Un militante rivoluzionario, un delinquente, uno scrittore underground, un guerrafondaio, un attivista politico e molto altro ancora… Arriva nelle sale il film “Limonov”, tratto dall’omonimo libro di Emmanuel Carrère, e ispirato dalla figura di Ėduard Limonov, morto nel 2020
Un militante rivoluzionario, un delinquente, uno scrittore underground, il maggiordomo di un miliardario a Manhattan. Ma anche un poeta, un amante delle belle donne, un guerrafondaio, un attivista politico e un romanziere che ha scritto della propria grandezza.
Dal 5 settembre al cinema Limonov, il film di Kirill Serebrennikov, in concorso al festival di Cannes, tratto al libro omonimo di Emmanuel Carrère, pubblicato nel 2012 da Adelphi nella traduzione di Francesco Bergamasco.
La storia della vita di Eduard Limonov è un viaggio attraverso la Russia, l’America e l’Europa durante la seconda metà del XX secolo.
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Come racconta nel libro l’acclamato scrittore francese, Limonov, morto a 77 anni il 17 marzo 2020 dopo una malattia, “è stato teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell’immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio”.
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Carrère ha deciso di scriverne perché ha pensato “che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale”.
Nel cast del film, Ben Whishaw, Viktoria Miroshnichenko e Tomas Arana.
“Purtroppo il cinema non può fermare le guerre. Realizzare questo film è stato un viaggio molto lungo e finalmente siamo qui. Spero che ognuno di noi, che l’arte e che il cinema in particolare possano aiutare le persone a capire e a fermare la violenza che travolge il mondo oggi. Probabilmente sono un romantico, ma io ci credo ancora”, ha raccontato il regista a Cannes. E ha aggiunto: “È stato Carrère a definire il personaggio. Nel suo romanzo non ha raccontato la vita vera di Limonov, ma una semi finzione. Emmanuel ha creato questo personaggio figlio di invenzione artistica e il mio film è un adattamento basato sul suo libro. La sfida per me è stato prendere il personaggio di Limonov e adattarlo a quello del libro, per questo uso spesso, nel film, l’immagine dello specchio, la duplicità della messa in scena”.
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