Nella Russia di Stalin, a dieci anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, si ambienta “Proletkult”, il nuovo libro dei Wu Ming. Non è un romanzo storico, ma c’entrano le rivoluzioni, le utopie, la libertà, tutte quelle tematiche che hanno costellato i precedenti libri del collettivo di scrittori: in occasione della nuova uscita, su ilLibraio.it un viaggio nei libri dei Wu Ming e nella loro storia, da Luther Blissett a “Q”, dal New Italian Epic a “Proletkult” – L’approfondimento

C’era una volta, in Russia, il Proletkul’t, l’Organizzazione Culturale-Educativa Proletaria. Fondato a poche settimane dalla Rivoluzione d’ottobre, l’organismo nasceva con l’intenzione di dare forma e diffusione a una vera e propria cultura proletaria, da svilupparsi nel rifiuto dell’arte e della simbologia borghese, idea teorizzata da un tale Aleksandr Aleksandrovič Malinovskij, anche noto con lo pseudonimo Aleksandr Bogdanov. Ebbene, di Bogdanov parla il nuovo libro dei Wu Ming, Proletkult (Einaudi Stile Libero).

Proletkult Wu Ming Einaudi copertina

Bogdanov fu un politico, un economista e un medico russo. Fu un teorico marxista e il primo a tradurre Il Capitale in russo, uno dei primi medici a sperimentare le trasfusioni di sangue, uno dei principali sostenitori della fazione bolscevica, dapprima amico e alleato di Lenin e in seguito suo oppositore. Teorizzò il Proletkul’t nella convinzione che una solida egemonia politica non potesse prescindere da una valida egemonia culturale e, per tanto, era assolutamente necessario formare una cultura operaia e una classe operaia consapevole. Ma non solo, Bogdanov fu anche uno scrittore, autore del romanzo utopico fantascientifico La stella rossa (Agenzia Alcatraz Edizioni, trad. Kollektiv Ulyanov), dove la società socialista perfetta vede la propria realizzazione sul pianeta Marte.

Insomma, tra esili e rivoluzioni, trasfusioni e arresti, notti passate in carcere e guerre combattute, la vita di Aleksandr Bogdanov, personaggio storico, non manca certo di colpi di scena, né di spunti per imbastire un romanzo, magari proprio un romanzo storico, avventuroso, fatto di complotti e momenti epocali che potrebbero cambiare il mondo per come lo conosciamo; ma non è questo il caso: nella Russia di Stalin del 1927, in fermento per i festeggiamenti dei dieci anni trascorsi dalla Rivoluzione d’Ottobre, l’Aleksandr Bogdanov di Proletkult si ritrova faccia a faccia con quello che potrebbe essere un personaggio uscito dal suo romanzo, La stella rossa. Da questo incontro metaletterario ha inizio un viaggio nella memoria che ripercorre l’esistenza di Bogdanov, tappa dopo tappa, interrogando scelte e dubitando convinzioni, seguendo le mosse di una partita a scacchi che finì col decidere il destino della Russia.

Detto questo, non si tratta di un romanzo storico. Ma per dare significato a questa affermazione e spiegarne il senso bisogna fare un passo indietro, circa agli anni ’90 e a Luther Blissett.

Luther Blissett è uno pseudonimo appartenuto a molti e diversi artisti di vario tipo nel corso degli anni, non soltanto in Italia, ma in tutta Europa. Fece la sua prima comparsa italiana a Bologna, nel 1994, per identificare un gruppo di intellettuali che intendevano dare inizio a una guerriglia contro il mainstream e i mass media: “Da sempre l’obiettivo di Blissett è entrare nel mainstream come cavallo di Troia e aprire le porte a molteplici esperienze”; di tutto questo sono testimoni alcuni dei primi, programmatici, libri dei Luther Blissett, come Totò, Peppino e la guerra psichica (Einaudi) e Mind Invaders (Einaudi). Ma il più celebre libro del collettivo è un romanzo pubblicato nel 1999, allo scoccare del nuovo millennio: (Einaudi Stile Libero).

Q. Wu Ming Einaudi copertina

Ambientato all’epoca della Riforma Luterana, quando la stampa stava rapidamente cambiando il mondo dei libri e degli uomini, è una storia di guerre ideologiche e di religione, di eresie e inquisizione, di ribellione e atavici nemici della libertà in tutte le sue forme; un romanzo storico, di avventura e intrighi, mercenari e stampatori, papi e principi, lettere e libri proibiti, caratterizzato da una molteplicità di voci e punti di vista diversi. Sebbene fosse firmato con lo pseudonimo collettivo Luther Blissett, gli autori del libro sono gli stessi che, l’anno successivo, andarono a costituire il collettivo Wu Ming, vale a dire Roberto Bui (Wu Ming 1), Giovanni Cattabriga (Wu Ming 2), Luca Di Meo (Wu Ming 3, uscito dal gruppo nel 2008), Federico Guglielmi (Wu Ming 4) e Luca Pedrini (Wu Ming 5, che ha lasciato il collettivo nel 2015).

Wu Ming

I membri del collettivo sono autori anche “in solitaria”, avendo pubblicato diversi romanzi e saggi solisti: Roberto Bui, ad esempio, è l’autore di New Thing (Einaudi Stile Libero), Point Lenana (Einaudi Stile Libero, con l’agente letterario Roberto Santachiara) e Un viaggio che non promettiamo breve: venticinque anni di lotta NoTav (Einaudi Stile Libero), un’opera di non fiction che racconta dall’interno il movimento NoTav della Val Susa; Giovanni Cattabriga è l’autore di Guerra agli umani (Einaudi Stile Libero); Federico Guglielmi ha pubblicato Stella del mattino (Einaudi Stile Libero) e L’eroe imperfetto. Letture sulla crisi e sulla necessità di un archetipo letterario (Bompiani); Riccardo Pedrini ha firmato Ordigni. Storia del punk a Bologna (Castelvecchi) e Ms Kalashnikov (Chiarelettere, con Francesca Tosarelli). Molti di questi libri sono stati pubblicati dagli autori usando gli pseudonimi interni al gruppo, Wu Ming 1, Wu Ming 2 e così via: il nome collettivo, che in cinese significa letteralmente “senza nome”, o “cinque nomi” (sebbene nel gruppo ne siano rimasti tre), a seconda di come viene pronunciata la prima sillaba, è un omaggio ai movimenti per la libertà di espressione e la democrazia in Cina, dove i dissidenti spesso si firmano proprio così, senza nome, per celare la propria identità; è una scelta simbolica, che allo stesso tempo si pone in opposizione a quei meccanismi che fanno degli autori delle personalità di culto. Ragion per cui i Wu Ming non hanno neanche mai accettato di partecipare a trasmissioni televisive, né di farsi filmare o essere oggetto di servizi fotografici.

Altai Wu Ming Einaudi copertina

Nel frattempo, a seguito di Q, fortunato capostipite, sono seguiti diversi altri romanzi storici, libri come 54 (Einaudi Stile Libero), ambientato nel 1954, a pochi anni dalla Seconda Guerra Mondiale e in piena Guerra Fredda, tra Mosca, Hollywood e l’Italia, Altai (Einaudi Stile Libero), che insegue alcuni dei personaggi superstiti di Q a quindici anni dalla conclusione del romanzo, tra Venezia e Costantinopoli, Manituana (Einaudi Stile Libero) e L’Armata dei sonnambuli (Einaudi Stile Libero), primi due volumi di un trittico affacciato sull’Atlantico, tra Londra, l’America, Parigi, reazionari e rivoluzionari. Sono romanzi storici, ma anche d’avventura, di trame nascoste, spie e intrighi, narrazioni ambientate in precisi momenti della storia in cui, se qualcosa fosse andato storto, il mondo sarebbe cambiato per sempre, tra rivoluzioni e rivoluzionari, difensori della libertà e le schiere dei suoi nemici. Una fase, quella del romanzo storico, che per i Wu Ming si è conclusa con L’Armata dei sonnambuli, ragion per cui non bisogna farsi trarre in inganno dall’ambientazione di Proletkult: il nuovo romanzo non rientra in quel filone, come dichiara il collettivo su Giap.

L'armata dei sonnambuli Wu Ming copertina

Sito ufficiale del collettivo, Giap non è solo un luogo di dichiarazioni letterarie e comunicazioni sui libri in uscita, anzi. Nel corso degli anni è diventato un luogo di incontro tra autori e pubblico che va ben oltre i libri del collettivo: è la piattaforma dell’attivismo politico e culturale che ha sempre caratterizzato i Wu Ming, prima ancora che assumessero questo nome; è un luogo dove gli autori possono dare voce a riflessioni sulla letteratura e la scrittura, come anche l’attualità, la politica e la società. Non solo, sul sito si possono scaricare tutti i libri del gruppo che, a qualche anno dall’edizione cartacea, diventano disponibili al pubblico gratuitamente in formato digitale, in conformità con le posizioni degli autori riguardo al copyright.

A Wu Ming 1 (alias Roberto Bui) va ricondotto anche il conio dell’espressione New Italian Epic, intesa a indicare una serie di romanzi italiani, in prevalenza, ma non soltanto, romanzi storici, usciti tra il 1993 e il 2008, tra cui alcuni libri del collettivo; esposto programmaticamente nel saggio New Italian Epic. Memorandum 1993-2008 (Einaudi Stile Libero), il New Italian Epic dovrebbe raccogliere al suo interno opere accomunate da alcuni costanti tematiche e stilistiche in parte riconducibili a un tipo di storytelling metastorico e l’etichetta prevede, come requisito imprescindibile, il rifiuto di una forma d’ironia prettamente postmoderna. L’espressione, come spesso succede in questi casi, suscitò un acceso dibattito su diverse piattaforme letterarie online (e non solo), tra cui Nazione Indiana, che hanno visto scontrarsi alcuni dei più importanti critici letterari italiani.

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