Su ilLibraio.it un estratto da “Il lato oscuro della luna”, il nuovo libro per ragazzi di Fabio Geda e Marco Magnone. Tra distopia e ucronia ritroviamo alcuni personaggi della saga “Berlin”

Dopo il successo della saga Berlin Fabio Geda e Marco Magnone tornano in libreria con Il lato oscuro della luna (Mondadori), romanzo thriller per un pubblico dai 12 anni in su che, mescolando , racconta storie d’amore e di amicizia in una città che prende ispirazione dalla Berlino Ovest del 1974.

Il romanzo si rifà alla cultura degli anni ’70 (alla radio passano i Led Zeppelin e i Velvet Underground) ed è scritto a due voci, quella di Sven e Chloe, due ragazzi appassionati di musica e con relazioni familiari difficoltose, personaggi che si trovano anche nella saga Berlin.

“Non sai cosa significa non pensare ad altro che alla ragazza che ami e non sapere dov’è e quando lo scopri non poterla vedere, e quando inizi a vederla doverlo fare di nascosto, rischiando ogni volta. E intendo la pelle. Rischiando di essere ucciso, o peggio: che la uccidano…”.

Dal tetto di casa di Sven si scorge, al di là del Muro, Berlino Est, lontana e indecifrabile come Chloe, la sfuggente e selvaggia ragazza che Sven conosce per caso, mentre è in giro con gli amici. Lui ha quindici anni e lei quattordici. Un attimo e non se la toglie più dalla testa. Ma Chloe è piena di misteri, proprio come Kurt, il venticinquenne amico di Sven, che per portare al di qua del Muro la ragazza di cui è innamorato è disposto a rischiare ogni cosa. Anche la vita…

copertina il lato oscuro della luna

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, due estratti dal nuovo romanzo:

SVEN

Dopo pranzo sono saltato sulla bici e mi sono diretto al Landwehrkanal. In quel periodo capitava che le nuvole tra i miei scatenassero temporali in cui restavo coinvolto senza motivo, ma anche, al contrario, che la burrasca li distraesse a sufficienza. Sono uscito dicendo “a dopo” ed è bastato. Niente domande. Il ritardo della sera prima era già stato assorbito dalla perturbazione.

Arrivato al canale mi sono seduto sotto un albero. Non mi ero portato un libro né niente, per cui mi sono messo a intrecciare fili d’erba. Ero in ansia. Chloe avrà pure avuto i poteri, come diceva lei, ma io credevo di più nel darsi un appuntamento in un certo posto a una certa ora. È passata una bottiglia di detersivo trascinata dalla corrente. È passato un cane a piedi, lungo la sponda. È passato uno stormo di uccelli diretti a nord. Sul ponte molte persone, alcune in bicicletta. Alla fine è passato un sacco di tempo ma niente Chloe. Forse dovevo andare a cercarla. Forse dovevo usare anch’io i poteri. Avrei dovuto conquistarla. Sii spietato.

Sono andato alla Vetreria, ma la prima cosa che ho notato, quando sono arrivato, è stato il furgone di Kurt. Ho nascosto la bici in un angolo. In cortile c’era poca gente. Sono andato al bar. Il ragazzo della sera prima era dietro il bancone a pulire i bicchieri.

«Ehilà» ho detto.
«Ehilà» ha risposto lui.
«Conosci Chloe, vero? Capelli verdi. La mia età. Ieri sera stavate parlando.»

CHLOE

Ci sentiamo intimare di spegnere il motore. Un tizio in uniforme ha appena premuto un pulsante rosso che sta facendo abbassare automaticamente la saracinesca; si sposta al centro del portone da cui avremmo dovuto uscire tenendoci sotto tiro con una mitraglietta. «Fermi!» grida. La sua voce è acuta, come quella di un uomo non ancora fatto; ed è così, perché sotto la visiera del berretto, la faccia rosicchiata dall’acne è quella di un ragazzino, forse poco più vecchio di me e Sven. «Fuori!» intima stridulo. «Con le mani bene in vista!»

La saracinesca alle sue spalle continua a calare, lentissima. Kurt guarda Frida in cerca di un’alternativa. «Ultimo avvertimento» dice l’agente della Stasi. E allora Kurt ubbidisce. Spegne il motore, alza le mani e apre lentamente la portiera per scendere.

A volte, credo, le cose sono più facili di come sembrano: siamo noi a renderle complicate con i nostri ripensamenti. A volte è sufficiente una leggera pressione, poco più di una carezza, per cambiare il corso degli eventi. Non devo nemmeno schiacciarlo, il grilletto: dopo aver aperto la portiera del passeggero, mentre l’attenzione di tutti è concentrata su Kurt, mi basta sfiorarlo.

Il rumore dello sparo scuote l’aria.

(continua in libreria…)

 

Fotografia header: Foto di Daniele Gaspari

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