“Figli dello stesso cielo” è il nuovo libro della scrittrice italiana di origini somale Igiaba Scego, nato per raccontare ai ragazzi cosa è stato il colonialismo e come questa triste pagina della storia italiana, a lungo nascosta e negata, abbia ripercussioni anche sulla vita odierna nostra e dei tanti cittadini italiani di origine africana

Come spiegare fenomeni complessi e importanti come il razzismo e il colonialismo alle nuove generazioni? Una sfida certamente impegnativa, che la scrittrice italiana di origini somale Igiaba Scego, già autrice di libri molto apprezzati quali Pecore nere (Laterza, 2005), La linea del colore (Bompiani, 2020) e Africana. Raccontare il Continente al di là degli stereotipi (2021), ha scelto di raccogliere scrivendo Figli dello stesso cielo, edito ora da Piemme.

Copertina del libro Figli dello stesso cielo

Come chiarisce il sottotitolo, l’opera si rivolge proprio a bambini e ragazzi (l’età di lettura consigliata è infatti dai 10 anni in su), e immagina la stessa Igiaba incontrare in sogno il nonno Omar, che non ha mai conosciuto ma solo visto in fotografia. Omar la porta in un viaggio lungo la storia per raccontarle cosa significava vivere nella Somalia sotto il colonialismo italiano, quello ottocentesco e imperialista e quello del ventennio fascista, e in che modo l’eredità razzista impregni ancora le nostre città e la nostra cultura.

Si tratta dunque di un testo che riesce a entrare profondamente in dialogo con i lettori e con le lettrici in erba, raccontando con tatto e con consapevolezza storica cosa è stato il colonialismo e come questa triste pagina della storia italiana, a lungo nascosta e negata, abbia ripercussioni anche sulla vita odierna nostra e dei tanti cittadini italiani di origine africana, o che dall’Africa sono appena arrivati e stanno cercando di trovare nel nostro Paese una nuova casa.

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