E se potessimo tutti circolare liberamente? Se non ci fossero clandestini al mondo, dove saremmo ora? Ci sarebbe una terra più promessa di un’altra? Patricia Engel se lo chiede nel suo romanzo “Paese Infinito”, vincitore del New American Voices Award nel 2021, raccontando di una famiglia colombiana come tante, alla ricerca di serenità e fortuna: alla ricerca di un sogno…

“Ho iniziato a scrivere la storia delle nostre vite perché è importante lasciare una testimonianza. Se non per qualcun altro, almeno per noi, perché tutti hanno un io segreto più vero delle parti visibili”, scrive Karina, nelle pagine precedenti al finale di Paese infinito, l’ultimo libro di Patricia Engel (Fazi, traduzione di Enrica Budetta), il primo pubblicato in Italia.

Una testimonianza è proprio quello che vuole essere questo romanzo. La storia di una famiglia colombiana, comune nella sua povertà, nelle battaglie e nelle speranze. È la storia di Mauro ed Elena, i due capifamiglia, ma anche che di Perla, la madre di Elena, e dei loro figli, Karina, Nando, e soprattutto Talia, l’ultima, la più amata, la più distante.

"Paese infinito" di Patricia Engel
Parla di sogni avverati, come abbandonare la Colombia per cercare fortuna e serenità negli Stati Uniti. E anche di sogni spezzati, con l’espulsione dagli Usa. Parla di realtà dure, difficili da far dialogare con sogni così grandi.

Elena e Mauro si innamorano da giovanissimi, in una Bogotà feroce e povera, dove Mauro non sente di aver futuro. Negli anni della loro relazione, del matrimonio e della prima figlia, Mauro convince sua moglie a tentare la fortuna oltre il confine. Ci arrivano con un visto turistico, con l’idea di stare qualche mese, imparare l’inglese, fare un po’ di soldi e poi tornare a casa. 

Nello squallore di una vita di provincia, nella noia dei sobborghi americani, la famiglia si allarga e passa da essere turista a clandestina. Vive con terrore la possibilità di essere ricacciata indietro, oltre la frontiera, per il capriccio di un agente di polizia, eppure non è del tutto sicura di voler rimanere. Andarsene, a quel punto, significa non poter tornare indietro.

È un romanzo dove nessun personaggio è un santo o un delinquente, un criminale o un angelo, dove ci sono solo esseri umani che ci provano, tentano e ritentano sperando che, alla fine, qualcosa di bello succeda.

Patricia Engel

Patricia Engel © Elliot & Erick Jimenez

Mauro viene arrestato, ed è costretto a ripartire, come clandestino. Torna in Colombia, a prendersi cura della madre di Elena, e poi della terza figlia, Talia, che crescerà a Bogotà con lui e la nonna.

Una famiglia separata, disfatta e straziata, come ce ne sono tante in Sudamerica. Patricia Engel scrive questo libro per tutti loro, per chi ci ha provato, per chi ha troppa paura, per chi ce l’ha fatta, e per chi no. 

Paese infinito parla di amore e lotta, distanza fisica che diventa distanza emotiva. Parla di legami che non si possono spezzare, nonostante tutto. Permette di guardare la migrazione e la clandestinità da un punto di vista ravvicinato e spietato. Ma è anche  pieno di speranza e riscatto, come solo i sogni possono essere.

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