“Una piuma nascosta” di Lisa Ginzburg parla di sradicamenti e confronti, di passato e di presente, di famiglie e di amore. Ma soprattutto di spazio, come rifugio e protezione. L’autrice prosegue la sua narrazione che dà voce ai legami resi indissolubili dal dolore compreso e condiviso…

“Ma l’attenzione è una piuma nascosta: prende a volteggiare nella mente quando meno te lo aspetti, e da lì in poi, il volo di quella piuma non puoi non seguirlo”.

Il cuore ha bisogno di coordinate, per imparare ad aprirsi ed accogliere: l’amore è fatto di spazio, dove sentirsi se stessi, dove liberarsi dalle barriere protettive, dove riempire i vuoti.

Ci sono spaesamenti che rendono duri: è così per Tan, undicenne, arrivato da un orfanatrofio della Moldavia, adottato dalla famiglia Manera. La Quercetana lo accoglie in un ambiente privilegiato, i Manera sono una coppia benestante che si è preparata a essere famiglia. Ma Tan arriva imbronciato, ribelle, gli occhi blu senza sorriso: la Quercetana per lui è una terra straniera, uno spazio non suo.

Lo capisce Rosa, sua coetanea, la figlia dei custodi, che ha una capacità di osservazione e una sensibilità umana uniche per la sua età: l’arrivo di Tan genera in lei una curiosità ossessiva, un sussulto infantile di fronte al suo opposto. Come Tan è sempre spettinato, disordinato quasi si fosse appena alzato dal letto, furioso, così Rosa è impeccabile, sempre composta, l’immagine del controllo. Il loro incontrarsi e comprendersi è più che linguistico, è una sincronia costruita su un linguaggio affettivo. Rosa diventa la compagna di giochi e di parole per Tan, la sua interprete, con una capacità aggraziata e attenta di “tradurlo” al mondo, di avvicinarlo al nuovo presente, e di essere, lei sola, la sua interlocutrice privilegiata.

“Io sì che lo capisco, noi soli ci capiamo”.

Lisa Ginzburg Una piuma nascosta

Una piuma nascosta di Lisa Ginzburg (Rizzoli) parla di sradicamenti e confronti, di passato e di presente, di famiglie e di amore. Ma parla soprattutto di spazio, come rifugio e protezione.

Sono diversi, Rosa e Tan, ma entrambi sono disorientati tra due mondi diversi. Se la villa è lo spazio favorito da Rosa, dove percepisce libertà, sfogo dei sentimenti, tensione e realtà, casa sua è una terra di silenzio, di impaccio: gli Ossoni sono persone semplici, abituate a smorzare le tensioni, a non dire, a trattenere le emozioni. Rosa è tirata tra due famiglie, tra Enrica Manera, che la comprende e le parla apertamente, sostenendola, e Paola, sua mamma, sempre a disagio nella dimostrazione dei suoi pensieri: una madre possibile e una madre vera attirano in maniera diversa e contraria l’affetto di Rosa.

Il passato e il presente si scontrano nella mente di Tan, il primo rimasto segreto, e diventato quasi irreale, come l’orfanatrofio di cui non parla mai, il secondo senza punti di riferimento: Tan vive barricato nella sua solitudine, vittima del suo dolore.

Una quercia per Rosa, un buco scavato in giardino per Tan: sono i loro spazi, dove si nascondono, dove si invitano a vicenda, una terra senza barriere, un mondo loro. Fratelli, Rosa e Tan trovano il luogo del loro tempo insieme, e poi nel tempo si seguono col ricordo, anche quando le loro strade si separano e il distacco ha il potere di lasciare le cose dell’infanzia eternamente giovani, parafrasando Ana Blandiana.

“Il ‘prima’ era con Tan e non mollava la sua presa, così come gli anni alla Quercetana trascorsi con lui vicino, Rosa ha un bel volerli soffocare, sostituire con altre presenze, con l’impegno indefesso dello studio, poi del lavoro. Ecco che quel passato ritorna.”

Come per Maddalena e Nina, le sorelle di Cara Pace (Ponte alle Grazie, candidato al Premio Strega 2021), ci sono luoghi che restano nel cuore, ci sono scudi con cui fare i conti, barriere da abbattere, per costruire la propria identità e trovare pace nella stabilità delle proprie radici.

E la storia di Tan e Rosa conferma quanto è importante disporre di tracce del passato per affrontare se stessi e per riuscire a far convivere le ubiquità dell’esistenza.

Per Rosa l’amore infantile è un galoppo a stare dietro a Tan, a cercare di tirarlo fuori dal suo vortice, mentre il suo ieri lo incalza e lo blocca, da adulta si scoprirà un medico affidabile, empatico con i pazienti, ma senza spazio disponibile per l’amore. Anche lei ha un carapace a proteggerla e un ideale, nato dalla passione per lo snorkeling: la flemma attenta dei pesci, la conquista di una vita vigile, sempre all’erta, e al tempo stesso calmissima.

I pesci insegnano anche un’altra cosa, che Rosa ha sperimentato da bambina con Tan, con il suo italiano abbozzato: a volte parlare non è la soluzione, esistono tanti linguaggi e alfabeti segreti per incontrarsi. Anche questi sono spazi.

Può darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l’oblio scrive Eugenio Montale, nell’esergo di Una piuma nascosta. E negli anni la Quercetana diventa per Rosa il passato con Tan, un posto che restava solo loro e di nessun altro, e dove è difficile ora tornare a far visita ai genitori. Rosa adulta sembra appartenere solo al suo lavoro.

Poi si mette in mezzo la nostalgia, a tirare indietro come un elastico, a far danzare insieme passato e presente, prima di essere rilanciati nella vita, perché il passato cambia e si sposta con noi.

La nostalgia è scaltra, calamita i pensieri e li imbriglia nelle maglie del ricordo: al suo assedio non ci sono scudi abbastanza resistenti. Perché la malinconia più potente è la sensazione di essere sradicati, di non appartenere a niente: con Una Piuma nascosta Lisa Ginzburg prosegue la sua narrazione che dà voce ai legami resi indissolubili dal dolore compreso e condiviso, al desiderio del ritorno e alla ricerca di serenità, con una prosa elegante, curata, che avvolge e emoziona, complessa, affascinante e poetica nel ritmo, in grado di regalare musicalità a ogni passaggio.

“Sogni lontani, sfocati a paragone di quell’inatteso, incandescente presente. Eppure, quasi da una miniatura si passasse a un rapporto in scala più alta, quel che è stato compone il presente, lo scolpisce. Come l’attenzione, anche il passato è una piuma nascosta.”

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