“Quanti e quali eventi piccoli e grandi della nostra vita, quali relazioni, quali esperienze determinano la costruzione del nostro rapporto col corpo?”. Su ilLibraio.it Veronica Pacini racconta il suo romanzo d’esordio, “Il Corpo della femmina”, in cui la protagonista ricostruisce il rapporto con il proprio corpo attraverso una serie di episodi in cui emergono piacere, dolore, senso di colpa, autodistruzione ma anche voglia di autoaffermarsi…

Il Corpo della femmina è un romanzo di formazione che racconta la vita della protagonista, Erica, dall’infanzia all’inizio dell’età adulta attraverso un filtro particolare: il rapporto col suo corpo. L’urgenza narrativa che mi ha spinta a scrivere questo libro è stata infatti il bisogno di trovare una risposta a questa domanda: quanti e quali eventi piccoli e grandi della nostra vita, quali relazioni, quali esperienze determinano la costruzione del nostro rapporto col corpo?

Per farlo ho scelto di raccontare la storia di una ragazza della mia età, vissuta nell’angolo di mondo in cui anche io ho vissuto, perché il mio sguardo potesse facilmente sovrapporsi al suo. All’inizio del libro Erica ha cinque anni, un fidanzatino che non ha scelto e che, infilandole una mano dentro la maglietta durante un pomeriggio di giochi alla scuola materna, le fa scoprire che il corpo può essere una fonte di vergogna. Da quel momento Erica vede il corpo, sente il corpo, come mai aveva fatto prima. Lo osserva, lo rifiuta, lo tortura, lo offre, lo nega, scopre che spesso è teatro di sentimenti e situazioni intense: oltre alla vergogna, infatti, irromperanno presto l’umiliazione, la violenza, la colpa, il piacere, il controllo.

Giorno dopo giorno Erica cristallizza nel corpo e nel pensiero i due poli di una dialettica che si esaurisce sempre a sfavore del primo, creando una tensione distruttiva che ha come conseguenza quella di rendere ciò che vuole distruggere, il corpo, il centro costante della sua attenzione. Erica si sforza di esistere a prescindere dalla carne, ma più tenta di annullarla, di non vederla, di privarsene, più il racconto di questo tentativo si trasforma in una geografia del corpo, una scrittura dettagliata, microscopica, quasi ossessiva delle esperienze fisiche, materiali, carnali.

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Allo stesso modo, con lo stesso processo di rovesciamento, più il suo sguardo si fa disincarnato, più i suoi sensi si fanno sensibili e la sua esperienza del mondo vivida e materica. Con questo sguardo ipersensibile e attraverso una lingua allo stesso tempo densa, carnale e metaforica, Erica racconta i suoi legami familiari, a volte indifferenti a volte brutali; la scuola, un luogo quasi separato dal mondo che però lo riproduce fedelmente nei suoi rapporti di potere e abuso; le esperienze religiose, vissute così intensamente da sfiorare il misticismo; la scoperta della sessualità, difficile, a volte aliena, solo qualche volta davvero intima e istintiva, guidata più dalla voglia di collezionare trofei che dal puro desiderio di piacere e affetto; il mondo del lavoro, un labirinto di relazioni ambigue e rivelatrici.

A fare da contrappunto a questo disperato tentativo di vivere, seppure con regole proprie, il controcanto della morte, ombra più o meno evidente ma sempre presente, magnete che attrae e respinge, oscura sorella amata e odiata, che alla fine e in modi inaspettati, saprà illuminare le fragilità di Erica, metterle a nudo, e dentro questa nuova, impensata luce, qualcosa in lei si muove, germoglia, sfida il desiderio di dissoluzione.

veronica pacini il corpo della femmina

IL LIBRO E L’AUTRICE – Veronica Pacini, classe ’87, ha studiato Ethnographie et Antropologie Sociale presso l’EHESS di Parigi, ma poi è tornata in Italia, in Trentino. I suoi raccolti sono apparsi in varie raccolte, e Il corpo della femmina (Fandango) è il suo libro d’esordio. Non un romanzo, ma un percorso cristologico a tappe. In cui una donna ricostruisce il rapporto con il proprio corpo attraverso una serie di episodi in cui emergono piacere, dolore, senso di colpa, autodistruzione ma anche voglia di autoaffermarsi.

Veronica Pacini

Nella cittadina di campagna dove vive, in una provincia italiana senza nome che è ogni provincia, Erica e il suo corpo hanno subito diversi traumi: compagni di scuola che la toccano, le violenze della sorella maggiore che sfoga su di lei le proprie gelosie. Erica ha anche però sperimentato cosa significa avere un corpo in maniera autonoma, scoprendo l’autoerotismo e il sesso prima parlandone con amici, fino alle prime uscite con i ragazzi.

 

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