Al confine tra Canada e Stati Uniti sorge la biblioteca pubblica Haskell che, grazie alla sua posizione di frontiera, è diventata il luogo ideale per coloro che non possono andare a trovare i propri cari negli Stati Uniti a causa del divieto di ingresso imposto dal presidente Trump a chi proviene da Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen – La storia

Le biblioteche sono il luogo dove si incontrano le diversità. Sullo stesso scaffale, a distanza di pochi volumi, possono convivere saggi (con posizioni molto diverse tra loro), romanzi di fantascienza, gialli, thriller e memoir. E se accadesse la stessa cosa con le persone?

Esattamente al confine tra Canada e Stati Uniti sorge la biblioteca pubblica Haskell, un edificio lasciato in dono all’inizio del Novecento da una famiglia del posto, dove, prima delle rigide leggi sull’immigrazione, abitanti canadesi e statunitensi potevano attraversare il confine senza nessun problema, stare insieme e condividere lo stesso spazio.

Oggi la circolazione tra Canada e Usa non è più così semplice e la biblioteca di Haskell, grazie alla sua posizione di frontiera, è diventata il luogo ideale per coloro che non possono recarsi negli Stati Uniti per andare a trovare i propri cari. Infatti, a causa del divieto di ingresso (travel ban) imposto dal presidente Trump, chi proviene da Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen, non può attraversare i confini statunitensi e non sembra esserci altra possibilità che trovarsi in questa zona grigia della geopolitica, situata al contempo a Derby Line, nello stato del Vermont, e a Stanstead, in quello canadese del Québec.

Come racconta la Reuters un reportage tradotto da Federico Ferrone per Internazionaletante famiglie, spinte dal passaparola e da alcuni post sui social, si incontrano lì, si salutano nelle sale di lettura, si raccontano le loro vite tra scaffali e libri, e poi si salutano. Ognuno torna da dove è venuto. Le visite di solito durano poche ore, e anche se costano tanti soldi sono l’unica soluzione per tutti quelli che altrimenti non potrebbero più vedersi.

Ovviamente non è sempre tutto facile, anzi. Sono in molti ad aver avuto problemi con le autorità che hanno cercato di impedire loro il passaggio, e la biblioteca stessa ha corso il rischio di chiudere proprio a causa di questi incontri. Ma finché l’amministrazione Trump sosterrà che il divieto d’ingresso è necessario per proteggere gli Stati Uniti dai cittadini considerati una minaccia, la biblioteca Haskell potrebbe rappresentare uno dei pochi luoghi di incontro e civiltà.

nota: la foto (Yeganeh Torbati, Reuters/Contrasto), tratta dal sito di Internazionale, mostra un iraniano che saluta la madre nella biblioteca Haskell

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