Intervista a Stefano Mauri del Gruppo editoriale Mauri Spagnol

Si fanno notare perché sono libri con un formato un po’ più grande di quello a cui siamo abituati, eppure rimangono facilmente maneggevoli. Poi, aprendoli, ci si accorge che il carattere delle parole invita a una lettura rilassante, senza fatica. Sono i libri targati “TEA Relax”, una nuova collana nata proprio con questa intenzione. Ne abbiamo parlato con Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, che ha fortemente voluto questo progetto per la TEA (Tascabili Editori Associati).

D. Quando e come è nata l’idea di questa nuova collana?

R. Le logiche editoriali hanno portato negli anni Novanta a produrre edizioni sempre più economiche, a partire dai “mille lire”, passando poi dai Miti e dai Superpocket, ma anche in corpo sempre minore, per risparmiare carta. Al contrario, i lettori italiani sembrano essere sempre meno sensibili al prezzo e sempre più avanti negli anni, come la popolazione media. È stato perciò abbastanza logico pensare a una lettura più rilassante, per romanzi destinati alle vacanze estive.

D. A quali lettori si rivolge principalmente?

R. Agli ipovedenti che anche con gli occhiali non riescono a leggere i libri normali e a coloro che hanno qualche difficoltà a leggere da vicino e preferiscono comunque avere a portata di mano un libro che si legga senza occhiali.

D. Quali sono le caratteristiche che consentono la lettura senza fatica?

R. I volumi di “TEA Relax” misurano 15,5 x 23,5 centimetri e sono stati composti tipograficamente in un carattere di estrema leggibilità, in corpo 14 _, mentre i testi delle edizioni tascabili sono generalmente in corpo 11, e spesso anche 10. Ma lo stesso criterio di scelta del carattere, il Palatino, è stato adottato in base alla chiarezza.

D. Quali sono i primi titoli targati “TEA Relax”?

R. Un indovino mi disse di Tiziano Terzani, Il profumo di Patrick Süskind, Il settimo papiro di Wilbur Smith, Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy, La metà di niente di Catherine Dunne e Le figlie di Hanna di Marianne Fredriksson.

D. Come vengono scelti i libri da proporre in questo nuovo formato?

R. Vengono scelti tra i bestseller più popolari, cercando di soddisfare gusti letterari differenti.

D. Qual è stata la prima risposta del pubblico?

R. Direi ottima, specie per quei romanzi più indirizzati al pubblico femminile, come sempre.

D. Che cosa intende dire?

R. Che spesso è proprio tra le donne che si registrano i maggiori indici di lettura e acculturazione.

Intervista a cura di Diletta Castorini

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