Torna in libreria, più vivace che mai, l’ingegnoso hidalgo di Miguel de Cervantes: il “Don Chisciotte” in versione ridotta che ha curato Donatella Ziliotto (fondatrice della collana Salani “Gl’Istrici”), infatti, è concepito tanto le nuove generazioni quanto per chi, più in generale, non conosce ancora questo singolare e rocambolesco eroe e vuole appassionarsi alle sue avventure così ricche di significati – L’approfondimento

In un borgo della Mancia, di cui non voglio fare il nome, viveva, non molto tempo fa, un cavaliere di quelli che tengono la lancia nella rastrelliera, un vecchio scudo, un magro ronzino e un levriero da caccia”.

È proprio lui, ed è più vivace che mai: l’ingegnoso hidalgo a cui ha dato vita oltre quattro secoli fa Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616), autore spagnolo dall’esistenza lunga e travagliata, torna infatti in libreria in una nuova e preziosa edizione, e in versione ridotta, grazie alla certosina operazione curata dalla fondatrice della storica collana Salani “Gl’Istrici”, ovvero Donatella Ziliotto.

Copertina del libro Don Chisciotte nell'adattamento di Donatella Ziliotto

Si tratta di un adattamento del capolavoro Don Chisciotte concepito per le nuove generazioni, o per chi più in generale non conosce ancora questo singolare e rocambolesco eroe, dal momento che, senza eliminare le avventure più bizzarre e le riflessioni più brillanti del protagonista o del suo fedele scudiero Sancho Panza, “celebra la libera fantasia dell’uomo e il suo costante bisogno d’azione”, come si legge nella presentazione dell’opera, “ma anche l’intelligenza pratica di chi ha ben presenti le necessità materiali della vita quotidiana”.

Un ritratto puntuale di quello che tradizionalmente è considerato dalla critica il primo romanzo moderno, e intorno al quale ruotano a tal punto pregiudizi e semplificazioni da rendere necessaria una “riduzione” della sua mole, sì, ma che ne conservi lo spirito giocoso e fecondo, arguto e provocatorio, immaginifico e creativo.

Nelle 288 pagine di cui si compone il volume, scandito in ben 43 capitoli (a fronte dei 126 del testo integrale), si riescono quindi a ritrovare i guizzi linguistici e i salti logici che hanno appassionato dal XVII secolo ai nostri giorni i più diversi aficionados di questo surreale cavaliere senza macchia e senza paura, in grado di trasfigurare e di superare la realtà per affrontarla al di là della sua soglia, per scoperchiarne le contraddizioni e celebrarne il cuore pulsante, con la sorprendente capacità di cadere sempre in piedi.

Quando si parla del “doppio impazzito” di Alonso Quijano – e cioè dell’alter-ego che il protagonista crea di sé per giustificare e per apparecchiare le sue peripezie da un capo all’altro della Spagna, in sella al suo inseparabile Ronzinante -, l’attributo che non a caso risulta più calzante è proprio stra-ordinario, nel suo senso etimologico di andare al di là (extra) rispetto al consueto, al conosciuto, a quanto segue una regolarità o una qualunque norma consolidata.

“Le parole di Don Chisciotte si innalzano alle vette del sublime, ma è come se lo scrittore le riferisse con un ironico sorriso sulle labbra; e viceversa, le sonore sconfitte del Cavaliere sono sì presentate in modo da suscitare il riso, ma allungano sulla sorte dell’eroe un’ombra di seria tristezza”, osserva di conseguenza Martino Marazzi nella poderosa prefazione da cui è preceduto il testo, e nella quale si intuisce pure la portata extra-anagrafica del romanzo cervantesco.

La sua posizione sempre in bilico tra l’humilis e il gravis, tra la verità e la finzione, tra il possibile e l’inattuabile diventa così un ponte grazie a cui accedere ad altre e più complesse coppie di opposti, con l’obiettivo di mettere in dubbio le nostre convinzioni polarizzate per poi ribaltare con grazia ed eleganza, quando non addirittura con virulenta imprevedibilità, ogni valore e concezione del mondo su cui avevamo basato il nostro cammino, le interazioni con gli altri o la scoperta della nostra interiorità.

A fronte di una simile ricchezza di contenuti e suggestioni, non stupisce che nemmeno nella sua più recente e ragionata edizione per ragazzi Don Chisciotte non presenti illustrazioni: di fatto è un’opera che non ne ha bisogno, e che procede già di suo per magnifici balzi visivi, enfatizzati in questa sede dall’assenza dei passaggi forse meno scorrevoli o comprensibili del testo, a vantaggio di quanto di più coinvolgente sia capace di dialogare con gli adolescenti nel nuovo millennio.

Fra colpi di scena e messaggi d’amore, corteggiamenti e battaglie concitate, don Chisciotte e Sancho Panza sono dunque pronti a lasciarsi amare di nuovo e ancora da chi avrà il coraggio, l’imprudenza, o forse la saggezza, di conoscerli e di mettersi a tu per tu con loro, in un mirabolante viaggio letterario al cui termine si capirà fino in fondo quanto “i fatti siano nemici della verità”, ma grandi alleati della Vita con la maiuscola.

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