Nessuna passione spenta
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Tradotto da: Claude Beguin
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Sinossi
Le più recenti scuole critiche e filosofiche sembrano aver incrinato i rapporti tra le parole e il loro significato: il testo diventa oggetto di infinite possibilità di interpretazione e appropriazione, tutte ugualmente legittime. L’elettronica e la cultura di massa stanno trasformando la produzione, la diffusione e la conservazione dei segni.
In questa situazione, come può sopravvivere il libro, che ha plasmato così in profondità la nostra cultura? Quali sono le implicazioni dell’atto della lettura che rischiamo inconsapevolmente di perdere? Partendo da queste domande George Steiner indaga lo statuto del libro ed esplora l’enigma della rivelazione attraverso il linguaggio, che è il fondamento del giudaismo e del suo tragico destino. In questi saggi, scritti dal 1978 a oggi (e qui raccolti con un titolo che ribalta l’ultimo verso del Samson Agonistes di Milton, «Ogni passione spenta»), la riflessione tocca anche Shakespeare e Kafka, la negatività della tragedia assoluta e la peculiarità della cultura americana, la storicità dei sogni e il problema della traduzione e della traducibilità. Steiner si spinge fino a interrogare i lasciti della testualità classica ed ebraica: proprio nell’interazione dei due mondi spirituali di Atene e Gerusalemme si è plasmata l’identità occidentale, forgiando la nostra condizione morale e intellettuale. Le figure di Socrate e Cristo, con le loro analogie e i loro contrasti, gli offrono dunque una preziosa chiave per affrontare problemi che trascendono la letteratura e l’arte, e ci aiutano a identificare le fonti vitali della cultura europea e, all’interno di essa, i semi della sua distruzione.
- ISBN: 8811815444
- Casa Editrice: Garzanti
- Pagine: 368
- Data di uscita: 01-10-2020
Recensioni
If, in the Judaic perception, the language of the Adamic was that of love, the grammars of fallen man are those of the legal code. These essays, crammed with such insights and erudition-- they are the source, the core. Allow them to change your life. I undoubtedly think about literacy and silence dif Leggi tutto
George Steiner is a serious guy. So serious that, when first encountering his essays, the reader of say "Harpers" or "Vanity Fair" will be taken aback with the realization that what he or she had been consuming up to that reading point were mental potato chips. In his 1996 collection of essays, No P Leggi tutto
Leí por ahí que a la mayoría de los lectores este libro les hará sentir que todo lo que leyeron antes eran papas fritas mentales. Es así, de cierta manera. Pero es bueno. Sólo espero no terminar hablando como él (seré deliberadamente hiperbólica jajaja)quiero terminarlo ya
I was impressed by Steiner's interviews. He is extremely erudite and cerebral. However I did not enjoy these essays as much, far too elitist and religious for my taste. However two essays I really enjoyed were : Archives of Eden and Two Cocks. In Archives he argues that generator and appreciators of Leggi tutto
Steiner teeters between pessimistic socialist and fascism. His atheistic readings of texts is rooted in linguistics and theology, which make for enlightening scholarship, but his opinions are also presented as scholarly when often times they veer into the fantastical. That's not to say he's not a de Leggi tutto
George Steiner's essays are arduous and demanding, but the reward they offer is more than commensurate with the effort required. Every essay in No Passion Spent offers not only ample matter for reflection and incentive to new learning, but also gem-like sentences that ring in the memory like lines
See my review of Levinas...pour over ice and serve.
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