Le ripetizioni? Un problema comune, che deve affrontare chiunque scriva. Ma come evitarle? Ecco i consigli di Massimo Birattari

Osservate questo brano:

Al di là di quello che riveliamo ai nostri amici, è impressionante la quantità di dati che forniamo liberamente in rete e che vengono sfruttati per fini commerciali: basta inserire il numero di telefono in un modulo, e subito veniamo bersagliati da telefonate di call center che ci sommergono di offerte.

Cosa c’è che non va? Le ripetizioni, qui veramente moleste: ci sono ben quattro che, poi telefono/telefonate e vengono/veniamo.

Nel suo libro L’italiano. Lezioni semiserie (BUR), Beppe Severgnini presenta la prima stesura di un suo articolo che conteneva 16 che (congiunzione e pronome relativo) e propone come esercizio di eliminarli tutti (in effetti l’articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” non conteneva nemmeno un che). Non è obbligatorio procedere sempre alla pulizia etnica di tutti i che, ma di certo i quattro contenuti nel brano sono troppi ed è necessario ridurli. Osserviamo per esempio la frase “è impressionante la quantità di dati che forniamo liberamente in rete”. Se la giriamo, scrivendo “Forniamo liberamente in rete una quantità impressionante di dati”, eliminiamo non solo un che, ma anche un livello di subordinazione, ottenendo un testo più semplice e diretto.

Lo stesso vale per la ripetizione vengono/veniamo. Il verbo venire può benissimo essere usato come ausiliare del passivo, ma due verbi passivi con l’ausiliare venire a breve distanza sono pesanti. In generale, è meglio non abusare delle forme passive, meno chiare e dirette dei verbi attivi e tipiche per esempio della lingua burocratica. Siccome dobbiamo comunque cambiare la frase per eliminare la ripetizione, conviene cogliere l’occasione per sostituire un passivo con una forma attiva, ottenendo anche in questo caso un testo più semplice ed efficace.

Quanto alla ripetizione telefono/telefonate, basta considerare che un call center farà per forza telefonate, e quindi sarà facile, nel passaggio dal passivo all’attivo, rimuovere anche la necessità di usare il sostantivo.

Ecco allora il brano ripulito sulla base di tutto quanto detto finora (evidenzio in neretto i cambiamenti):

Al di là di quello che riveliamo ai nostri amici, forniamo liberamente in rete una quantità impressionante di dati sfruttabili per fini commerciali: basta inserire il numero di telefono in un modulo, e subito i call center ci bersagliano di offerte.

Avete visto? Individuare un problema nella rilettura (le ripetizioni) ci è servito a migliorare l’efficacia complessiva del testo, che adesso comunica in maniera più immediata ciò che volevamo dire. In più, abbiamo ridotto del 20 per cento la lunghezza del brano (41 parole al posto di 51): un altro ottimo risultato.

L’AUTORE – Massimo Birattari, consulente editoriale, traduttore, autore, ha scritto Italiano. Corso di sopravvivenza (TEA; dal capitolo sulla punteggiatura proviene in parte questo testo), È più facile scrivere bene che scrivere male (Ponte alle Grazie) e quattro romanzi per ragazzi, su grammatica, scrittura, lettura: Benvenuti a Grammaland, La grammatica ti salverà la vita, Scrivere bene è un gioco da ragazzi, Leggere è un’avventura (tutti Feltrinelli Kids). È l’autore anche della scatola-gioco Le carte della grammatica (Gribaudo).

Il suo ultimo libro è Grammatica per cani e porci (Ponte alle Grazie). Il suo blog è www.grammaland.it.