Per la prima volta vengono esposte le opere artistiche di Achille Mauri: la Fondazione Kenta di Milano ospita la mostra “Ahead of Time”, a cura di Francesca Alfano Miglietti – Immagini e particolari

Mercoledì 14 maggio inaugurerà (alle 18.30) presso la Fondazione Kenta (via Filippo Sassetti 31, Milano) la mostra Achille Mauri – Ahead of Time, a cura di Francesca Alfano Miglietti, che sarà visitabile fino al 4 giugno dal mercoledì al venerdì, dalle ore 15 alle ore 19.30, e il sabato dalle ore 11 alle ore 19.30.

La mostra, in cui per la prima volta vengono esposte le opere artistiche di Achille Mauri, si propone di evidenziare un lato meno conosciuto di Mauri, noto solo ai pochi intimi: un ambito che, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, era diventata la principale delle sue passioni.

mostra Achille Mauri

Cavalli Gaucho

 

La mostra – come si spiega nella presentazione – “intende restituire la personalità eclettica di Achille Mauri, regista e sceneggiatore ma al tempo stesso montatore e produttore, scrittore eccentrico, organizzatore, attivatore culturale“. E ancora: “Nei suoi progetti si percepisce sempre il gioco continuo che intrattiene con due linguaggi potenti e apparentemente opposti – la tecnologia e la magia – tutto con uno stile inequivocabile e diretto, e con una curiosità che gli ha permesso di muoversi tra le istanze diurne e razionali delle tecnologie lasciandosi sedurre contemporaneamente e con naturalezza dalle forze notturne e irrazionali della magia, che hanno come dimora l’universo e l’anima”.

“Sempre sospeso tra linguaggi diversi, osservatore attento e partecipe del cambio di paradigma sociale e politico del suo tempo”, Achille Mauri ha adottato “una metodologia inedita capace di intrecciare il fantastico e il carisma del soprannaturale, le ragioni ‘realiste’ e il rispetto dell’individuo“.

mostra Achille Mauri

Pamparte

In mostra la sezione Land Art, che restituisce attraverso una serie di fotografie l’attenzione di Achille Mauri verso il pianeta Terra, il suo rispetto e il continuo dialogo con essa. “Il legame tra arte e natura nasce per Achille direttamente dal suo essere al mondo, parte del pianeta, con una coscienza delle sue forme, della sua potenza, e della necessità di intervenire, in qualche modo, negli inesorabili cambiamenti in atto”. Per Achille Mauri “l’arte ha la possibilità di comunicare agli esseri umani le condizioni ottimali per amare e tutelare la Terra: nelle sue suggestive opere emerge il rapporto uomo-natura, un legame profondo tra arte e natura, un’esperienza di riflessione e consapevolezza; vogliono proporre il suo stupore di fronte al mistero del mondo, indicare la propria meraviglia di fronte al prodigio della natura, ed essere la necessità di comunicare un’emozione”.

mostra Achille Mauri

Matita per disegnare nubi

Presenti una selezione delle opere Pamparte, oggetti modificati da Achille Mauri che, come afferma la curatrice Francesca Alfano Miglietti nei testi del catalogo: “(…) appaiono come un momento estraneo, parte determinante e vivente di un fare che ‘mescola’ l’artigiano, lo sciamano e il poeta. Probabilmente gli oggetti di Achille Mauri sono anch’essi ‘oggetti d’affezione’, perché riescono a raggiungere quell’immagine poetica che non riguarda più solo l’oggetto, ma il modo di usare la realtà, sulla traccia dell’oggetto proposto”.

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In mostra molti Disegni: “l’arte, in tutte le sue forme, è stata sempre la passione di Achille Mauri, che ha coltivato un amore silenzioso per il disegno, e fino alla fine dei suoi giorni i disegni sono stati per lui una sorta di dialogo aperto con l’invisibile”. Le carte dipinte sono quasi tutte di medie e piccole dimensioni, le tecniche utilizzate variano dalla penna ai pennarelli, dall’acquerello alla tempera, dai pastelli a cera agli inchiostri. “Il figurativo è sempre presente nei suoi disegni, volti, animali, frutti, orizzonti, case, oggetti, cieli… per poi lasciare spazio alle linee, alle macchie, al vuoto e alle cose nel loro insieme, nel loro combinarsi, nel loro sovrapporsi. Il colore appare come un approccio inatteso, gli elementi tracciati assumono direzionalità diverse e si dispongono nello spazio della rappresentazione lasciando vuoti i margini”.

In mostra anche Magia d’Africa, il racconto attraverso una serie di fotografie del documentario omonimo realizzato da Achille Mauri e della sua fascinazione per questo Paese, nata nel 1974 in seguito a un viaggio nel Dahomey (oggi Benin) su invito del Re Aho René Glelé, discendente del Dio Agassou. Magia d’Africa, trasmesso dalla Rai in cinque puntate, è un documento prezioso che racconta cultura e tradizioni del Dahomey, esplorando rituali magico-divinatori e cerimonie religiose.

Per la mostra sarà pubblicato un catalogo monografico, edito da Lampi di Stampa, che raccoglie preziose testimonianze sulle varie ‘identità poetiche’ di Mauri.

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