Nella “Lista degli stronzi” di John Niven, Trump è al primo posto. Torna con un nuovo romanzo l’autore che ha fatto della satira politica e sociale la sua miglior arma: nei contorni di un thriller compulsivo, Niven colpisce nell’anima tutti noi, mostrandoci come il mondo di rischi di diventare una terribile distopia orwelliana, in cui dominano odio, sopraffazione e intolleranza – L’approfondimento

Donald Trump is watching you.

Sei anni bastano per passare dalla realtà di oggi a una distopia? È quello che succede a Frank Brill, protagonista del nuovo romanzo di John Niven, La lista degli stronzi (Einaudi Stile Libero, traduzione di Marco Rossari), un sessantenne malato di cancro che scopre di avere pochi mesi di vita.

La lista degli stronzi John Niven

“La lista degli stronzi” John Niven

È il 2026 – ricordate la classica domanda ai colloqui? Dove si vede tra cinque anni? – quando Ivanka Trump diventa il primo Presidente donna degli Stati Uniti. Suo padre è ormai una leggenda in tutti gli Stati, dove continua a raccogliere approvazione dalla maggior parte della popolazione.

Oramai l’America è la rappresentazione di un conservatorismo sfrenato, dove l’aborto è illegale e la xenofobia è alle stelle. In questo contesto, tra un Muro della vergogna terminato e numerosi campi di concentramento per latinos senza permesso di soggiorno, Frank, ex giornalista, capisce che perderà a breve l’unica cosa che gli rimane: la sua vita.

Dopo “due ex mogli morte o spiantate” e “due figli schiattati”, solo e senza più niente da perdere, l’uomo decide che c’è una sola cosa che desidera fare prima di lasciare per sempre questo mondo: ammazzare le cinque persone sulla sua lista degli stronzi. Il primo dell’elenco è Donald Trump, la cui elezione nel 2017 è stata l’inizio della fine per la vita privata di Frank.

Quanto la nostra vita pubblica può influire su quella privata?

Mentre suo figlio minore Adam, insieme alla moglie Pippa, moriva durante una sparatoria all’interno di una scuola, Frank giocava a golf. E mai, prima di quel momento, avrebbe pensato che il secondo emendamento americano fosse un problema.

Nel racconto finzionale di Niven la legislazione Trump ha trasformato la difesa personale in una questione di principio: si possono comprare interi armamenti senza avere il porto d’armi, e non c’è la necessità di presentare nessun documento se si può pagare in contanti.

L’aborto è illegale in ogni Stato, nonostante nella fantasia del romanzo ora a presiedere gli Usa sia una donna, Ivanka. È per un aborto illegale riuscito male che Olivia, la primogenita di Frank, muore di emorragia in una camera vuota, da sola. Ma è così che si riesce a “fermare l’olocausto di una generazione di morti innocenti”.

Nei contorni di un thriller compulsivo, Niven sfoggia la sua arma migliore – la satira politica – colpendo nell’anima di tutti noi, elettori e twittatori seriali, mostrandoci come il mondo di oggi rischia di diventare un futuro (molto, molto vicino) orwelliano, in cui la fanno da padrone odio, sopraffazione e intolleranza.

L’ultimo bersaglio di Frank Brill è proprio l’ex Presidente Trump, nel romanzo la personificazione di una divinità amata e idolatrata da tutti, che grazie alla sua dinastia è riuscito a cambiare, passo dopo passo, un intero Paese.

Del resto in quanti avevano pensato, dopo le elezioni del 2017, “ero incazzato, chi l’avrebbe mai detto che potesse vincere”?

Ma l’autore non colpevolizza l’attuale Presidente per aver trainato il Paese verso la deriva, bensì punta il dito sugli elettori. Il protagonista diventa come quei giovani degli anni Trenta e Quaranta che in Europa e negli Usa votarono il Partito comunista per protesta, per ribellarsi ai genitori, aiutando così in modo impercettibile Stalin. Frank, e centinaia di migliaia come lui, hanno contribuito alla formazione di questa distopia terribile.

“Aveva aiutato a provocare tutto questo: famiglie che sudavano sulle brande in un magazzino in Texas, giornalisti (come lui) che finivano picchiati e giustiziati, vecchi che in inverno morivano di freddo dentro casa – in Idaho, in Dakota – perché dovevano scegliere tra pagare il riscaldamento o le cure mediche, musulmani e omosessuali che venivano pestati in pubblico una settimana sì e una no, messicani che si rannicchiavano sotto i colpi di un manganello, la ragazza scaraventata per aria da un camion lanciato sul marciapiede contro una manifestazione pacifica (le aveva spezzato la spina dorsale come un grissino), i ragazzini al campo giochi che invocavano la mamma e si tenevano le viscere con le mani mentre le pallottole fischiavano intorno a loro, sua figlia che si addormentava con una ferita nel ventre”.

John Niven libri

Libri di John Niven

John Niven con La lista degli stronzi riesce a sbatterci crudelmente in faccia i nostri doveri, che troppo spesso mettiamo da parte per i diritti, e ci mostra come non rispettarli potrebbe portare – come la Storia ci insegna – a una distopia tremenda.

Attraverso Frank Brill ci ricordiamo di quanto la nostra vita privata sia concatenata in maniera indissolubile con quella pubblica e con la società in cui viviamo, nonostante la tendenza alla distanza sociale (e non fisica, causata dal virus) e alla perdita di empatia.

Come nei suoi precedenti romanzi (A volte ritorno, Maschio bianco eteroLe solite sospette, Invidia il prossimo tuoUccidi i tuoi amici, tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero con la traduzione di Marco Rossari) Niven estremizza la realtà per mettere sotto gli occhi dei lettori qualcosa che sembra lontano, quasi assurdo. Ed è proprio dall’assurdo che l’autore trae la sua forza, riuscendo a renderlo possibile fino a far sorgere la paura che lo diventi realmente.

“Accadeva piano piano, giorno dopo giorno, finché una mattina non ti svegliavi e ti ritrovavi in un posto dove l’impensabile era diventato pensabile, poi era diventato fattibile e infine era diventato routine”.

Fotografia header: La lista degli stronzi Niven - getty editorial luglio 2020

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