Ventottenne latina del Bronx, batte alle primarie il suo concorrente, da quasi vent’anni in carica, e figura di spicco del partito Democratico a Washington. Non è un romanzo, ma la realtà che per una volta supera la fiction. E potrebbe rappresentare il futuro della sinistra negli Usa. Il ritratto della politica e attivista Alexandria Ocasio-Cortez

Ventottenne latina del Bronx batte alle primarie il suo concorrente, da quasi vent’anni in carica, e figura di spicco del partito Democratico a Washington. Non è un romanzo, ma la realtà che per una volta supera la fiction. E riporta in vita quella narrazione tanto cara agli Usa, la parabola dell’ultimo che diventa portavoce dei suoi pari e riesce a scalzare il detentore del potere. Uomo, bianco.

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Lei è Alexandria Ocasio-Cortez, la politica newyorkese dei Democratic Socialists of America che lo scorso martedì alle primarie per rappresentare al Congresso il distretto 14 di New York, che comprende parte dei quartieri del Bronx e del Queens, ha sbaragliato il suo avversario, Jon Cowley, ottenendo l’88% dei voti e oltre 4mila preferenze.

E pensare che Ocasio-Cortez alle elezioni non ci voleva nemmeno andare: “Ho sempre pensato che potesse concorrere alle elezioni solo chi aveva denaro, influenza e il potere di una grande dinastia alle spalle, e sapevo di non avere nulla di ciò”, ha raccontato la politica intervistata da The Cut.

Infatti, nonostante avesse fatto uno stage all’ufficio immigrazione del Senatore Ted Kennedy e si fosse impegnata come organizzatrice della campagna elettorale di Bernie Sanders alle presidenziali del 2016, Alexandria Ocasio-Cortez era tornata alla vita nel suo quartiere, il Bronx per l’appunto.

Figlia di due portoricani, un negoziante (nato nel Bronx) e una donna delle pulizie, dopo la laurea alla Boston University, in seguito alla morte del padre, avvenuta nel 2008, ha iniziato a lavorare anche come cameriera nei ristoranti per supportare le entrate di famiglia.

Solo nel 2017 ha deciso di candidarsi alle elezioni per togliere il potere a chi ha fin troppi legami con l’establishment e per rappresentare davvero gli abitanti del distretto 14 a Washington. La sua campagna, infatti, mira a dare spazio a chi non ha avuto una voce per troppo tempo.

I punti salienti? Assistenza sanitaria gratuita per tutti, in un paese dove solo un anno fa Trump ha tentato di abrogare le riforme introdotte da Obama per rendere la sanità accessibile a un maggior numero di cittadini, e la lotta alle politiche anti-immigrati, anche in relazione ai Dreamers, le migliaia di minori non accompagnati che ogni anno raggiungono il confine degli Stati Uniti dal Centro America. A questo proposito pochi giorni fa Alexandria Ocasio-Cortez si è recata in Texas, alla frontiera con il Messico, per denunciare pubblicamente la politica di “tolleranza zero” del Presidente, che sta letteralmente spaccando in due l’opinione pubblica.

Come in ogni buona narrazione c’è un turning point, il momento saliente che ha reso Alexandria Ocadio-Cortez eroina degli ultimi, e non più solo attivista locale: il cambiamento è avvenuto a “Standing Rock nel 2016 (quando gli abitanti della riserva di Standing Rock e numerosi attivisti, tra cui molti veterani, si sono opposti alla costruzione di un oleodotto nell’area, ndr)”. Racconta sempre lei stess aa The Cut: “Ho visto persone che si mettevano in prima fila per proteggere la loro comunità. Ho visto come una grande azienda si è militarizzata per contrastare i cittadini, e ho capito che non si poteva più ignorare la politica. Proprio il giorno in cui ho lasciato l’avamposto, l’organizzazione Brand New Congress mi ha chiamata per chiedermi di candidarmi alle elezioni”.

Alexandria Ocasio-Cortez ha reso il desiderio di contrastare l’establishment il cuore della sua campagna, attraverso la promozione di un movimento mosso dalla “fiducia in valori condivisi con i cittadini”. Tanto che la sua campagna elettorale ha visto il culmine in un video, intitolato Il coraggio di cambiare, diventato virale, in cui racconta di “aver lavorato con donne incinte, servito ai tavoli, insegnato nelle classi”. E, candidamente, ammette di non aver pianificato la sua entrata in politica. Poi, con una domanda, sgancia la bomba dialettica: “Dopo vent’anni con gli stessi rappresentati, dobbiamo chiederci: per chi è cambiata New York?”.

Una ventata di novità che, a quanto pare, gli elettori sono stati felici di supportare e, non a caso, tra i suoi principali sostenitori c’è il movimento MoveOn, che punta a coinvolgere i giovani in politica. Sarà forse lei a dare la scossa ai Democratici, ancora storditi per la clamorosa sconfitta di Hillary Clinton?

E pensare che fino al giorno precedente alle elezioni Alexandria Ocadio-Cortez era una “ragazza senza nome”. Come ha fatto notare la stessa Ocasio-Cortez attraverso dei tweet, infatti, la stampa citava il duplice endorsment con Cynthia Nixon, democratica candidata alla carica di Governatrice dello stato di New York, definendo le due donne semplicemente in funzione di “oppositrici” – anonime – dei loro concorrenti uomini.

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