Mentre Sur inizia la pubblicazione delle sue poesie, ripercorriamo la vita e l’opera di Roberto Bolaño: in tutte le forme della scrittura, il grande autore cileno ha conservato sempre un’impronta riconoscibile, all’insegna della sovrapposizione fra storia e letteratura, realtà e finzione, comicità e tragedia

Roberto Bolaño, scrittore cileno, nato nel 1953 e morto nel 2003, è autore di romanzi, racconti, poesie, articoli e saggi, conosciuti e tradotti in tutto il mondo. Nato a Santiago del Cile, figlio di un ex-pugile e di una insegnante di matematica, trascorse in Cile l’adolescenza, ma a quindici anni si trasferì in Messico, dove più tardi fondò il movimento poetico avanguardista dell’infrarealismo, di derivazione surrealista.

chiamate telefoniche roberto bolano

Nel 1973, ventenne, Roberto Bolaño tornò in Cile con l’intenzione di sostenere le riforme socialiste portate avanti da Salvador Allende, ma dopo solo pochi giorni vi fu il colpo di stato di Pinochet, dopo il quale Bolaño fu incarcerato per alcuni giorni. Aiutato da due amici poliziotti, da questa esperienza prese spunto per il racconto I detective, oggi compreso nella raccolta Chiamate telefoniche. Esordio nella prosa di Bolaño, apparsa nel 1997, comprende quattordici racconti, dove già si riconoscono le ossessioni e i temi ricorrenti della sua narrativa: la letteratura, la violenza – appena sussurrata o quanto mai tangibile –, l’amore e il sesso.

anversa roberto bolano

Anversa è invece il primo romanzo scritto da Bolaño, anche se la pubblicazione arrivò più tardi, dopo diverse altre opere. Si tratta di un testo sperimentale, formato da brevi episodi, ma al fondo lo scheletro è di un poliziesco: il protagonista, da poco in Spagna, lavora sulla Costa Brava, prima in un maneggio e poi in un camping, dove ha luogo un delitto. Entrano in scena un ispettore di polizia e una ragazza con cui il poliziotto ha una relazione sessuale, all’insegna del ricatto e della perversione. Ma tutto è frantumato, ridotto in fotogrammi e visioni, incroci con altre trame e ricordi, con nuovi personaggi, su un piano visibilmente autobiografico. Anversa è un romanzo dove trionfano l’anarchia, e la tendenza, figlia delle avanguardie e del surrealismo, al bizzarro e al deforme applicati ai corpi e alle situazioni, anche più quotidiane.

i detective selvaggi roberto bolano

I detective selvaggi è il libro che diede il successo a Roberto Bolaño, che iniziò con la vittoria, nel 1998, del premio Herralde: era tra l’altro la prima volta per uno scrittore cileno vinceva questo premio dedicato alla letteratura latinoamericana. La vita dei protagonisti procede segnata dalla sconfitta e dalla follia, dissipata e bohémienne, esaltante e allucinata, dopata di sesso, poesia, marijuana e mezcal. Questo è il racconto delle loro avventure, un romanzo di formazione, ma anche un giallo, ed anche un romanzo sul rapporto tra realtà e finzione. Un libro dove la gente entra ed e­sce in continuazione, e dove si incrociano e si aggrovigliano, spesso contraddicendosi, le versioni di un’infinità di personaggi. “Credo” ha affermato Roberto Bolaño “che il mio romanzo possegga tante letture quante sono le voci che contiene. Lo si può leggere come un’agonia. Lo si può leggere anche come un gioco”.

tra parentesi roberto bolano

Roberto Bolaño scriveva moltissimo, aveva della scrittura un’idea compulsiva, la concepiva come un lavoro, la praticava con l’attitudine del perfezionista. Fra il 1998 e il 2003, con l’intensificarsi delle sue collaborazioni a giornali e riviste, accumulò una quantità rilevante di discorsi, interventi, recensioni. Nell’insieme però Bolaño stava dando vita a qualcosa di diverso: un autoritratto per frammenti d’occasione. Tale si rivela essere Tra parentesi: i testi che vi sono radunati sono tutti dedicati a temi o a personaggi niente affatto incidentali nella carriera di Bolano. Si trovano il Cile, l’esilio, la poesia latinoamericana, la vita e le opere di Philip K. Dick e Burroughs, Nicanor Parra e Gombrowicz, Borges e Rodolfo J. Wilcock. Una divagazione alla volta, un’incursione dopo l’altra in territori noti a lui solo, Tra parentesi diventa proprio il genere di opera che Bolano pretendeva di odiare sopra ogni altra: un’autobiografia.

consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce roberto bolano

Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce è un romanzo pulp, scritto da Bolaño insieme allo scrittore catalano A. G. Porta. Ángel Rios di Barcellona è innamorato in parti uguali di una giovane delinquente sudamericana esule, della letteratura di Joyce, della musica dei Doors e del vivere pericolosamente. Ana, la bella amante criminale, lo trascina in un viaggio disperato e rapido di rapine e amore, una corsa verso la fine (con nella mente, si capisce, la colonna sonora delle note di The End di Jim Morrison). E ogni impresa criminosa e crudele, dai rapimenti alle futili violenze, è accompagnata in modo sconsolato e assurdo da colte discussioni e banalizzazioni del male. Ma la fine non sarà quella cercata, e forse non sarà proprio, semplicemente.

la pista di ghiaccio roberto bolano

La pista di ghiaccio è un noir. Un amore di perdizione, à bout de souffle, per una donna imprendibile e conturbante, una truffa e un crimine assurdi o futili; due balordi; l’inchiesta; e sotto tutto il gorgo risucchiante del destino. Ma su questi elementi strutturali del noir, Bolaño interviene smontandoli e rimontandoli, presentando la vicenda in una sequenza di quadri ognuno mostrato con una specie di simultaneità di visione. La vicenda, partita dall’improbabile costruzione illegale di una pista di ghiaccio, è narrata da tre personaggi: un burocrate potente del sottomondo politico; un cileno, scrittore fallito che ha fatto fortuna e ama sensualmente la donna capricciosa che il burocrate ama spiritualmente; un messicano poeta, senza permesso di soggiorno, testimone casuale per seguire un amore da bassifondi. I tre mostrano, narrando i momenti della loro avventura, le varie e diverse sfaccettature dei fatti, fino ad una conclusione di disarmante banalità: “Quello che è perso è perso”.

la letteratura nazista in america roberto bolano

Dei libri Bolaño, La letteratura nazista in America è il più borgesiano, ma allo stesso tempo rappresenta pienamente anche, se così si può dire, la “bolanità”. In apparenza è sobrio e rassicurante: un panorama degli scrittori filonazisti di ognuno dei quali si traccia il percorso biografico e si dà conto della produzione; si descrivono perfino alcune opere, nonché i rapporti intercorsi fra di loro, le riviste che li hanno ospitati, le case editrici che li hanno pubblicati, e alla fine del volume figurano un indice dei nomi e una bibliografia. Eppure, pesto ci si accorge che qualcosa non funziona: non foss’altro perché almeno un paio risultano morti dopo il 2015. A poco a poco si viene a capire, che nessuno di questi scrittori, poetesse, movimenti letterari, è mai esistito. Bolaño costruisce un inquietante universo parallelo: del tutto plausibile e del tutto immaginario. Non solo un geniale divertissement letterario, ma soprattutto un susseguirsi di storie aberranti e al contempo esilaranti, una galleria di mostri, spesso tremendamente comici.

stella distante roberto bolano

Chi era Carlos Wieder? è la domanda al centro di Stella distante. Era un poeta o un assassino? Un artista o un criminale? Un pilota spericolato che si esibiva in performance di “scrittura aerea” o un autore di snuff movies? E ha veramente arrestato e torturato e ucciso decine di persone, per poi esporre le foto dei cadaveri ridotti a brandelli perché convinto della assoluta, gra­tuita purezza del male – perché solo il dolore è in grado di rivelare la vita, e lo scopo della sua era “l’esplorazione dei limiti”? Nulla, sembra ribadire Bolaño, è più sfuggente della verità. Tant’è che, una pagina dopo l’altra – attraverso un accumulo di indizi e di storie parallele, tragiche, grottesche, fiabe­sche – il percorso che dovrebbe avvicinarci alla verità diventa via via più sdrucciolevole, come se l’autore stesso ci invitasse a dubitare degli eventi che narra, degli scrittori che cita, delle poe­sie, delle riviste, dei movimenti letterari cui allude. E, in definitiva, dell’esistenza stessa di un uomo chia­mato Carlos Wieder.

monsieur pain roberto bolano

Al centro di Monsieur Pain c’è una vicenda misteriosa e surreale. Si spegne miseramente a Parigi in un letto di ospedale César Vallejo, massimo poeta ispanoamericano, così come aveva profetizzato nei suoi versi: “Morirò a Parigi mentre fuori piove / in un giorno del quale ho già il ricordo”. “Tutti gli organi sono intatti, non vedo cosa possa nuocere alla salute di quest’uomo” dicono i medici, ma il poeta agonizza di un male inspiegabile e oscuro. La moglie, in un estremo tentativo, chiede l’intervento di un seguace del mesmerismo, pratica ipnotica basata su una controversa teoria del magnetismo animale. L’uomo è monsieur Pain, fragile e incerto spettatore degli eventi, che tenta tenacemente di incontrare Vallejo per curarlo, ma è sempre impedito da qualcuno, con raggiri o minacce e un’implicita ma percepibile violenza. Pain lentamente affonda in una Parigi grigia, dimessa ed elusiva, incontra personaggi di ogni tipo, alcuni storici, altri inventati, i più incerti, mentre episodi strani lo coinvolgono come mandandogli messaggi e avvertimenti che lui non sa decifrare. Figure ricorrenti nelle sue opere poeti che muoiono sono per Bolaño quelli che in vita hanno combattuto credendo di imprimere un nuovo corso alle cose.

amuleto roberto bolano

Da quando Conan Doyle ha dimostrato che del corpo, in un’indagine ben condotta, si può tranquillamente fare a meno, molti autori di storie poliziesche si sono divertiti a mettere i propri protagonisti in condizione di non potersi muovere. È in questa stessa condizione che Bolaño mette il protagonista di Amuleto, Auxilio Lacouture, che non può semplicemente uscire dai bagni della facoltà di Lettere e Filosofia di Città del Messico, perchè l’esercito e i reparti antisommossa hanno appena fatto irruzione. Siamo nel settembre del 1968, cioè nel cuore di una stagione rivoluzionaria rispetto alla quale i moti europei sono un pranzo di gala. Quella che Auxilio arriva pian piano a ricostruire è la “storia di un crimine atroce” che ha lasciato il segno su tutta una generazione di giovani latinoamericani. Un’immagine dopo l’altra, lo spazio fisico si dissolve, mentre la voce di Auxilio diventa quella di Bolaño, e attraverso una galleria di personaggi ridisegna la geografia, immaginaria e persino troppo reale, di un intero continente.

notturno cileno roberto bolano

In Notturno cileno, Roberto Bolaño fa i conti una volta per tutte con la storia di quel Cile che non ha mai smesso di amare e odiare con identico furore. “Ora muoio, ma ho ancora molte cose da dire. Ero in pace con me stesso. Muto e in pace. Ma all’improvviso le cose sono emerse”. L’uomo che in una notte di agonia e delirio decide di ripercorrere la propria esistenza, per chiarire certi punti e smentire le infamie messe in giro su di lui da quel “giovane invecchiato” che da un pezzo lo perseguita coprendolo di insulti, è stato un sacerdote, un membro dell’Opus Dei, e anche un poeta e un autorevole critico letterario. Ma è stato soprattutto uno che ha sempre badato a tenersi al riparo da ogni rischio, e per riuscirci si è piegato a molti compromessi e ha chiuso gli occhi dinanzi a molte nefandezze. Ha accettato e svolto coscienziosamente incarichi bizzarri, come dare lezioni di marxismo a Pinochet e ai membri della sua giunta, e ha preso parte a squisite serate letterarie in una sontuosa villa, alla periferia di Santiago, nei cui sotterranei venivano torturati gli oppositori politici al regime.

un romanzetto lumpen roberto bolano

“Ormai sono una madre e anche una donna sposata, ma fino a non molto tempo fa ero una delinquente”. Così comincia Un romanzetto lumpen di Roberto Bolaño, il breve, folgorante racconto dell’adolescenza di Bianca. Rimasti orfani dei genitori, Bianca e suo fratello scivolano a poco a poco in un’esistenza di ottusa marginalità, che li porterà a non uscire quasi più dall’appartamento in cui si sono rinchiusi, e dove passano nottate intere a guardare la televisione. A loro si aggregheranno due improbabili soggetti, “il bolognese” e “il libico”, con i quali la ragazza dividerà a turno, svogliatamente, il letto, senza quasi sapere con chi lo sta facendo. Un giorno però entrerà nella loro vita un ex campione mondiale di culturismo, diventato cieco in seguito a un incidente, che tutti chiamano Maciste perché è stato un divo dei film cosiddetti mitologici. Uno che forse ha dei soldi che si potrebbero scovare e rubare. Con questo strano essere, che la attrae e la respinge al tempo stesso, Bianca vivrà una relazione che, nata sotto il segno della prostituzione e dell’inganno, si trasformerà invece in qualcosa di assai simile a una storia d’amore.

2666 roberto bolano

L’ultimo libro terminato prima di morire di Bolaño è 2666, romanzo-mondo, diviso in cinque libri, contiene di tutto: un’idea di letteratura per la quale molti sono disposti a vivere e a morire, l’opera al nero di uno scrittore fantasma che sembra celare il segreto del Male, e il Male stesso, nell’infinita catena di omicidi che trasforma la terra di nessuno fra gli Stati Uniti e il Messico nell’universo della nostra desolazione. 2666 è un immenso corpo romanzesco oscuro e abbacinante, da percorrere seguendo una sola, ipnotica illusione – quella di trovare il punto nascosto in cui finiscono, e cominciano, tutte le storie. Un’opera che come ha scritto Bruno Arpaia rappresenta anche “il testamento di un autore che, dopo trent’anni di esili, vagabondaggi, spericolate acrobazie per sopravvivere, aveva finalmente raggiunto un certo successo ed era diventato quasi una leggenda, un punto di riferimento per molti dei giovani latino americani emergenti, tanto che Susan Sontag ne aveva addirittura parlato come di uno scrittore destinato a occupare un posto permanente nella letteratura mondiale.”

puttane assassine roberto bolano

La violenza, la vera violenza, non si può fuggire, o almeno non possiamo farlo noi, nati in America latina negli anni Cinquanta, noi che avevamo una ventina d’anni quando morì Salvador Allende”: fin dalla soglia del primo di questi tredici racconti, Roberto Bolaño mette le carte sul tavolo. In tutti si manifesta infatti una qualche forma di violenza, alla quale nessuno (vittima o carnefice) potrà sottrarsi: né il nerboruto giovanotto che pagherà caro l’aver seguito una donna per concupiscenza o vanità; né il fotografo che cerca di salvare due bambini indiani rinchiusi in un bordello per omosessuali; né il padre di B. (controfigura dell’autore) che durante una vacanza ad Acapulco si siede a giocare a carte con la gente sbagliata; né quel Lalo Cura (lo ritroveremo in 2666) che da bambino viene portato dalla madre sui set dei film a luci rosse da lei interpretati; né il fantasma dell’uomo che assiste alla vendita del proprio cadavere a un necrofilo, né in definitiva il narratore stesso.

il terzo reich roberto bolano

Il Terzo reich è il romanzo cui Roberto Bolaño stava lavorando prima di morire, a soli cinquanta anni, per una malattia la fegato. Pubblicato postumo ha per protagonista il giovane Udo Berger, appassionato giocatore di wargame. Appena questi mette piede nella sua stanza d’albergo sulla Costa Brava, ottiene che gli venga portato un grande tavolo, sul quale piazza il wargame di cui è campione assoluto e di cui intende elaborare nuove e più audaci strategie: il Terzo Reich. L’atmosfera è delle più ottusamente balneari. Eppure, quasi subito, si avverte che nell’ombra sono in agguato fantasmi inquietanti. E non ci vorrà molto perché la liscia superficie della routine vacanziera si incrini. A mano a mano che l’estate si spegnerà, l’albergo, svuotandosi, somiglierà pericolosamente a quello di Shining – mentre noi, insieme a Udo (sempre più ossessionato dal suo gioco, e risoluto a trovare il modo di portare alla vittoria l’esercito tedesco nella seconda guerra mondiale), cominceremo a interrogarci sugli strani eventi che si verificano e sulle vere intenzioni dei personaggi presenti.

il gaucho insopportabile roberto bolano

Il 30 giugno 2003 Roberto Bolaño, gravemente malato (sarebbe vissuto solo altre due settimane), volle consegnare personalmente al suo editore questa raccolta di cinque racconti. Il gaucho insopportabile fu il primo libro ad apparire dopo la sua morte. Un ‘avvocato bonaerense che abbandona tutto per andare a vivere nel deserto insieme ai gauchos, i bovari della pampa. Un topo poliziotto (nipote della famosa cantante Josefine del racconto di Kafka) si aggira nella rete sterminata delle fogne alla ricerca di un feroce assassino. Uno scrittore argentino va a Parigi per incontrare un misterioso regista che forse è il suo doppio, e si ritrova a far l’amore con una puttana “come se tutti e due non sapessero fare altro che amarsi”. Chiudono il volume due conferenze: nella prima Roberto Bolaño parla della sua malattia e dell’approssimarsi della morte; la seconda è un violento, sarcastico, pamphlet, contro quella “specie di Club Méditerranée” che sono gli scrittori la cui sola dote è la cosiddetta “leggibilità”.

i dispiaceri del vero poliziotto roberto bolano

Ne I dispiaceri del vero poliziotto riappaiono alcuni dei personaggi già incontrati in 2666. Per poterli incontrare di nuovo, però, si dovrà accettare il rischio di intraprendere un viaggio quasi iniziatico, all’interno di una foresta in cui le piste si confondono e si aggrovigliano. Il vero lettore dovrà trasformarsi lui stesso nel poliziotto del titolo: colui che, come lo stesso Roberto Bolaño, “cerca invano di mettere ordine in questo dannato romanzo”. Il professor Amalfitano è approdato in Messico dopo essere stato espulso dall’Università di Barcellona per omosessualità, e ha un nuovo amante, l’irresistibile falsario di dipinti di Larry Rivers; di Rosa Amalfitano sembra invece innamorarsi il poliziotto Pedro Negrete, incaricato di indagare sul professore insieme allo scherano Pancho, erede di una dinastia di donne violate… E nel frattempo digressioni letterarie impertinenti, classifiche irriguardose, biografie fittizie, atmosfere inquietanti, sogni rivelatori.

l'ultima conversazioene roberto bolano

Roberto Bolaño si racconta ne L’ultima conversazione, collezione di interviste realizzate in un arco di cinque anni, che si conclude con la famosa “ultima conversazione”, pubblicata per la prima volta pochi giorni dopo la scomparsa dello scrittore. L’infanzia in Cile, l’adolescenza in Messico, l’Europa da uomo maturo; la presa di coscienza civile e politica, i primi tentativi di scrittura; le letture, le influenze e le amicizie; le cose che adora e le cose che gli danno fastidio: queste conversazioni ci permettono di addentrarci nella mente di uno dei più grandi autori del Novecento, un’intelligenza pirotecnica che continua a conquistare i lettori di tutto il mondo.

tre roberto bolano

Bolaño ha oggi raggiunto la fama mondiale, soprattutto per le sue prose, ma alla prosa arrivò tardi: per gran parte della sua vita in realtà scrisse solo poesie. Con Tre la casa editrice Sur inizia la pubblicazione dell’opera poetica di Bolaño, che proseguirà al ritmo di un libro all’anno. In un’intervista del 2003 lo scrittore afferma: “La mia poesia e la mia prosa sono due cugine che vanno d’accordo. La mia poesia è platonica, la mia prosa è aristotelica”. E in effetti, i suoi romanzi pullulano di poeti e la sua poesia è godibile come una buona pagina di narrativa. Anche se il successo internazionale gli arrivò grazie ai romanzi, Roberto Bolaño iniziò a dedicarsi alla narrativa negli ultimi anni della sua vita, mentre fino al 1990 aveva scritto solo poesia. “Sono fondamentalmente un poeta”, diceva, “Ho iniziato come poeta e ho sempre creduto che scrivere prosa sia di cattivo gusto”. Nelle tre sezioni di questo libro ci sono tutti i tratti distintivi dello stile che abbiamo imparato a conoscere nei suoi racconti e romanzi: l’ironia, lo stupore, lo spaesamento, la visceralità di ogni gesto, minimo o eroico, attraverso cui il quotidiano si fa letteratura.

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