Un romanzo che racconta il ritorno alle origini di Nico, in una Palermo popolata dalle ombre del passato e cristallizzata in un’età definitiva: il 1992, l’anno delle stragi di mafia

L’età definitiva (LiberAria), nuovo romanzo di Giuseppe Schillaci, è ambientato principalmente a Palermo, nella borgata di Brancaccio, dove la mafia è una presenza spettrale e invasiva: non si vede, ma si odora. La maggior parte delle vicende si concentra nel biennio 2011-2012; ma il 1992, anno delle stragi di Falcone e di Borsellino, ritorna spesso nella narrazione come trauma personale e collettivo. In tutto il romanzo, il ventennio 1992-2012 si rivela infatti un periodo di passaggio cruciale in cui l’umanità galleggia, in attesa di una nuova era o di un abisso definitivo.

Cop-Schillaci fronte

 

Il protagonista si chiama Nico Chimenti e racconta, in prima persona, la storia della morte del suo gemello Leo , “il Conte” (esplicito riferimento al Conte Mascetti di Amici miei). Nico Chimenti è un trentenne ferito, lacerato dall’assurdo che lo circonda, un po’ come Lo straniero di Albert Camus. Il passaggio all’età adulta per lui non è ancora avvenuto e si compie mentre tutto torna ossessivamente all’anno della morte del gemello, il 1992, quando Nico e Leo avevano tredici anni: i compagni di scuola, la musica e il pallone, le prime ragazze.

Da questo passato inquieto riemergono i ricordi, i misteri e i segreti di famiglia che cambieranno per sempre le sorti del protagonista.

 

 

 

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