Kafka? Era un creativo autunnale. E come lui tanti altri grandi scrittori di oggi e di ieri. In questo lungo viaggio nel tempo letterario, ricco di citazioni (e in cui entra anche in gioco il capodanno ebraico), si scopre, tra l’altro, che la stagione autunnale gioca un ruolo fondamentale nelle trame di diversi romanzi entrati nella storia della letteratura: dall’Idiota di Dostoevskij al Grande Gatsby, passando per On the road. L’autunno è allo stesso tempo la stagione ideale per molti amori letterari (compreso l’Anonimo lombardo di Arbasino, colto da fregola autunnale durante una prima alla Scala”), e non solo…

Il poeta dice che «Aprile è il più crudele dei mesi»; il prosatore dovrebbe invece ribattergli che Ottobre è buonissimo, il mese migliore per romanzare e rivoluzionare. Finita la bella estate, ma non ancora angosciati dall’inverno del nostro scontento, è tempo di godersi la stagione equinoziale, che quest’anno si inaugura il 23 settembre. Come ricorda un petulante Teatrante al figlio scemo: «È autunno Ferruccio/ non lo dimenticare/ stagione del raccolto!».

La libreria – gli scaffali di prosa, almeno – conferma quanto l’autunno sia fecondo e ricco: di visioni e intuizioni, di storie, di boscaglie e di gentaglie. Compulsando le coste di romanzi e racconti, per inseguir il filo rosso d’autunno, si è subito rapiti dalle Botteghe color cannella di Bruno Schulz, autunnalmente agghindate con una copertina marrone. Eppure, annota il polacco, «tutta questa liquidazione dell’estate ha in sé una sorta di leggerezza, la svogliatezza e la vacuità di un carnevale tardivo». La stagione occidentale, in cui l’anno va a tramontare, non è altro che «un grande teatro ambulante che inganna con la poesia… Autunno, autunno, epoca alessandrina dell’anno, che raccoglie nelle sue immense biblioteche la sterile saggezza dei 365 giorni dell’orbita solare… Ah, giorno autunnale, vecchio bibliotecario briccone! Ogni paesaggio è per lui come l’introduzione a un vecchio romanzo».

Detto fatto, nella biblioteca ordinata per prodotti stagionali, come i menù che vanno di moda ora, si ritrovano appollaiati vicino l’Autunno egiziano di Nagib Mahfuz (altro che primavere arabe!) e quello «del patriarca» di Gabriel García Márquez, i Tamburi di Diana Gabaldon e il Racconto di Tommaso Landolfi, il Paese d’ottobre di Ray Bradbury e Le luci di settembre di Carlos Ruiz Zafón. Al di là di titoli e trame, si scopre poi che Kafka era un creativo autunnale: La metamorfosi fu scritta in novembre così come la Lettera al padre, mentre Il processo impegnò l’autore da fine agosto al gennaio seguente.

Nato a novembre, Dostoevskij fa iniziare in quel mese sia l’Idiota sia il Sosia, mentre a settembre partono i Quaderni di Malte Laurids Brigge di Rilke, proprio come l’Educazione sentimentale di Flaubert. Il Grande Gatsby finisce in ottobre, esattamente quando termina il viaggio à rebours di Jack Kerouac: dalla strada si rientra solo a estate finita, e così, persino Parise, nei Sillabari, fa cominciare l’“Estate” in un giorno d’ottobre. Anche Herzog di Bellow ha qualche problema con la bella stagione, un periodo in cui «il rinascere della vita crea difficoltà a molte persone: le nuove rose, persino nelle vetrine dei negozi, ricordano alla gente i propri fallimenti, la sterilità e la morte».

Benvenuto, quindi, autunno, foriero di amorazzi, dai «capelli d’autunno» di uno dei tanti amanti di Emmanuelle alla passione mai consumata tra Elisabeth e Bertrand, nel primo, straordinario volume dei Sonnambuli di Broch: «All’inizio dell’autunno passa tra i rami un vento fresco e leggero, pare che ci sia nell’aria una sottile striscia di primavera». Maledetta primavera, che anche in ottobre fa innamorar: «Questa è una pazzia!». «No, è soltanto un addio». Ai «primi rossori» inizia anche la liaison di Madeleine Férat di Zola, fogliettone a puntate la cui pubblicazione fu sospesa a causa degli indignados. Intanto, il protagonista di Meccanica celeste di Maggiani concepisce un figlio…

Pure l’Anonimo lombardo è colto da fregola autunnale, durante una prima alla Scala: «Non potevo sottrarmi alla pressione delle dure linee del suo corpo». Così Arbasino ricorda le tante rifioriture stagionali: dalla riapertura dei teatri a quella delle scuole e dei corsi in palestra. Sui banchi si celebra l’inizio dell’anno nuovo: lo dicono le agendine di studenti e dirigenti e, paradossalmente, lo dice pure Il senso di una fine di Julian Barnes, i cui «periodi storici preferiti erano quelli in cui tutto precipita, perché significano la nascita imminente di qualcosa di nuovo». Solo per questo Marcovaldo (sottotitolato «le stagioni in città») contempla le nuvole come un «agricoltore che aspetta la fine della siccità».

Non a caso Rosh haShanah, il capodanno ebraico, cade sempre verso metà settembre e l’autunno, nell’antichità, segnava l’inizio vero e proprio dell’anno secondo il ciclo dei campi. Se in Grecia si celebravano i Misteri di Eleusi, a Roma c’erano i Ludi Magni in onore di Giove. Importantissima, poi, era la ricorrenza del Cavallo di ottobre (October Equus), in cui si sacrificava un animale a Marte «in ringraziamento per il completamento del raccolto» e «per il conseguimento di un buon prossimo raccolto», poiché il frumento invernale era seminato in autunno. Alcuni storici, in riferimento a questa tradizione, arrivarono a ipotizzare che Troia fosse capitolata in ottobre.

Humbert Humbert morì in novembre, pochi giorni prima del processo: «I curiosi potranno cercare notizie riguardo al suo delitto sui quotidiani del settembre-ottobre 1952». E se «nell’anima» non gli fosse sceso «un novembre umido e piovigginoso», Ismaele non si sarebbe mai imbarcato sul Pequod. Parimenti, scrive Miller nel Tropico del Cancro, «è l’autunno del mio secondo anno a Parigi. Non ho né soldi, né risorse, né speranze. Sono l’uomo più felice del mondo». L’allegria autunnale è spesso sinonimo di euforia, o anestesia, tossica, come chiosa Michail Bulgakov: «La notte scorre lenta, nera e silenziosa. Da qualche parte c’è il bosco spoglio, più oltre il fiume, il freddo, l’autunno… A me non importa, non ho bisogno di niente e niente mi coinvolge».

Sul fronte lacrimoso sta il «terribile autunno del 1943» di Malaparte, stessa stagione e stesso anno (solo qualche settimana più tardi) in cui Primo Levi fu catturato e deportato. L’americano Frank Bascombe, creato da Richard Ford, contempla, intanto, mestamente, «l’alto sole autunnale di questo martedì prima del Ringraziamento» e il conterraneo Capote riporta, A sangue freddo, la strage di Holcomb del novembre ’59. Sempre Barnes, nei Livelli di vita, riaffabula, infine, la missione Apollo 8, la prima a raggiungere la Luna e seconda, per importanza, solo allo sbarco del ’69. Quivi riporta le parole del generale Anders: «A sorprendere tutti fu il fatto che avevamo percorso 240.000 miglia per vedere la Luna, ma era la Terra che valeva davvero la pena di guardare». Dopo i lunghi preparativi novembrini, il lancio fu effettuato il 21 dicembre, giorno solstiziale: l’autunno del ’68 finiva col botto, ma mancava ancora un anno all’autunno più caldo.

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