Abbiamo bisogno di avere molti luoghi dentro di noi, per poter stare al mondo ed essere noi stessi: è questa le tesi di Vittorio Lingiardi in “Mindscapes”, un saggio che esplora il rapporto tra paesaggio e psiche, con gli strumenti della psicanalisi e della neuroestetica

Mindscapes (Raffaello Cortina) dello psicanalista Vittorio Lingiardi è un saggio sulla relazione tra psiche e paesaggio, due parole riassunte nel neologismo che dà il titolo all’opera, unendo fra loro mind e landscapes. Lingiardi esplora il concetto di paesaggio elettivo, analizzando con gli strumenti della psicanalisi e della neuroestetica il ruolo del paesaggio nella psiche: come esso ci è necessario per riuscire a stare al mondo e per essere noi stessi.

mindscapes vittorio lingiardi

Mindscapes è un neologismo coniato per evocare il rapporto tra psiche e paesaggio e collocarci a metà strada, là dove dobbiamo stare: con la psiche nel paesaggio e il paesaggio nella psiche. Guidato da bussole psicoanalitiche, letterarie e neuroestetiche (che vanno da Searles a Winnicott, da Schnitzler alla Dickinson, da Zeki a Gallese), Vittorio Lingiardi ci invita a ripensare l’idea di ambiente e, in particolare, di paesaggio elettivo.

Che cos’è un paesaggio elettivo? Un luogo che cerchiamo nel mondo per dare forma e immagine a qualcosa che è già in noi. Al tempo stesso è una scoperta, un’invenzione e un ritrovamento. Mindscapes illustra come conoscere il paesaggio ci sia indispensabile per stare al mondo, e ci rivela che abbiamo bisogno di avere molti luoghi dentro di noi, per poter essere noi stessi.

Fiumi, montagne, ruderi e spiagge abitano la nostra mente, i nostri viaggi e i nostri sogni. Come oggetti psichici sono immersi nella nostra memoria e forse, avanza l’ipotesi Vittorio Lingiardi, risalgono al primo incontro con il volto di chi ci ha guardato. O ha distolto lo sguardo.

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