Uscirà per Mondadori a fine novembre il nuovo libro di Paolo Sorrentino, “Gli aspetti irrilevanti”, in cui il regista premio Oscar immagina la vita di 22 persone ritratte dal fotografo Jacopo Benassi…

Uscirà per Mondadori a fine novembre il nuovo libro di Paolo Sorrentino, Gli aspetti irrilevanti,  in cui il regista premio Oscar de La grande bellezza e della serie tv già cult The Young Pope immagina la vita di 22 persone, ritratte dal fotografo Jacopo Benassi.

Sorrentino non è al suo primo libro: nel 2010 ha pubblicato il suo primo romanzo, Hanno tutti ragione (Feltrinelli, finalista al Premio Strega), in cui debutta il personaggio di Tony Pagoda, ripreso due anni più tardi nella raccolta di racconti Tony Pagoda e i suoi amici (Feltrinelli, 2012). Per Gli aspetti irrilevanti ha scelto invece Mondadori.

IL PROGETTO – Partendo dai ritratti di Benassi, dunque, nel suo terzo libro Sorrentino immagina l’esistenza delle persone immortalate, senza conoscere i loro nomi, le loro generalità, che cosa facciano o abbiano fatto.

Il progetto nasce da un’intuizione quasi “lombrosiana” del regista e scrittore: raccontare la vita di persone a lui sconosciute a partire dalla loro immagine, senza sapere i loro veri nomi e che cosa facciano o abbiano fatto nella loro esistenza. Il risultato è un romanzo corale sull’esistenza umana, in cui si alternano i registri e i contenuti, passando nel giro di una frase dal dolore al riso, dalla commozione all’ironia, e si raccontano storie d’amore, di solitudine e di amicizia, commedie, melodrammi, tragedie e farse.

LE STORIE – Cosa hanno in comune la vita di Elsina Marone, miliardaria, impareggiabile ancheggiatrice e una breve esperienza da pilota di Formula 1, e quella di Salvatore Varriale detto (dai nemici) ’a Libellula, boss della camorra nascosto (dagli amici) in uno scantinato del casertano? E quelle di Peppe Valletta, romantico cantante di piano-bar, che vive per il figlio disabile e di Linda Giugiù, imbattibile, o quasi, al tavolo da poker? O ancora quelle di Aristide Perrella, inesorabile e mostruosa forza della natura, di Donna Emma, perfida viceportiera in un signorile stabile sulla panoramica di Napoli, di Girolamo Santagata, “avvocato romano e misantropo internazionale”, di Enza Condé, scienziata di fama planetaria, di Marco Valle, bolognese e taciturno, e di Settimio Valori “infaticabile patrocinatore di se stesso e uomo di sconcertante banalità”? Hanno in comune che sono, appunto, vite.


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