I lettori sarebbero tendenzialmente più riflessivi ed empatici delle persone che non leggono: parola della ricercatrice Rose Turner, che ha condotto uno studio alla Kingston University di Londra

I lettori sarebbero tendenzialmente più riflessivi ed empatici delle persone che non leggono. Lo spiega in questo articolo Bustle, che ne ha parlato con la ricercatrice Rose Turner, che ha condotto un importante studio alla Kingston University di Londra, un’indagine su 123 adulti, lettori e non, al fine di testare le loro abilità interpersonali.

I risultati mostrano che i lettori sono più empatici verso gli altri rispetto a quelli che dicevano di preferire la televisione ai libri. Com’è possibile? Secondo Turner, la cosa dipende dal fatto che gli amanti della lettura sono più abituati degli amici tv-addicted a mettersi nei panni di un personaggio. “Durante la lettura” spiega Turner, “compiamo un passaggio mentale che porta al colmare le lacune sui personaggi e sulle vicende, aiutando così a sviluppare abilità empatiche al fine di capire cosa stia passando un determinato personaggio: in tv, invece, molte informazioni ci vengono fornite direttamente”.

E non è la sola. Uno studio del 2009 condotto dallo psicologo Raymond A. Mar e dal professore Keith Oatley ha notato che i lettori di fiction sono ancora più empatici dei lettori che prediligono la non fiction. Le motivazioni? L’attenzione della fiction letteraria allo sviluppo del personaggio sulla trama può effettivamente dare ai lettori una comprensione più profonda non solo delle persone nel libro, ma dell’intera umanità. Importante è anche il fatto che i lettori riescano a comprendere le opinioni e le convinzioni delle altre persone, senza però perdere di vista le proprie.

Altri studi sono stati fatti dai ricercatori della New School di New York, che hanno testato, in diverse tranche, 356 individui, facendo loro leggere estratti di tre categorie di lettura: narrativa di genere, narrativa letteraria e saggistica. E i test sull’empatia hanno confermato che effettivamente i lettori di narrativa letteraria hanno una capacità molto più alta di comprendere il prossimo.

Insomma, i lettori probabilmente lo sapevano già, ma ora lo possiamo confermare: leggere rende più riflessivi, più empatici, più interessati ad attività filantropiche. Perché leggere aumenta il desiderio di migliorarsi, e migliorare.

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