Uscito in Italia nel 2004, il longseller “L’ombra del vento” di Carlos Ruiz Zafón si riconferma un caso editoriale unico. Attraverso la magistrale narrazione dello scrittore spagnolo, il romanzo offre un viaggio emozionale in una Barcellona velata, intrecciando mistero, amore e tradimento in un’atmosfera gotica…

L’ombra del vento è per lo più invisibile, per scorgerla occorrono condizioni particolari, quasi uniche. È un fenomeno inconsistente, non controllabile, difficilmente riproducibile. Un caso, anche se il caso, per Carlos Ruiz Zafón, non esiste veramente; parlerebbe di destino forse, un destino da andare a cercare proprio come quell’ombra invisibile che si nasconde da chiunque.

l'ombra del vento - copetina

L’ombra del vento (Mondadori, traduzione di Lia Sezzi), romanzo pubblicato per la prima volta in Italia nel 2004, è tutto questo: un racconto invisibile, perché perso nel tempo, sfuggente, perché la sua storia sfuma nella memoria dei lettori e si tramuta in ricordo. È poi unico perché rappresenta un caso editoriale capace di rendere il suo autore il secondo scrittore spagnolo più letto al mondo dopo Miguel de Cervantes.

A vent’anni dalla sua pubblicazione in Italia, questo romanzo continua ad affascinare generazioni di lettrici e di lettori, confermandosi forse come una delle ultime storie la cui eco continua a risuonare nelle librerie con un linguaggio universale. A oggi, solo in Italia, L’ombra del vento ha venduto più di due milioni e mezzo di copie. Nel mondo è stato tradotto in più di 34 lingue.

Una notte Daniel, il protagonista del longseller di Zafón, si sveglia di soprassalto e non riesce più a ricordare il volto di sua madre. Lo ha dimenticato, crede di averlo perso per sempre, perché Isabella è morta anni prima, quando lui era solo un bambino.

La storia di Daniel Sempere e della sua libreria prende vita tra le strade di una Barcellona fumosa, dalla luce fioca. Lo spettro della guerra civile e del franchismo, aleggiano sulle spalle dei protagonisti senza mai rubare la scena. Il peso del passato, nella Barcellona di Zafón, non oscura mai la necessità del presente, ma ne è parte integrante.

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Sono principalmente le donne, e poi gli uomini a creare la spirale in cui, parola dopo parola, l’autore ci fa precipitare. Il mistero del Cimitero dei Libri Dimenticati, la maledizione di un libro perduto, uno scrittore che ha provato a cancellare tutte le sue tracce. E poi l’amore, un amore che condanna per sempre, ma che è l’unico modo per conoscere veramente la vita.

Daniel fa un giro largo, attraversa le storie di sconosciuti che diventano buoni amici. Cresce fino a capire che non esiste nulla che si impari veramente: tutto, piuttosto, si ricorda. È solo arrivando a quel punto che finalmente si riappropria del volto di sua madre.

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Carlos Ruiz Zafon Gettyeditorial 6-3-2024

Carlos Ruiz Zafón (foto Getty)

Carlos Ruiz Zafón, nella sua opera più nota, non fa altro che tornare a quel volto. Isabella, la madre di Daniel, è la figura cardine dei quattro romanzi di cui L’ombra del vento rappresenta, solo per data di uscita, la prima porta. È una storia che diventa un mondo, pagina dopo pagina, e può essere ripercorsa per strade diverse, come voleva lo stesso autore. Una Barcellona unica a cui si può accedere solo tramite le sue parole.

Il gioco dell’angelo, Il prigioniero del cielo e Il labirinto degli spiriti sono ingressi differenti da percorrere per godere di panorami diversi. Non esiste un ordine di lettura, si può scegliere quello cronologico o quello di uscita, ma non c’è una maniera giusta o sbagliata per accedere a quel mondo. È una storia fatta di memoria perché aggiunge, parola dopo parola, un frammento di ricordo, una mattonella nuova con una rosa geometrica su cui muovere i propri passi.

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Zafón è venuto a mancare nel 2020 a soli 55 anni, ma la sua morte non ha intaccato il fascino delle sue storie per tutte quelle lettrici e quei lettori che delle sue parole si sono sempre nutriti.

Non è raro camminare per la Barcellona di oggi e incappare in turisti che cercano per le strade o nei negozi, quei luoghi che, nelle pagine de L’ombra del vento, sono diventati familiari. In molti avranno percorso la città alla ricerca della libreria Sempere e figli, o del più misterioso Cimitero dei Libri Dimenticati.

Ed è proprio nel ricordo di quella Barcellona che si sovrappone alla città reale che rivive la potenza della penna di Zafòn, capace di edificare luoghi invisibili e di giocare con le luci per darci la possibilità di distinguere, seppur fugacemente, la preziosa ombra del vento: il passato che diventa presente, prima di sfuggire in un ricordo nostalgico.

“Esistiamo fintanto che siamo ricordati.”

barcellona

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