Nell’anno di Expo al Salone del libro di Torino (14-18 maggio) si punta a “ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato”. Ecco i protagonisti

Sono le Meraviglie d’Italia il tema conduttore del Salone Internazionale del Libro (qui tutto quello che c’è da sapere sull’edizione 2015, in programma dal 14 al 18 maggio al Lingotto). L’anno dell’Expo, destinato a richiamare nel Bel Paese milioni di visitatori, offre l’occasione di ripensare il nostro rapporto con l’immenso patrimonio che abbiamo ereditato. Un tesoro artistico, architettonico, letterario, musicale, linguistico, paesaggistico, che ha finito per comporre il carattere, l’identità, lo stile italiano, apprezzato e imitato in tutto il mondo. Per secoli l’Occidente europeo vi ha trovato le sue matrici, la sua bussola, le sue fonti d’ispirazione. Ma gli italiani sono ancora capaci di metabolizzare e reinterpretare questa illustre tradizione? Quali sono diventate le culture di riferimento e di che cosa sono fatte? La riflessione che il Salone propone vuol essere un invito a ripensare la nostra storia e le ragioni che l’hanno modellata, nel bene e nel male, come momento fondativo di ogni ripartenza.

Ci guideranno in questa riflessione studiosi che sono anche brillanti divulgatori, come Philippe Daverio, Vittorio Sgarbi e Flavio Caroli, che rileggono capolavori dimenticati o poco noti semplicemente perché fuori delle più frequentate rotte turistiche. Analogamente, una nuova collana del Mulino si propone di «ritrovare l’Italia», suggerendo itinerari d’autore fra storia e cultura: la Sicilia dei Greci, le cattedrali di Puglia, le sinagoghe… E la Treccani presenta L’Italia e le sue regioni, opera imponente che esplora la straordinaria ricchezza delle culture regionali.

Se Melania Mazzucco trasforma la grande arte un racconto coinvolgente (Il Museo del mondo), Cesare De Seta e Attilio Brilli ripercorrono le strade del Grand Tour. È stato proprio l’occhio dei viaggiatori che venivano in Italia per compiervi la loro formazione a creare quella che poi resterà l’identità italiana nell’immaginario collettivo degli Europei. Sulla loro scia, Paolo Pejrone ci porterà in visita nei più bei giardini d’Italia.

Storici dell’arte di particolare sensibilità civile come Salvatore Settis e Tomaso Montanari s’interrogano sulle politiche di gestione dei beni culturali, discutendone con l’ex ministro Massimo Bray, Sergio Rizzo e la presidente del Museo Egizio di Torino Evelina Christillin.

Allo stesso tema dà un importante contributo il Fai, con un evento in cui interviene il presidente Andrea Carandini. Il Fai porta al Lingotto alcuni importanti pezzi provenienti dalla biblioteca dell’abate Tommaso Valperga di Caluso che si conserva al castello di Masino: una scrivania, un mobile vetrina, cinquecentine e volumi rari come il Novum Theatrum Pedemonti del Bleau e il Manuale tipografico di Giovan Battista Bodoni. Lo stesso Carandini ricostruisce poi i tesori artistici dell’età di Cesare Augusto, in duetto con Luciano Canfora che li situa nel più ampio contesto dell’Augusto uomo politico, che in vita costruisce sapientemente il mito di se stesso. Al Bookstock Village, Valerio M. Manfredi ci conduce in un viaggio nelle meraviglie dell’antichità.

Vincenzo Trione ricostruisce l’immaginario della città così come nel Novecento lo hanno rappresentato le arti e il cinema, all’inseguimento del mito della modernità. Con l’architetto Carlo Ratti, ora professore al Mit, riflette sulle nuove frontiere dell’architettura open source.

Dell’identità italiana fa parte anche il design: lo storico Francesco Trabucco delinea le vicende salienti della creatività italiana, in compagnia di un maestro come Giorgetto Giugiaro.

Esiste anche un altro tipo di eccellenza nazionale che è quello di un’imprenditoria di alta qualità, innovativa, basata su una nuova filosofia industriale, improntata alla cultura e alla valorizzazione del fattore umano. Come quella di Brunello Cucinelli, al Lingotto con Luca Ubaldeschi, e di un altro campione dell’imprenditoria intesa come arte: Andrea Illy, in dialogo con Mario Calabresi.

Ma l’Italia non è solo arte, bellezza e passato. È anche innovazione e futuro. Ci sono meraviglie tecnologiche di cui non si parla, ma in cui è all’avanguardia: la robotica e le nanotecnologie. Ne parleranno Riccardo Oldani e Roberto Cingolani.

Maestri della fotografia come Vincenzo Castella e Francesco Jodice ci restituiscono una lettura critica della realtà italiana. Senza dimenticare le culture materiali come la cucina, componente non trascurabile dell’identità che ci viene riconosciuta…

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