“Questo libro parla di come il cervello umano è in grado di guarire, e del modo in cui, una volta compreso questo processo, molti problemi cerebrali ritenuti incurabili o irreversibili possano migliorare, spesso radicalmente, e in alcuni casi, essere curati…”

Il cervello è un organo capace di rigenerarsi o comunque di recuperare funzioni danneggiate, qualunque sia l’età del paziente. Nuove e documentate storie illustrano approcci non convenzionali e spesso molto efficaci per trattare le più comuni disfunzioni cerebrali: tra gli altri, il metodo Feldenkrais, il metodo Bates, il laser a bassa intensità, la stimolazione elettrica, la musicoterapia. Approcci risolutivi, non invasivi e non basati sui farmaci, che hanno portato a risultati entusiasmanti. Un libro pieno di speranza: il cervello può guarire, anzi si cura da solo.
Su ilLibraio.it un estratto dal saggio Le guarigioni del cervello (in uscita il 28 maggio per Ponte alle Grazie), di Norman Doidge, ricercatore in psichiatria e psicoanalisi per il Columbia University Psychoanalytic Center di New York e la University of Toronto:

Questo libro parla di come il cervello umano è in grado di guarire, e del modo in cui, una volta compreso questo processo, molti problemi cerebrali ritenuti incurabili o irreversibili possano migliorare, spesso radicalmente, e in alcuni casi, come vedremo, essere curati. Mostrerò come questo processo di guarigione dipenda proprio dalle caratteristiche altamente specializzate del cervello, un tempo considerate così sofisticate da comportare un prezzo: il cervello, a differenza degli altri organi, non è in grado di ripararsi o di recuperare le proprie funzioni. In queste pagine sosterrò che è vero il contrario: la complessità del cervello gli consente di ripararsi e di migliorare il proprio funzionamento generale. Questo libro inizia dove si concludeva Il cervello infinito, dove descrivevo la scoperta più importante nella comprensione del cervello e della sua relazione con la mente fin dagli albori della scienza moderna: la neuroplasticità. La neuroplasticità è la proprietà che consente al cervello di modificare la propria struttura e il proprio funzionamento in risposta all’attività e all’esperienza mentale. La rivoluzione concettuale descritta in Il cervello infinito è stata solo l’inizio. In questo libro tratterò dei progressi stupefacenti da parte di una seconda generazione di studiosi che, non avendo l’onere di dimostrarne l’esistenza, si sono potuti dedicare alla comprensione e allo straordinario potenziale della plasticità. Ho viaggiato in cinque continenti per incontrare ricercatori, medici e pazienti e ascoltare le loro storie.  A tutti i pazienti citati in queste pagine era stato detto che non sarebbero mai migliorati. Per molti anni il termine guarigione è stato usato raramente a proposito del cervello, come invece accadeva per altri organi o apparati, fra cui la pelle, le ossa o il tratto digestivo. Mentre organi come la pelle, il fegato e il sangue sono in grado di ripararsi utilizzando le cellule staminali come «pezzi di ricambio», nel cervello non era stato trovato nulla di tutto questo, nonostante decenni di ricerche. Non era stata individuata alcuna prova che i neuroni potessero essere sostituiti. Gli scienziati cercarono una spiegazione in termini evoluzionistici: evolvendosi in un organo con milioni di circuiti altamente specializzati, il cervello ha semplicemente perso la capacità di riparare i propri circuiti con dei pezzi di ricambio. Anche se fossero state trovate le cellule staminali neuronali – i «baby neuroni» – come sarebbe stato possibile utilizzarle? Come si sarebbero integrate nei circuiti sofisticati e infinitamente complessi del cervello? Poiché non si pensava che fosse possibile guarire il cervello, gran parte dei trattamenti ricorrevano ai farmaci per «puntellare» il sistema danneggiato e ridurre i sintomi modificando temporaneamente l’equilibrio chimico del cervello. Ma una volta interrotto il trattamento farmacologico, i sintomi sarebbero ricomparsi. In realtà il cervello non è poi così sofisticato. Questo libro mostrerà come su tale complessità, che coinvolge i neuroni in grado di comunicare ininterrottamente fra loro tramite impulsi elettrici, e di stabilire e ristabilire nuove connessioni in qualunque momento, si basi un modello unico di guarigione. Certo, lungo il processo di specializzazione alcune importanti funzioni riparative tipiche di altri organi sono andate perdute. Ma il cervello ne ha escogitate alcune che a loro volta sono espressione della sua plasticità.

(continua in libreria…)

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