Siamo quasi tutti convinti di ricordare il passato esattamente come è stato. Purtroppo, il nostro cervello è meno affidabile di quanto si è soliti pensare… Su ilLibraio.it l’intervento dello scrittore Brian Freeman, in occasione dell’uscita del suo nuovo thriller, “La donna che cancellava i ricordi”

Possiamo fidarci davvero della nostra memoria? Siamo quasi tutti convinti di ricordare il passato esattamente come è stato. Purtroppo, il nostro cervello è meno affidabile di quanto si è soliti pensare. Ogni volta che un ricordo riaffiora nella nostra mente assume una consistenza non diversa da quella dell’argilla e si espone al rischio di essere modificato e rimodellato.

Esiste un metodo molto semplice per dimostrarlo: basta pensare a un momento importante della nostra vita che abbiamo condiviso con qualcuno cercando di rievocare il maggior numero di dettagli possibile. Dovremo poi chiedere a quel qualcuno che ha vissuto con noi quel momento di fare lo stesso. Con ogni probabilità, confrontando le due versioni, noteremo numerose differenze.

Il contenuto della nostra memoria si modifica nel tempo fino a rendere impossibile distinguere realtà e finzione. In sostanza, siamo in grado di trasformare i nostri ricordi senza neanche rendercene conto. E se qualcun altro, oltre a noi stessi, potesse manipolarli? Potrà sembrare assurdo, ma non lo è affatto. Fattori esterni interferiscono con lo stato di conservazione della nostra memoria in continuazione. Tutto quello che leggiamo, che vediamo, ogni frase che ascoltiamo viene filtrata nel nostro cervello e altera il modo in cui abbiamo registrato il passato. Certo, queste interferenze non hanno quasi mai esiti preoccupanti. Ma in alcuni casi possono risultare letali.

Un paio di anni fa ho assistito a un intervento di Elizabeth Loftus, una psicologa statunitense che ha dedicato la sua vita alla ricerca nel campo della memoria. Durante il discorso, la dottoressa Loftus menzionò una serie di casi, risalenti agli anni ottanta, in cui alcuni psichiatri forzarono inavvertitamente i loro giovanissimi pazienti a “ricordare” episodi di violenza e abusi che in realtà non erano mai avvenuti. Altri esempi esposti riguardavano testimoni oculari di crimini che, durante le indagini, identificarono e fecero quindi condannare persone innocenti. Alcune di queste condanne furono ritirate solo anni dopo basandosi su nuove prove e test del DNA che dimostrarono l’inattendibilità delle testimonianze. Eppure quei testimoni ricordavano esattamente quello che avevano visto e giuravano di non mentire.

E’ così che è nato il mio ultimo romanzo La donna che cancellava i ricordi, dalla consapevolezza che la nostra percezione del passato può essere distorta fin troppo facilmente. Una delle mie sequenze preferite del libro è quella durante la quale la dottoressa Stein, una psichiatra di San Francisco, espone al detective Frost il processo di manipolazione della memoria mostrandogli un breve video di un incidente stradale. Nei pochi minuti che seguono, riesce a influenzare poco per poco il ricordo che Frost ha sviluppato del video seminando con astuzia piccole falsità nella ricostruzione dei fatti. E così, al termine della dimostrazione, l’uomo è costretto a sopprimere il suo scetticismo e ad ammettere che non riesce più a riportare alla mente con esattezza i dettagli dell’incidente.
La donna che cancellava i ricordi è forse il mio romanzo più minaccioso, più inquietante. Ma è soprattutto per me una riflessione sulla fragilità della nostra memoria: se ciò che siamo è il prodotto di ciò che ricordiamo di noi stessi, è davvero preoccupante pensare che non sempre possiamo fidarci di quello che la nostra mente ci comunica.

La donna che cancellava i ricordi

L’AUTORE – Brian Freeman, autore amato anche in Italia, dove ha avuto Giorgio Faletti tra i suoi principali ammiratori, è uno dei maggiori autori americani di thriller, tradotto in 46 Paesi. In Italia è pubblicato da Piemme, fin dal suo thriller d’esordio, Immoral (2006), che ha vinto il Macavity Award come migliore opera prima. Con Il veleno del sangue (2013) Freeman ha vinto gli International Thriller Awards per il miglior romanzo dell’anno. Tra i thriller più recenti, La ragazza di pietra (2014) e Ai morti non dire addio (2016). Con La donna che cancellava i ricordi, Freeman inaugura una nuova serie, con un nuovo protagonista, lo scettico e tormentato detective Frost Easton.

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