Il romanzo di formazione “Napoli mon amour” segna il debutto di Alessio Forgione, che su ilLibraio.it racconta sette letture che, in qualche modo, hanno accompagnato il suo primo libro: da “Ferito a morte” di Raffaele La Capria e “Fuoco fatuo” di Drieu La Rochelle a “Nel mondo a venire” di Ben Lerner, passando per “Palme selvagge” di William Faulkner e…

NN porta in libreria il secondo titolo del progetto Innocenti, dedicato alla narrativa italiana: a firmare Napoli mon amour è l’esordiente Alessio Forgione che, nato nel capoluogo campano nel 1986, ora vive a Londra, dove lavora in un pub.

Nel suo romanzo di formazione Forgione racconta una Napoli afosa e livida di pioggia: il protagonista, Amoresano, ha trent’anni e non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. Le sue giornate passano lente, tra la vita con i genitori, le partite del Napoli, le serate con l’amico Russo e la ricerca di un lavoro. Dopo l’ennesimo, grottesco colloquio, decide di dare fondo ai suoi risparmi e di farla finita. Un giorno, però, incontra una bellissima ragazza e se ne innamora. Questo incontro riaccende i suoi desideri e le sue speranze: vivere, essere felice, scrivere. E incontrare Raffaele La Capria, il suo mito letterario. Ma l’amore disperde ancora più velocemente energie e risorse, facendo scivolare via, un centesimo dopo l’altro, i desideri ritrovati e le speranze di una vita diversa.

Alessio Forgione napoli mon amour

Su ilLibraio.it l’autore racconta sette letture che, in qualche modo, hanno accompagnato il suo primo romanzo:

Raffaele La Capria – Ferito a morte

In un agosto di non molti anni fa venni licenziato e sbarcato a Olbia. Presi un’altra nave e tornai a Napoli. La mia fidanzata d’allora mi convinse ad andare in vacanza con lei e il giorno dopo prendemmo un piccolo traghetto e arrivammo a Procida. Leggevo Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust e stavo impazzendo, perché troppo grande per portarlo in spiaggia e perché ero arrivato a La prigioniera e guardavo la mia fidanzata e mi venivano brutti pensieri. Una sera, in una piccola libreria, vidi Ferito a morte. Fino a quel momento non l’avevo mai sentito nominare. Lessi la prima pagina e fu un’esplosione. Il giorno dopo lo cominciai, lo finii e lo ricominciai. Lo lessi quattro volte in tre giorni e una notte andammo in spiaggia e le dissi che volevo scrivere. Le dissi che non avrei cercato un nuovo lavoro o un nuovo imbarco e che mi sarei chiuso in casa, dalla mattina alla sera, a scrivere. – Fallo – mi disse e poi non ci facemmo il bagno perché non si vedeva nulla e ci spaventava molto l’idea di stare in acqua, immersi nel buio.

Drieu La Rochelle – Fuoco fatuo

Praticamente successe che m’innamorai di Céline e ci scrissi una tesi di laurea. All’epoca era abbastanza strano perché, eccetto che per alcune sue cose, il grosso lo trovavi nelle librerie frequentate solo da quelli di super estrema destra. Il relatore della mia tesi amava più o meno tutti gli scrittori fascisti o presunti tali. Un giorno mi disse di leggere Fuoco fatuo, ch’era potentissimo e meraviglioso e lo comprai e ancora oggi è uno di quei libri che regalo alle persone da cui desidero farmi conoscere. Quello che credo leghi Napoli mon amour a questo libro è il modo in cui viene fatto scorrere il tempo all’interno della storia. Darsi un limite oltre il quale non si procederà. Avere un’intenzione e perseguirla. Non ho letto molto altro di La Rochelle. Solo Piccoli borghesi e Diario di un delicato e mi sono piaciuti entrambi.

Jack London – Martin Eden

Lavoravo sulle navi e comprai Martin Eden il giorno prima di una nuova partenza ed è lì che lo lessi. Apriti cielo. Mettevo la sveglia due ore prima del dovuto e leggevo, dormivo, mi svegliavo, mi rasavo, mi facevo una doccia e poi ricominciavo a leggere. Perché mi venne l’idea che si potesse vivere senza dormire ma che non si potesse vivere senza leggere. Oggi che vorrei dormire un po’ di più ma non ci riesco mi viene voglia di prendermela con Jack London. Ad ogni modo, la fame che Martin Eden ha verso i libri, la cultura e quel mondo che non gli appartiene è una cosa dolce, che apprezzo e credo che qui e lì, in Napoli mon amour, questa cosa si percepisca. Ho letto da qualche parte che London l’ha scritto per illustrare un cattivo esempio, una strada da non seguire, ma per me Martin Eden è un bellissimo esemplare di uomo.

Peppe Lanzetta – Figli di un Bronx minore

Sono un grandissimo ammiratore di tutto quello che Lanzetta ha scritto durante gli anni ’90. Il mio preferito è Incendiami la vita ma è con Figli di un Bronx minore che l’ho conosciuto e lo inserisco in questa lista perché nelle narrazioni di una certa Napoli, ovvero della Napoli delle periferie, qualsiasi sua periferia, c’è sempre un certo fastidiosissimo paternalismo. Chi scrive delle periferie, soprattutto chi non c’ha mai vissuto, spesso si dimentica che i poveri sono poveri, mica stupidi. Per molto tempo mi sono chiesto quale fosse il giusto modo di raccontare quei luoghi e, a pensarci, la trovavo una cosa molto complicata. Lanzetta mi ha spiegato che, invece, è una cosa molto semplice. Basta dire sempre e solo la verità, senza ricami.

Ben Lerner – Nel mondo a venire

Io regalo solo libri e mi piace tantissimo quando qualcuno ne regala a me. Lo trovo un gesto molto intimo. Nel mondo a venire me l’ha regalato un mio amico di nome Andrea – È perché ci siamo riconosciuti – mi disse e poi mi diede questo romanzo. L’ho letto un attimo prima di cominciare a scrivere Napoli mon amour e credo che mi abbia aperto la testa. Inoltre credo che sia uno di quei libri che sposta, di poco o di molto non so, il modo che tutti gli altri hanno di scrivere libri. Mi piace moltissimo il fatto che tutte le informazioni vanno a comporre la storia. Tutto è rilevante. Cosa mangi, cosa guardi, cosa leggi, cosa sogni, cosa odi. Mettere tutto senza omettere nulla.

William Faulkner – Le palme selvagge

Ciclicamente mi prendo una fissazione e in virtù di quella fissazione vado dicendo, per un paio d’anni buoni, che quello o quell’altro è il mio scrittore preferito. Gli ultimi due anni sono di Faulkner e finita la prima stesura di Napoli mon amour, riletto un po’ di volte, m’ero fatto l’idea che non fosse una storia d’amore. Che, sì, c’era un po’ di tutto, ma che non c’era una storia d’amore. La prima volta che incontrai Eugenia Dubini, l’editore, nella sede di NN, mi guardava e rideva. Non è stata la prima cosa che mi ha detto ma me l’ha detta quasi subito: – La storia d’amore è meravigliosa – ed io non le ho risposto che secondo me non lo era. Poi ne abbiamo parlato tante altre volte e mi ha quasi convinto. Mi sono convinto del tutto dopo aver letto Palme selvagge l’inverno scorso. Dopo averlo letto mi sono detto che sì, anche in Napoli mon amour c’è una storia d’amore e che mi piace e che mi piace che ci sia ma che la storia d’amore, quella definitiva, l’ha scritta William Faulkner con Le palme selvagge.

Ermanno Rea – Nostalgia

Mentre andavo all’ultima riunione in NN, mi sono fermato a fare colazione in una libreria e lì ho anche comprato Nostalgia ed è strano perché di solito non faccio mai colazione. Napoli mon amour, se vogliamo, era già praticamente finito e ho letto Nostalgia proprio mentre ne rileggevo l’ultima stesura. Forse mi è sembrato così solo per il momento che stavo vivendo o forse mi sono confuso e mi confondo ancora, ma credo di aver parlato, senza troppo approfondirla, a dire il vero, anche di una certa nostalgia. Del legame che hanno gli esuli con la terra natia o del legame che avrà un potenziale esule con quello che crede gli rimarrà, negli occhi e nel cuore, della sua terra. Poi, essendo prevalentemente un napoletano, credo di aver parlato di quella sfumatura particolare della nostalgia che ha il napoletano verso Napoli. Non so s’è vero, ma credo ci sia tra le righe; non è evidente ma può essere colta. Rea, invece, sviscera questa cosa e la rende palese e dice tutto, dall’inizio alla fine, quasi con fare scientifico. Mi ha stupito molto, per come porta avanti la storia e per come la intreccia con la geografia dei luoghi ch’è anche una geografia dei sentimenti. Sfruttando la storia che racconta e fondendo questi due aspetti, dà vita ad un romanzo bellissimo.

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