Rachel Cusk, nota per la trilogia cult composta “Resoconto”, “Onori” e “Transiti”, torna in libreria con “La seconda casa”, un romanzo colto, più simbolico che metaforico, in cui affronta alcuni dei temi a lei cari: l’alterità, l’arte, lo sguardo, l’identità, la presenza e l’assenza…

È il sogno di tutti gli artisti quello di vivere semi-mantenuti, in un un luogo protetto nel mezzo della natura, per un tempo indefinito, a produrre la propria arte (o anche solo a pensare di produrla, perché no).

La residenza artistica è un’esperienza che in Italia hanno provato in pochi. Nel mondo anglofono è cosa ben più comune: ci sono residenze di gruppo, individuali; in città, in aperta campagna; finanziate da fondazioni o — come in questo caso, nell’ultimo romanzo di Rachel Cusk — da filantropi privati.

La protagonista de La seconda casa (Einaudi, traduzione di Isabella Pasqualetto) infatti, è M, una donna di mezz’età. Appassionata di arte figurativa, ospita nella sua “seconda casa” artisti di varia fama e natura. M e suo marito non sono i classici ricchi che ci si potrebbe aspettare in una vicenda simile. Sono piuttosto due persone benestanti, abbastanza conosciuti in quel piccolo mondo artistico.

M è a sua volta un’artista, una scrittrice, anche se tutta la sua concentrazione è posta sui suoi ospiti. Lei e il marito vivono in un luogo sperduto, a circa due ore dalla città più vicina, nel mezzo di una palude incredibile, dove ogni giorno il paesaggio cambia. La seconda casa è la confessione di M a un tal signor Jeffers. Il lettore non vede mai questo interlocutore; lo sente solo nominare nella seconda persona singolare con il quale è invocato, facendo presagire funesti accadimenti.

La seconda casa Rachel Cusk cover

La vita di M subisce un sobbalzo quando decide di ospitare L, un artista quotato, che sta però attraversando una sorta di limbo creativo. Una crisi d’identità artistica e umana. L si dimostra in varie occasioni discontinuo e distratto. Altalenante nei suoi interessi, prima decide di accettare la proposta e andare nella seconda casa, poi scompare per un po’, poi accetta di nuovo.

Si presenta alla sua residenza artistica con una donna molto più giovane di lui, la chiassosa e procace Brett. Inutile dire che M non è travolta dalla gioia all’idea di ospitarli entrambi.

A vivere a casa di M, in concomitanza a L e Brett, ci sono anche Justine, la figlia di M, e il suo fidanzato, Kurt. M è una madre distante, giudicante nel suo silenzio distaccato. Prova sentimenti di fastidio misto a pietà per il fidanzato della figlia, e di pietà mista a fastidio per Justine. Ma M sta scoprendo qualcosa di nuovo su di sé e, man mano che passano i giorni, qualcosa in più sugli altri, cambiando percezione sulle persone che la circondano.

Rachel Cusk, autrice molto nota per la sua trilogia di romanzi, sempre pubblicati da Einaudi (nella traduzione di Anna Nadotti) – Resoconto, Onori e Transiti – torna con questo romanzo ad affrontare alcuni dei temi a lei cari: l’alterità, l’arte, lo sguardo, l’identità, la presenza e l’assenza.

In questa occasione si diverte a sparigliare le carte e a raccontare una storia che era stata già scritta nel 1932 da Mable Dodge Luhan. Nel memoir Lorenzo in Taos ricorda il periodo in cui ha ospitato lo scrittore D. H. Lawrence a casa sua – non è un caso che i due personaggi del libro di Cusk si chiamino proprio M e L. Proprio come nella storia di Luhan, anche il capriccioso L del romanzo di Cusk distrugge moralmente la sua ospite, la umilia in maniera sottile ancora prima di raggiungere la casa, e poi per tutto il tempo che si tratterrà lì.

La seconda casa è un romanzo colto, più simbolico che metaforico. E sa di esserlo. Pieno di riferimenti all’arte figurativa e di paesaggi immaginifici, costruisce la tensione proprio grazie alle immagini che evoca continuamente. Lune piene che illuminano i profili notturni. Una palude che intrappola chi la vuole esplorare, e che cambia continuamente faccia. Pesanti tende color pastello che coprono grandi finestre sulla natura. Artisti narcisi senza nome, donne belle e maltrattate.

Controfigura rachel cusk libri da leggere 2023

In contemporanea all’uscita per Einaudi de “La seconda casa” è stato pubblicata da Marsilio “Controfigura” (traduzione di Isabella Pasqualetto e Anna Nadotti), una novella che tratta gli stessi temi in maniera ancora più metafisica, sottolineando come l’arte sia ancora terreno fertile per le storie…

Viene da chiedersi se fosse davvero necessaria tutta questa tensione, a ben leggere la trama, che si snoda tra pranzi, cene e colazioni, senza ironia e senza un vero e proprio obbiettivo. E, così come era stata creata, si sgonfia.

Eppure c’è del fascino in questa riscrittura del memoir di Luhan. C’è della grazia e un divertimento perfido nel mettere insieme un gruppo di persone diverse e sfaccettate, farle convivere in una palude dimenticata e vedere come queste cercano di distruggersi.

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