Cosa sta succedendo in via Padova? Nulla di diverso da quanto non accada ogni giorno da molti anni: rapine, furti, omicidi, spaccio, guerre per il territorio, spedizioni punitive e risse sono la normalità… Ne parla su ilLibraio.it lo scrittore Alessandro Bongiorni

Domanda ricorrente in questi giorni: cosa sta succedendo in via Padova, a Milano?
Risposta: al contrario di quello che strillano i giornali, non sta succedendo nulla. O meglio: nulla di diverso da quanto non accada ogni giorno da qualche decennio. Lì rapine, furti, omicidi, spaccio, guerre per il territorio, spedizioni punitive e risse sono la normalità. Da dove nasce, quindi, tutto questo clamore?

Periodicamente questa zona torna sulle prime pagine dei giornali, generalmente in concomitanza con un evento criminale particolarmente rumoroso, per poi strisciare nel dimenticatoio a telecamere spente. È lo stesso schema che si ripete. Da anni. Da sempre.

Prima era colpa della destra, che aveva permesso a un intero quartiere di diventare un ghetto. Poi la destra se n’è andata, è arrivata la sinistra e la situazione è rimasta identica.

Via Padova è un insieme di etnie, culture, comunità e tradizioni estremamente diverse tra loro. Ci sono filippini e arabi, sudamericani ed europei dell’est. Gli unici che non ci sono più – o che sono ormai in minoranza – sono gli italiani. I giornalisti e gli scrittori bravi-per-davvero lo chiamano “laboratorio sociale”, e mettono in questa espressione perfino una punta di orgoglio, perché «piace».

La verità è che in via Padova è pericoloso – o per lo meno ‘non raccomandabile’ – girare di sera. Di poliziotti ce ne sono pochi e i politici sbucano fuori raramente, controvoglia e solo quando devono proclamare l’arrivo dei militari per ripristinare l’ordine. È uno sporco lavoro.

Non so perché via Padova sia diventata una zona franca, e non so cosa andrebbe fatto per normalizzare la situazione, ma so che, evidentemente, alla politica non interessa poi troppo. Forse perché, essendo abitata in prevalenza da stranieri, non necessariamente clandestini ma comunque (spesso) senza cittadinanza, i residenti lì non votano. Quindi che cazzo ce ne frega?

È successo lo stesso a Bruxelles col quartiere di Molenbeek, che l’anno scorso è balzato ai disonori delle cronache per avere dato i natali a Salah Abdeslam e al suo commando di jihadisti, responsabili dei drammatici attacchi di Parigi.  Sarà anche figo dire che via Padova è un laboratorio sociale, ma quando il disagio – perché di questo si tratta – scatena guerre tra poveri e rende impossibile o addirittura respinge l’integrazione, di quale virtù stiamo parlando, esattamente? Per la zona stanno facendo di più le associazioni o locali come lo Spazio Ligera di quanto non facciano le istituzioni.

Veniamo ai fatti di questi giorni: i latinos.  Nel 2014 ho pubblicato La sentenza della polvere (Piemme),un romanzo nel quale raccontavo, tra le altre cose, la guerra tra le gang (o pandillas) di latinos nel quartiere di via Padova. Sebbene il libro sia uscito nel 2014, ho iniziato la sua lavorazione nel 2010 – quindi molto tempo prima – e per documentarmi ho spulciato i giornali degli anni precedenti al 2010. Questo significa che il problema delle pandillas risale almeno a dieci anni fa.  Dall’uscita del mio romanzo a oggi sono rimasti impressi nella memoria collettiva diversi episodi eclatanti legati alle gang: due di questi – i più clamorosi – sono la quasi amputazione di un braccio (mediante machete) ai danni di un controllore di un treno e, ultimo in ordine di tempo, l’omicidio in pieno giorno e a colpi di pistola di un sudamericano. Motivazioni diverse, risultati simili.  Solito clamore, soliti titoli, solita solfa. Ma sono pronto a scommettere che stavolta… No, non è vero. Neanche stavolta.

bongiorni
L’AUTORE – Alessandro Bongiorni è nato a Milano nel 1985. Dal 2008 è giornalista pubblicista e negli ultimi anni ha svolto diversi lavori nel campo dei media. Tra i suoi romanzi, il noir La sentenza della polvere (Piemme): il protagonista, Rudi Carrera, ama Milano in modo viscerale. Non la città caotica e chiassosa del centro, ma la vecchia Milano, dove anche di giorno puoi sentire il rumore dei tuoi passi. Eppure il vice commissario ne conosce bene anche l’anima violenta e spietata, per questo non si stupisce quando un ragazzo viene ritrovato morto per overdose nella zona di via Padova. Questa volta però non è uno dei disgraziati dei bassifondi: si tratta del figlio del commissario Fenisi, da poco ricoverato in una vicina clinica per disintossicarsi…

Libri consigliati