprio gli anziani coloro che portano il sapere. Le donne devono essere unite, a prescindere dall’età, perché stiamo combattendo tutte la stessa battaglia”.

E il tabù delle donne che hanno un compagno più giovane, esiste davvero?
“Mi fa sorridere, perché ho visto da poco alcune immagini di Macron, candidato alle presidenziali francesi, con la moglie. Lei è una sessantenne bellissima, sposata con un uomo di vent’anni più giovane. E ho proprio pensato, davanti alle foto, che sono stati bravi tutti e due: lui per aver sposato una donna bellissima, lei per essersi trovata uno più giovane! Tuttavia, noi in Italia subiamo una pressione diversa, che proviene dal Vaticano”.

Passando alle sue letture, quali sono gli autori che ama particolarmente?
“Mi piacciono molto le opere di Simona Vinci, ma anche di Ciabatti, Bonvicini, Di Pietrantonio… Recentemente ho letto i racconti di Ilaria Macchia. Apprezzo anche Rossella Milone. Anche se la mia autrice preferita è Alice Munro”.

Grande spazio è dedicato ai racconti, come spiega allora i pregiudizi dei lettori verso questa forma?
“La colpa è della scuola italiana che fa passare per grandi opere solo i romanzi classici. Se venisse insegnata un po’ di letteratura comparata non ci sarebbe questo pregiudizio che condiziona molto anche l’editoria. Purtroppo alla scuola dell’obbligo non si leggono i racconti”.

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