Il 9 dicembre 2005 moriva Luciano Mauri, lungimirante imprenditore del libro. Il ricordo dei librai che l’hanno conosciuto

Dieci anni fa, il 9 dicembre 2005, se ne andava Luciano Mauri, lungimirante imprenditore del libro. Aveva 76 anni, ed era presidente onorario delle Messaggerie Italiane. Nel suo percorso professionale, tra l’altro, fondò la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri.

Prese il posto del padre Umberto, morto nel 1963, nell’impresa italiana più importante nella distribuzione libraria. Pochi anni dopo, nel 1977, comprò la Longanesi, in quel momento dissestata sotto il profilo economico e finanziario; nel 1979 lo stesso Luciano Mauri (padre di Stefano, attuale presidente e Ad del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, che quest’anno compie 10 anni e che è anche editore de ilLibraio.it) affidò il rilancio della casa editrice a Mario Spagnol, che sotto la sua gestione rinacque grazie ai bestseller di Wilbur Smith, Patrick Süskind, Michael Ende e Isabella Bossi Fedrigotti.

LucianoMauri

Aveva le idee chiare sull’annoso tema della lettura, Mauri: “Non è vero che si legge poco. Direi piuttosto che si legge proporzionalmente alla nostra realtà economica, sociale e culturale. In Italia, infatti, il consumo di libri è direttamente proporzionale al livello generale di modernità del paese” (dall’intervista a Fabio Gambaro del 1999 in Tirature, ripubblicata in Dalla parte degli editori).

E dava grande importanza al rapporto con i librai. La Scuola da lui fondata (in memoria del padre Umberto e della figlia Elisabetta, prematuramente scomparsa), non a caso, nacque “con l’intento di far fronte alla profonda trasformazione in corso nel commercio librario, nella consapevolezza del fatto che il mestiere del libraio necessita costantemente di nuovi strumenti tecnici, organizzativi e conoscitivi”, e per “ridefinire la figura professionale del libraio, adeguandola ai nuovi ritmi della produzione del libro, formandola su strumenti di analisi e metodi innovativi e aggiornandola sulle esperienze professionali”. L’appuntamento con la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri torna come ogni anno a fine gennaio, a Venezia: la 33esima edizione si terrà dal 26 al 29 gennaio 2016.

“Avevo 23 anni quando ho conosciuto Luciano Mauri, da allievo del primo anno della Scuola Librai. Era il 1984. Lo consideravano un maestro di vita, oltre che una guida dal punto di vista professionale”. Lo ricorda così Alberto Galla, libraio a Vicenza (da più generazioni) e attuale presidente dell’Ali (Associazione Librai Italiani), al telefono con ilLibraio.it: “Per me, ragazzo, Luciano Mauri era un mostro sacro. Una figura di grande levatura morale, arguzia e preparazione“. Prosegue Galla: “Quanto alla Scuola, l’aveva fortemente voluta, e quando la frequentai era lui a coordinare gli interventi. Gli ho sempre invidiato la capacità di sintesi. In due minuti ci riassumeva una lezione di un’ora. Difficilmente dimenticherò quei giorni a Venezia”.

La libreria Bonanzinga aprì a Messina nel 1969. A ilLibraio.it Daniela Bonanzinga, che oggi la gestisce, racconta di aver conosciuto Luciano Mauri “prima attraverso gli occhi di mio padre, che da ragazzina mi parlava spesso di lui, poi di persona”. Anche lei, infatti, frequentò il primo anno della Scuola: “Avevo 21 anni, e fu dopo quell’esperienza che mi convinsi che il mio futuro sarebbe stato nella libreria di famiglia, in cui già a 18 anni avevo cominciato a darmi da fare”. E aggiunge: “Per me Luciano Mauri rappresentava una figura mitica; negli anni ho avuto la fortuna di incontrarlo più volte. Sognatore e pragmatico allo stesso tempo, credeva nei giovani, e sapeva valorizzarli. Era un uomo speciale, con una passione particolare per i librai”. Quanto alla Scuola, “per me, come detto, ha rappresentato una svolta. Negli anni più volte sono tornata a Venezia per tenere dei corsi; credo nel valore della formazione, un valore condiviso dallo stesso Mauri”.

LucianoMauri

Assieme alle sorelle Veronica e Lavinia, Lorenza Manfrotto si occupa di una delle librerie più belle d’Italia, Palazzo Roberti, a Bassano del Grappa: “Ho incontrato in più occasioni Luciano Mauri, e nei suoi confronti provavo ammirazione. Nel mondo del libro si sente la sua mancanza, ha lasciato un vuoto“. La libraia veneta ha molti ricordi personali legati a Mauri: “Nelle occasioni pubbliche era solito restare in silenzio ad ascoltare. Poi, quando arrivava il suo turno, la sua visione ti colpiva sempre. Di lui ricordo non solo l’acume, ma anche il senso dell’umorismo”. Nel 1998 la libreria Palazzo Roberti fu ristrutturata profondamente: “Del nostro ‘caso’ si parlò anche alla Scuola di Venezia, e devo dire che le nostre scelte furono abbastanza criticate. Ad alcuni, più che una libreria sembrava un ristorante… Negli anni successivi, ogni volta che Luciano Mauri mi incontrava, si divertiva a farmi sedere al suo fianco, per raccontare ai presenti dello ‘sbaglio’ commesso in quel caso dalla Scuola. E in quei momenti manifestava la sua autoironia”.

A sottolineare l’ironia di Luciano Mauri è anche Romano Montroni, punto di riferimento dei librai italiani (non a caso è docente e componente del comitato promotore e del comitato didattico della Scuola), e attuale presidente del Centro per il libro e la lettura: “Un uomo di grande spessore culturale, che con la Scuola di Venezia ha puntato molto sull’innovazione e sulla progettualità, e che ha fatto senza dubbio moltissimo per la figura del libraio nel nostro Paese. Ha contribuito a cambiare il modo stesso di ragionare dei librai, aiutandoli ad affrontare le sfide del futuro. Spiegava loro che anche i momenti di crisi vanno affrontati con ottimismo e concretezza, e credeva nelle librerie in quanto ‘luoghi’, riferimenti fisici per le comunità“.

 

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