Che cos’è l’allegoria? E qual è la differenza tra allegoria e metafora? Guida a una figura retorica di significato molto diffusa e al contempo complessa da decifrare, tipica delle opere letterarie e dell’iconografia artistica…

L’allegoria è una figura retorica di significato per cui un concetto viene espresso tramite un altro più astratto, spesso di tipo simbolico, che è capace di trasmetterne il senso con più forza e immediatezza. Come nella metafora (e a differenza della similitudine) nell’allegoria non viene mostrato il rapporto tra il significato letterale e quello allegorico, ma quello allegorico semplicemente sostituisce quello letterale.

Come spesso accade con le figure retoriche, l’etimologia della parola allegoria proviene dalle lingue classiche, e in questo caso dall’unione delle parole greche àllos e agorèyo, che si può tradurre come “dico altro”, nel senso di dire altro rispetto al significato letterale.

Perché, ci si potrebbe chiedere, quando si vuole comunicare qualcosa, si sceglie di passare tramite un concetto alternativo? C’è sicuramente una motivazione di tipo estetico, quindi di bellezza percepita, sia del concetto scelto sia del modo in cui viene espresso.

Ma la ragione principale per cui si utilizza l’allegoria è che esistono delle casistiche (e delle modalità per trattarle), in cui il significato alternativo (in questo caso quello allegorico) risulta più espressivo e funzionale a comunicare il messaggio rispetto a quello letterale.

La mente umana è particolarmente affascinata dai simboli, e l’allegoria trae spesso spunto da un qualche tipo di simbologia. Anche per questa ragione è necessario approfondire la simbologia tipica del periodo storico, della cultura e del luogo geografico di provenienza di un’allegoria per comprenderne appieno il significato.

Esempi di allegoria

La Primavera di Botticelli è un esempio di allegoria in ambito artistico

Un esempio di allegoria in ambito artistico è il celebre dipinto Primavera di Sandro Botticelli. La raffigurazione ha diversi livelli di lettura, e uno di questi è quello legato alla mitologia, che vede partecipare Clori, rapita da Zefiro e trasformata in Primavera, Venere e Cupido, le Tre Grazie e Mercurio, in un’iconografia atta rappresentare la stagione della rinascita. In campo artistico infatti l’allegoria viene espressa principalmente tramite personificazioni. (Photo by © Summerfield Press/CORBIS/Corbis via Getty Images)

L’allegoria ha una lunga storia di utilizzo: non mancano gli esempi già nella Bibbia, così come nei miti e nella poesia classica. Altre tipologie di testi in cui vengono spesso utilizzate le allegorie sono le parabole e le favole.

Esistono inoltre delle allegorie che si basano su simbologie condivise anche al giorno d’oggi, che per questa ragione non è necessario interpretare: pensiamo per esempio alla scelta di inserire in una scena una colomba, per rimandare all’idea della pace, o di riferirsi alla fortuna nel linguaggio comune come a una dea bendata.

Veniamo dunque agli esempi in letteratura. Partiamo da quella che forse è considerata l’allegoria per eccellenza della letteratura italiana, e cioè la selva oscura di Dante Alighieri. Essa rappresenta il peccato, in cui Dante si trova poiché durante il cammino (il suo percorso di vita) ha ha perso la “retta via”. Dante stesso, nella struttura di questa allegoria, si fa rappresentazione di ogni uomo. È proprio nella selva oscura che Dante incontra tre belve, che nell’iconografia del periodo rappresentavano appunto tre tipologie di peccati. Ci fermiamo solo ai primi versi di una vasta opera, la Divina Commedia, che è colma di allegorie in ogni sua parte: nei luoghi descritti, nei personaggi scelti e nelle azioni che essi compiono. Virgilio, per esempio, oltre a rappresentare il poeta è anche simbolo della ragione, così come Beatrice simboleggia la possibilità di avvicinarsi al divino.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!”

(D. Alighieri, Canto I, Inferno)

Benché l’allegoria si diffuse soprattutto nei componimenti medievali (si tratta infatti di un’epoca storica ricca di simbolismi, religiosi e non solo), non mancano esempi di allegoria anche in opere più recenti. Pensiamo per esempio a La fattoria degli animali di George Orwell, in cui gli animali di una fattoria si ribellano al loro fattore, finendo però per essere assoggettati alla tirannia dei maiali. L’intero romanzo è una grande allegoria politica, in cui la liberazione da un asservimento finisce solo per sfociare in una nuova dittatura.

Differenza tra allegoria e metafora

Qual è quindi la differenza tra l’allegoria e la metafora? A un primo sguardo, comprenderla può sembrare complicato: già Aristotele infatti definiva l’allegoria come una “metafora continuata”.

Per identificare quale figura retorica si ha di fronte, innanzitutto ci si può riferire alla sua lunghezza: quando si tratta di una metafora la figura retorica occupa una o poche parole, mentre l’allegoria richiede solitamente più spazio, sia nel discorso parlato sia nello scritto. Un’allegoria può anche attraversare tutta un’opera, tramite un sistema schematico in cui azioni e personaggi si rispecchiano nel loro significato allegorico.

Un’altra differenza si trova nella tipologia di interpretazione richiesta. Mentre nel caso della metafora il collegamento tra l’espressione utilizzata e il significato letterale è più immediato (per esempio il nido per parlare della casa natale, gli ostacoli per i problemi da superare), nel caso dell’allegoria è spesso necessario un ragionamento, oppure una conoscenza della simbologia di riferimento di chi scriveva.

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