Quella di quest’anno per Maria Barbal, tra le più acclamate scrittrici catalane, sarà una festa di San Jordi (celebre appuntamento dedicato ai libri e alle rose in programma il 23 aprile) diversa dalle altre. L’autrice, infatti, non sarà a Barcellona ma a Roma, a incontrare i lettori italiani. Per l’occasione ilLibraio.it l’ha intervistata

Maria Barbal, lei è una figura importante della letteratura catalana, come testimoniano i numerosi premi vinti e le traduzioni in quasi venti lingue dei suoi romanzi, l’ultimo dei quali, Tandem, è appena stato pubblicato anche in italiano da astoria. La festa di Sant Jordi, che è anche la grande festa della letteratura catalana, per lei che cosa rappresenta?
“Rappresenta uno degli aspetti migliori della società catalana. È la nostra festa del libro, che si tratti di romanzi, poesie, saggi, teatro… A Sant Jordi molta gente affolla le vie e le piazze per ammirare le vetrine delle librerie e le bancarelle piene di opere di ogni tipo. Molte persone sono abituate a comprare uno o più libri da regalare o per lettura personale, ed è anche un giorno in cui si regala una rosa alla o alle persone care. Ci sono poi altre attività legate alla letteratura: letture, firmacopie, presentazioni, e vengono anche organizzate molte attività benefiche”.

Le sembra strano, bello, o… un altro aggettivo festeggiare Sant Jordi a Roma, quest’anno? Affronta una realtà in cui il 23 aprile in libreria è sostanzialmente un giorno come un altro.
“Mi sembra diverso e anche bello. Penso che la piccola festa che si celebrerà a Roma, seppur in contrasto con la grande festa popolare in Catalogna, sia stata pensata con la volontà di coinvolgere, seppure in misura minore, gli amanti della lettura di un’altra grande capitale, quella di un Paese dove da poco è uscita la traduzione della mia ultima opera”.

Una domanda provocatoria: che cos’è la letteratura catalana? È la letteratura in lingua catalana, o la letteratura dei catalani in qualunque lingua decidano di esprimersi? Se secondo lei la risposta è la prima, esempi come La città dei prodigi, Victus o i romanzi di Manuel Vázquez Montalbán, che sono grandi ritratti di Barcellona in varie epoche storiche, scritti in spagnolo (una lingua che ineluttabilmente permea la società catalana) non sono dunque parte della letteratura catalana?
“La letteratura catalana è quella che si scrive in catalano, così dev’essere; anche in Italia la letteratura italiana è quella in lingua italiana, non quella che si scrive in Italia magari in arabo, inglese o qualsiasi altra lingua. È la lingua lo strumento primordiale degli scrittori, non il luogo in cui vivono o si sviluppano le trame che concepiscono. Credo che se qualcuno che vive in Italia compone un’opera dove si descrivono le bellezze naturali, la società, le questioni peculiari in un tempo preciso, per esempio a Roma o Milano, ma lo fa in francese o berbero, tanto per fare due esempi, quell’opera non farà parte della letteratura italiana, ma della cultura italiana. Lo stesso vale per la letteratura catalana”.

Lingua a parte, c’è una differenza di contenuti tra la letteratura degli scrittori catalani prodotta in catalano e quella prodotta in spagnolo? Noi azzardiamo una maggiore presenza del tema della ricerca dell’identità.
“Per poter rispondere a questa domanda bisognerebbe fare un censimento di tutti i contenuti, temi e così via scritti nell’una e nell’altra lingua. Si scrive molto e si pubblica moltissimo. Forse un sociologo andrebbe a nozze con uno studio del genere. Io non mi considero sufficientemente documentata per rispondere, ma per quanto concerne la possibile preoccupazione dei catalani per la questione identitaria, posso dire che i popoli che hanno un’identità garantita in tutti gli ambiti della vita non ne sono affatto preoccupati e non ne parlano”.

Alcuni suoi romanzi, come la trilogia che comprende Come una pietra che rotola, tradotto anche in italiano, non potrebbero che essere ambientati in Catalogna. La sua ultima fatica invece, Tandem, affronta un tema universale, almeno in quei Paesi del mondo dove l’aspettativa di vita è più lunga e i vincoli familiari un po’ meno costrittivi di un tempo: la ricerca di una seconda possibilità, con un/a nuovo/a partner, in tarda età. Perché ha deciso di affrontare questo tema? Il covid, che è stato un flagello per gli anziani e ha fatto sì che moltissime persone iniziassero a guardare la vita in modo diverso, ha inciso sulla scelta?
“Non sono del tutto d’accordo con la prima affermazione, anche la trilogia citata comprende romanzi che affrontano temi universali: la guerra e i suoi effetti, l’esilio, le migrazioni dei più poveri, i conflitti familiari associati a cambiamenti economici. In effetti però li ho collocati in tempi, spazi, situazioni della geografia e storia catalane. Il tema di Tandem, vero, è vivo in molte società moderne. Viviamo di più e meglio. Ci sentiamo più liberi e la condizione della donna, in generale, ha registrato progressi rispetto al passato. È un tema che è familiare al mio ambiente e che mi ha interessato. Però il romanzo, a prescindere dalla data di pubblicazione, è stato scritto nel 2015 e il covid non vi ha influito”.

Quali sono le grandi opere narrative catalane tradotte in italiano che si sente di indicare come imperdibili per i lettori italiani di oggi?
“Ci sono grandi autori catalani tradotti in italiano e ne raccomando la lettura, così come ce ne sono di certo molti non tradotti che apprezzo altrettanto. Ammetto che per rispondere a questa domanda serve molta responsabilità e non me la sento di dare riferimenti circoscritti”.

Un’ultima domanda, sulla lingua catalana. Un aspetto che inevitabilmente si perde nelle traduzioni è la scelta operata da alcuni autori di un catalano “vivo e vivace” (che però tende a essere  contaminato dallo spagnolo soprattutto nel lessico e che a volte fa drizzare i capelli in testa a certi scrittori puristi), contrapposta alla preferenza di altri autori per un catalano più corretto ma forse più artificiale (anche se poi nella resa traduttiva tutto questo purismo sparisce). Lei come si colloca in questa dicotomia?
“Vero, scrivere in catalano può comportare questa difficoltà aggiuntiva: riprodurre la lingua popolare dove la presenza di un’altra lingua le fa perdere autenticità; tuttavia, resta possibile per chi scrive in catalano mantenere un registro da lingua autenticamente parlata pur senza riempirla di ispanismi. Si può ottenere una lingua pulita senza farla risultare né fredda né artificiale”.

L’AUTRICE OSPITE A ROMA – Maria Barbal è una delle più acclamate scrittrici catalane. Il suo romanzo d’esordio, Pedra de tartera (Come una pietra che rotola, Marcos y Marcos 2010) è stato tradotto in sedici lingue. Ha scritto romanzi, racconti, libri per l’infanzia e una pièce teatrale. È stata insignita della Croce di San Giorgio, massima onorificenza catalana, e ha vinto numerosi premi letterari, tra cui il Joan Crexells (1985), il Nacional de Literatura (1993), il Crítica Serra d’Or (1993), il Jaume Fuster (2009) e il Premi d’Honor de les Lletres Catalanes (2021). Con Tandem (pubblicato in Italia da astoria nella traduzione di Sara Cavarero) ha vinto l’edizione 2021 del Josep Pla.

In occasione della festa di San Jordi (23 aprile), in cui protagonisti sono i libri e le rose, Maria Barbal quest’anno sarà in Italia, a Roma. La Delegazione in Italia del Governo della Catalogna ripropone infatti l’iniziativa culturale di promozione della letteratura catalana, sulla scorta di quanto avviene a Barcellona e nel resto della Catalogna. Con due novità: l’allargamento dell’iniziativa ad altre 10 città italiane e la presenza di una scrittrice catalana molto amata come Barbal. Grazie alla collaborazione di Associazione Librai Italiani, Librerie di Roma, Libri da Asporto e Istituto Ramon Llull, nelle 18 librerie aderenti sarà allestito un “corner” per la promozione della vendita di libri di autori catalani tradotti in italiano. Gli acquirenti riceveranno in omaggio una rosa e alcuni gadget (una borsa con il logo della festa e una cartolina-segnalibro sulla quale sarà possibile scrivere un’eventuale dedica). Il logo rappresenta il cavaliere Sant Jordi (l’elmo) con gli elementi stilizzati caratteristici della festa, che sono appunto la rosa e il libro. Maria Barbal terrà un firmacopie presso la libreria romana Altroquando (via del Governo Vecchio, 82), dove alle ore 18 dialogherà con Elena Stancanelli.

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