Da Harper Lee a Harry Potter, passando per Stephen King: in occasione della Giornata internazionale dell’Amicizia, un percorso di lettura dedicato ad alcuni libri rappresentativi di amicizie che combattono i mostri, interni o esterni, metaforici o reali, ma che ci ricordano quanto sia indispensabile quell’affetto, l’amicizia appunto, che da adulti tendiamo a mettere in secondo piano…

Non tutti gli amici sono uguali, lo sappiamo, ci sono quelli che ci si porta dietro per tutta una vita, altri che sono importanti e necessari, ma durano il tempo di una stagione. Crescendo, sembra che gli amici debbano essere relegati a un ruolo secondario nella gerarchia delle relazioni, quello del tempo libero, mentre fino dalla prima adolescenza sembrava non si potesse vivere senza.

Nella Giornata Internazionale dell’Amicizia vogliamo celebrare i legami senza tempo, cristallizzati per sempre in un’eterna giovinezza. Gli amici che ci si fa in quel periodo nebuloso tra gli undici e quindici anni, quando non è ancora esattamente chiaro che persona si sta diventando. Amici profondi, fratelli non di sangue, persone che si incontrano per puro caso e che diventano per qualche mese, o per anni, il motivo per cui si va a scuola tutti i giorni.

Tra queste amicizie, poi, ce ne sono di estremamente speciali, le più forti ed esplosive, e sono quelle con cui si può affrontare un’esperienza condivisa: il primo scontro con la paura, la prima battaglia contro l’orrore. Ci sono amici, infatti, che consentono di combattere i mostri e, in alcuni casi, sconfiggerli.

Harper Lee, Il buio oltre la siepe

E i mostri, neanche a dirlo, a volte sono solo figurati: le ingiustizie, il razzismo e i pregiudizi, come nel bellissimo classico di Harper Lee, Il buio oltre la siepe (Feltrinelli, traduzione di Amalia D’Agostino Schanzer) uno dei libri più sponsorizzati dai professori delle medie e del liceo. E a ragione. I protagonisti sono Scout e suo fratello Jem, accompagnati dall’amico Dill, prima bambini e poi ragazzi, durante le caldissime giornate estive di Maycomb, scoprono quali conseguenze possono scatenare l’odio e la segregazione razziale. La loro amicizia, il legame tra i tre personaggi è ciò che permette loro di crescere, di scontrarsi e di affrontare il mondo degli adulti, spesso molto più spaventoso del mostro che credono appostato sotto le loro finestre, di notte: il vicino di casa Boo Radley che si racconta sia segregato in cantina dalla famiglia.

La sottile linea scura, di Joe R. Lansdale

Contro il razzismo, i pregiudizi e la violenza degli uomini hanno a che fare anche Stanley Mitchell Junior, il protagonista di La sottile linea scura, di Joe R. Lansdale (Einaudi Stile Libero, traduzione di Luca Conti), sua sorella Callie, e Buster. L’ambientazione è simile a quella de Il buio oltre la siepe. Siamo sul finire degli anni ‘50, Stanley è il figlio del nuovo proprietario del drive-in di Dewmont, una cittadina texana, e l’estate è calda e terrosa. I tre, i due ragazzini, Stanley e Callie, e Buster, il proiezionista del drive-in, investigano su due casi che sembrano tra loro distanti, ma che il gruppetto vede collegati. Il legame tra i fratelli e il proiezionista scorbutico diventa molto forte, come l’amicizia tra Stanley e Richard, un altro ragazzino della città, ed è ciò che permette al protagonista di affrontare il suo processo di crescita tra tremende rivelazioni e violenza.

E a fianco ai mostri della vita reale sono tantissimi i mostri nati dalla fantasia che popolano le storie più amate, sia dai piccoli che dai più grandi. Sono spesso storie di formazione, di crescita e trasformazione. Se ne possono trovare a bizzeffe, soprattutto nella narrativa young adult, ma sono storie che travalicano i generi e i gusti. E contro questi mostri, drammaticamente cattivi, che combattono i veri amici, sperando di farla franca, in un rito di passaggio che li inizia alla vita adulta.

Harry Potter e la Pietra Filosofale

Il Mostro per eccellenza negli ultimi vent’anni è stato proprio Colui-che-non-deve-essere-nominato: Voldemort. Il cattivo dei cattivi, che unisce dentro di sé la brutalità nazista alla ricerca della purezza della razza, e una sovrannaturalità che J.K. Rowling – la scrittrice – dice di aver attinto dal folclore inglese. E sappiamo che il suo nemico naturale, il prescelto a combatterlo, è proprio Harry Potter, l’eroe che da il nome alla serie di romanzi. Ma dove sarebbe andato Harry senza i suoi amici Hermione e Ron? Probabilmente non sarebbe sopravvissuto nemmeno alla metà del primo romanzo, Harry Potter e la Pietra Filosofale (Salani, traduzione curata da Stefano Bartezzaghi), e sarebbe rimasto schiacciato sotto la clava di un troll.

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Stephen King it

Di mostri, sia figurati che piuttosto tangibili, sa qualcosa Stephen King, il Re dell’horror, ma soprattutto ne sanno qualcosa i ragazzini che popolano i suoi libri. I Perdenti su tutti, i protagonisti di uno dei suoi romanzi più famosi e acclamati, It (Sperling & Kupfer, traduzione del compiantissimo Tullio Dobner), che solo grazie al loro legame, alle loro capacità unite, e alla forza della loro vitalità possono sperare di sconfiggere il più cattivo e zannuto di tutti i mostri: la Paura stessa. Sette personaggi, sei maschi e una femmina, sono tra loro diversi e ognuno di loro ha un motivo per essere un Perdente agli occhi della mentalità dell’epoca. C’è il balbuziente, l’obeso, il nero, l’ebreo, il quattrocchi, il mammone asmatico e la white trash, che arriva dai sobborghi e ha un padre alcolizzato. La loro è un’amicizia che travalica gli stereotipi e sconfina nella fratellanza, viene nutrita quotidianamente dai giochi, dagli scambi e dalle avventure. E, contro ogni aspettativa, anche dalla paura stessa.

Impossibile, parlando di Stephen King, non citare tra le grandi storie di amicizia anche il racconto Il Corpo all’interno della raccolta Stagioni diverse (sempre Sperling & Kupfer, traduzione di Bruno Amato). Racconto lungo o romanzo breve, da cui è stato tratto il celebratissimo e famoso film di Rob Reiner, Stand by me – Racconto di un’estate. I protagonisti sono quattro ragazzini alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo. Non c’è un vero e proprio male mostruoso, come spesso accade nei romanzi di King, anche i più splatter, perché il Mostro è dentro di noi, annidato nei gesti banali, in quell’accettare la violenza o nel voltarsi di fronte a un’ingiustizia. Quella che i quattro ragazzini si trovano ad affrontare, anche se inizialmente si erano imbarcati in quell’avventura con l’unico obbiettivo di vedere un corpo morto, è un processo di crescita che li cambierà per sempre.

E a King e alle sue atmosfere squisitamente demoniache ed estive devono moltissimo molti romanzieri successivi, anche italiani.

Niccolò Ammaniti io non ho paura

Un esempio su tutti è Niccolò Ammaniti, che con il romanzo Io non ho paura (Einaudi) racconta di un’amicizia estiva, afosa, circondata da colline e campi di grano maturo, che combatte contro un male sottile e tremendamente umano. Un bambino, Filippo, è stato sequestrato e nascosto in una buca, nell’attesa che i genitori paghino il riscatto, e viene trovato da un altro, Michele, il figlio di uno dei criminali che lo trattiene. Quale mostro può essere più inaffrontabile e spaventoso del proprio padre?

Ovviamente questi sono solo alcuni dei libri rappresentativi di amicizie che combattono i mostri, interni o esterni, metaforici o reali, ma che ci ricordano quanto sia indispensabile quell’affetto, l’amicizia, che da adulti tendiamo a mettere in secondo piano.

Fotografia header: GettyEditorial 01-06-2021

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