“I genitori non si scelgono, capitano. Anche dei figli potremmo dire lo stesso. Proprio per questo, nelle nostre case, occorre scegliersi ogni giorno, lavorare perché il rapporto cresca e porti frutto, da entrambe le parti” – Su ilLibraio.it la riflessione di Luigi Ballerini, medico, psicanalista e scrittore, in libreria con “Torna da me”

Chi è madre? E padre? E chi è figlio? Sono domande cruciali, che toccano tutti. Toccano tutti a tutte le età, perché anche chi è madre e padre oggi è stato figlia e figlio, un tempo. Anzi lo è tuttora, senza riserve. In fondo il proprio dell’uomo è essere figlio.

E come figli possiamo costruire anche la fantasia che immagina scenari diversi, vite alternative con altri genitori. Forse più comprensivi, più vicini, più disponibili. Più, insomma.

Le opportunità che ci offrono i libri sono proprio quelle di affrontare le questioni più rilevanti, mettere in scena le nostre fantasie, rendere possibile l’impossibile, sperimentabile il non realizzabile altrimenti, senza doverne per forza pagare le conseguenze pratiche. Come poter cambiare i genitori, appunto.

Le storie di cui sono impastati i romanzi hanno questa potenza. Ci fanno riflettere e comprendere meglio noi e il reale che abitiamo. Spesso ci fanno riflettere e comprendere meglio il rapporto con chi ci ha preceduti, soprattutto quei romanzi che possiamo continuare a classificare “per ragazzi” a patto che ciò non escluda o comprometta la lettura da parte degli adulti. I romanzi per ragazzi sono infatti anche per ragazzi, figli di genitori che a loro volta sono stati e restano figli.

Ma che cosa rende i figli tali?

Non basta che i figli vengano “fatti” o procreati. Questo accade anche ai gattini: una serie di antecedenti biologici e fisiologici porta alla costituzione di un essere vivente che prima non esisteva. Ma i figli sono più che gattini. A loro non basta essere procreati, occorre anche che siano generati. La generazione è quel processo per cui un figlio diviene propriamente figlio, ossia viene costituito come erede.

Ecco, padre e madre sono il nome di chi mi istituisce come erede, di chi mi trasmette il reale come abitabile con frutto, come vivibile dentro una prospettiva di reciproco beneficio e soddisfazione. La biologia non basta, è una premessa entusiasmante, meravigliosa, affascinante, ma pur sempre una premessa. Altrimenti il compito dei genitori si esaurirebbe con l’atto della nascita e quel po’ di accudimento necessario a che il nuovo organismo provveda a sé in autonomia. E invece quella premessa, nell’uomo, è del tutto speciale, contiene in sé il sapore di una promessa. Per un genitore, infatti, il lavoro inizia, non si esaurisce, con la nascita; dopo, accade quel lavoro speciale, a tratti leggero e piacevole, a tratti affaticante, ma pur sempre avvincente, di trasmettere la realtà, di consegnarla nelle mani delle nuove generazioni senza cinismo, con fiducia, poggiando sulla certezza che avranno e troveranno le risorse per procedere bene, per costruire la città degli uomini anziché distruggerla, per stabilire e mantenere legami reciprocamente soddisfacenti.

I genitori non si scelgono, capitano. Anche dei figli potremmo dire lo stesso. Proprio per questo, nelle nostre case, occorre scegliersi ogni giorno, lavorare perché il rapporto cresca e porti frutto, da entrambe le parti.

Non esistono figli perfetti e tantomeno genitori perfetti, modelli assoluti e irreali da rincorrere. Esistono invece donne e uomini, più o meno avanti nella loro esperienza di vita, che hanno bisogno di conoscersi, apprezzarsi, sopportarsi, accettarsi, correggersi, aggiungerei anche amarsi. Dove però l’amore cessa di essere una dichiarazione a parole o un sentimento così alto da divenire imprendibile e ingiudicabile, ma diviene il nome di un trattamento composto di singoli atti. Amore, infatti, coincide con quel particolare trattarsi bene che non deriva automaticamente dai cosiddetti legami di sangue, ma da un lavoro quotidiano, di pensiero e di azione successiva, un lavoro mosso dal desiderio di star bene assieme e rendere il mondo un posto accogliente per tutti.

TORNA_DA_ME

L’AUTORE – Luigi Ballerini è medico e psicanalista, giornalista e autore per adulti e per ragazzi. Scrive di scuola, educazione e giovani su quotidiani e periodici, e tiene incontri con genitori, ragazzi e insegnanti presso scuole e centri culturali. Nel 2014 ha vinto il premio Andersen per il miglior libro età 9/12 anni con La signorina Euforbia (San Paolo Edizioni). Per Il Castoro ha pubblicato Io sono Zero, vincitore del Premio Bancarellino 2016, e Imperfetti. Il suo nuovo libro, Torna da me, si rivolge agli adolescenti e parla di identità, conflitti in famiglia, amore e amicizia.

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